fbpx

Workshop di Maternità In-dipendente a Torino

Madri tossicodipendenti: ricominciare dalla cura del figlio. Il 3 ottobre 2005 il Cnca, in collaborazione con il Gruppo Abele, ha organizzato a Torino un convegno dal titolo “Maternità In-dipendente”. Fino a pochi anni fa, il figlio di una donna tossicodipendente veniva solitamente affidato ai servizi sociali. L’esperienza della maternità però può rappresentare una spinta per uscire definitivamente dalla dipendenza da sostanze psicoattive.

 

Il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA), in collaborazione con alcune organizzazioni federate, tra cui l’Associazione Gruppo Abele, ha promosso il progetto “Maternità In-dipendente”, finanziato dal Dipartimento nazionale Politiche antidroga. Durante l’incontro, organizzato il 3 ottobre 2005 presso il Gruppo Abele, è stata presentata la ricerca dal titolo “Maternità In-dipendente. Una ricerca condotta in comunità di accoglienza per donne tossicodipendenti con figli”, condotta dal CNCA e curata da Giuseppina De Angelis e Antonella Camposeragna. Il lavoro delinea i modelli di cura delle tossicodipendenze e di sostegno alle capacità genitoriali attualmente sviluppati in Italia, partendo dall’analisi di sei comunità per mamme, tra cui quella del Gruppo Abele a San Mauro. “C’è una grossa disparità tra Nord e Sud Italia. Tutti i servizi sono concentrati nel Settentrione – sostiene Giuseppina Camposeragna –, mentre il Meridione ha problemi cronici”. Di problematiche di questo tipo ha parlato anche Luigi Ciotti, all’inizio del suo intervento. “La scorsa settimana sono andato a manifestare la mia solidarietà a Messina, dove l’Associazione Lelat, che aiuta persone tossicodipendenti, ha subìto il settimo attentato mafioso nel giro di pochi mesi”. Sulla base dei risultati della ricerca nazionale, i relatori del workshop si sono confrontati sui sistemi di tutela e di accompagnamento delle donne tossicodipendenti ed ex tossicodipendenti con figli, a partire dalla loro richiesta di aiuto, e sul modo migliore di accompagnare i minori nel loro percorso evolutivo.

“Il tema è conosciuto, ma le risposte provengono dall’esperienza” ha detto Angela Migliasso, assessore ai Servizi sociali della Regione Piemonte. Di esperienze ha parlato Luigi Ciotti. “Tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90 il Gruppo Abele ha provato a leggere e a capire i cambiamenti in atto. L’avvento dell’Aids aveva modificato tutto. Nel 1988 abbiamo creato la prima comunità per genitori tossicodipendenti con figli. Poi si è provato a separare i genitori dai figli, per permettere loro di disintossicarsi dalle sostanze. Ma i bimbi si legavano troppo agli operatori, e abbiamo capito che non era la strada da percorrere. Infine è nata la comunità di San Mauro, una comunità di accoglienza per mamme tossicodipendenti con i loro figli. Tre sono gli obiettivi per le madri: l’emancipazione dalla tossicodipendenza, divenire un genitore capace e trovare una nuova definizione come donna. L’ultimo punto non è da considerare meno importante: senza questo, non si possono raggiungere i primi due obiettivi”. Secondo Giuseppina Camposeragna, i bambini hanno un forte bisogno di operatori maschi a causa della mancanza di una figura paterna. Purtroppo questa necessità spesso rimane inappagata. “Ma la grande difficoltà – ha spiegato Michela Calabria del Servizio Sociale dell’Ospedale Sant’Anna di Torino – è quella di coniugare l’uscita dalle sostanze alla dimensione della genitorialità. Una mamma, per essere una brava mamma, deve sentirsi essa stessa accolta e accettata”. Secondo Marina Podio, psicologa della Asl 1, il problema “è quello dell’autostima. Le mamme pensano di non valere niente e, come conseguenza, delegano tutte le incombenze ad altri. Le sostanze si insinuano in questo problema e forniscono un breve e precario equilibrio. Il figlio di una coppia tossicodipendente non è quasi mai voluto. Quando è voluto, il figlio spesso è un’occasione di riscatto, una possibilità di uscire dalla tossicodipendenza. Ma alla prima piccola crisi della coppia si ritorna a far uso di sostanze”. Joli Ghibaudi del gruppo Abele ha affermato che un altro aspetto oggi da considerare è la valutazione della funzione genitoriali delle persone provenienti da altre culture con problemi di dipendenza. Carla Meda, giudice onorario del Tribunale per i Minorenni di Torino, ha posto l’accento sulla tempistica, e cioè sul conflitto tra la lunghezza dei lavori da parte del Tribunale e la necessità di sveltire le pratiche per salvaguardare i bambini. “E’ molto importante che i servizi, sia pubblici sia privati – continua Meda –, ci informino e ci inviino segnalazioni delle situazioni con cui vengono a contatto. I servizi, che sono quotidianamente a fianco alle persone, sono fondamentali per svolgere bene il nostro lavoro”.

Tanto si è fatto, ma tanto ancora è da fare. Riccardo De Facci, responsabile Dipendenze del CNCA, ha espresso la propria soddisfazione, ma anche preoccupazioni e progetti per il futuro. “C’è ancora tanto da lavorare. Per esempio bisogna fornire un documento ai servizi in cui risulti ben chiaro come e a chi mandare le segnalazioni: attualmente le posizioni sono ancora molto, troppo diverse tra servizio e servizio. Bisogna inoltre riflettere sull’accoglienza, sul sistema di riferimento, sul ruolo della comunità, bisogna ancora capire – ha continuato De Facci – quale strada seguire nella gestione degli insuccessi. Le difficoltà quindi sono tante, ma stiamo lavorando nella maniera migliore per superarle.”

Il progetto Maternità In-dipendente si concluderà nel 2006 dopo una fase di formazione e sperimentazione di modelli innovativi di intervento condotta a livello

CNCA
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare. Inoltre, questo sito installa Google Analytics nella versione 4 (GA4) con trasmissione di dati anonimi tramite proxy. Prestando il consenso, l'invio dei dati sarà effettuato in maniera anonima, tutelando così la tua privacy.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy
X