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Una legge per dare un medico di base alle persone senza dimora

AVRÒ CURA DI TE – Una legge per dare un medico di base alle persone senza dimora
venerdì 18 marzo 2022 – ore 16.00/18.00
Link per partecipare: 
https://us05web.zoom.us/j/87944430659?pwd=My96elc5dU9oV0dhNEpKa2plYnNCdz09


PERCHE’ UNA LEGGE PER DARE UN MEDICO AI SENZA DIMORA

Quando una persona diventa così povera da non potersi più permettere di pagare un affitto o un mutuo finisce in strada.
Una volta in strada perde anche la residenza ovvero viene cancellata dall’anagrafe del comune.

La legge italiana collega una serie di diritti fondamentali -come il diritto al lavoro, il diritto al Welfare, Il diritto al voto ed il diritto alla salute- al possesso di una residenza.

In particolare la legge 833 del 1978, istitutiva del servizio sanitario nazionale, stabilisce all’art. 19, terzo comma che “Gli utenti del servizio sanitario nazionale sono iscritti in appositi elenchi periodicamente aggiornati presso l’unita’ sanitaria locale nel cui territorio hanno la residenza.”

Pur esistendo un diritto soggettivo alla residenza, moltissimi comuni la negano alle persone senza dimora, con le più disparate motivazioni (per un approfondimento https://www.avvocatodistrada.it/senza-tetto-non-senza-diritti-il-nostro-rapporto-di-ricerca-su-residenza-anagrafica-e-persone-senza-dimora/ (Collegamento esterno).

E’ questo uno dei motivi per cui tante persone in Italia sono prive di residenza e vale poco dire che i Comuni dovrebbero iscriverle in anagrafe. I Comuni non lo fanno, la norma è interpretabile e le persone restano senza residenza e senza medico.

Inoltre in alcuni casi è la legge stessa che impedisce alle persone di chiedere ed ottenere la residenza (ovvero l’iscrizione all’anagrafe). Di seguito evidenzio alcuni esempi.

1- Una persona, finita in strada, viene ospitata da un amico/parente che vive in un alloggio dell’edilizia residenziale pubblica. Quella persona avrà un tetto sulla testa ma non potrà chiedere la residenza perché i regolamenti degli alloggi pubblici vietano di prendere la residenza a coloro che non sono assegnatari degli alloggi stessi. Quella persona rimarrà senza medico di base.

2- Una persona, sfrattata e finita in strada, trova alloggio in un immobile occupato (parliamo di migliaia di persone a Roma, Milano, Torino ed in tutte le grandi città). Quella persona avrà un tetto sulla testa ma non potrà chiedere la residenza perché l’art. 5 del Decreto Lupi vieta di prendere la residenza a coloro che occupano l’immobile. Quella persona rimarrà senza medico di base.

Ci sono poi tutte quelle persone che vengono ospitate da privati, i quali le ospitano ma non consentono loro di prendere la residenza perché temono che questo comporti pignoramenti mobiliari in casa (esiste la presunzione legale per cui i mobili in una casa sono di proprietà di chi vi risiede per cui se l’ospite ha molti debiti, e prende la residenza in quella casa, potrebbero esser sottoposti a pignoramento anche i beni dell’ospitante). Quelle persone avranno un tetto sulla testa ma non avranno il medico di base.

Anche per tali motivo è necessario garantire il diritto alla salute delle persone senza dimora modificando la legge attuale.
In Emilia Romagna ed in Puglia è già stato garantito un medico di base alle persone senza dimora attraverso una legge regionale e con fondi regionali.

Sarebbe giusto che intervenisse una legge nazionale anche considerando che:
– le persone senza dimora in Italia sono oltre 60.000:
– queste persone oggi non hanno un medico ed hanno diritto solo a prestazioni da pronto soccorso;
– non hanno la possibilità di effettuare tamponi né di vaccinarsi.

Il Covid ci ha insegnato che il diritto salute è diritto collettivo ed è interesse della collettività che tutti possano curarsi.
La legge sarebbe sorretta da motivi solidaristici, di giustizia sociale, di vicinanza dello stato nei confronti dei più deboli e comporterebbe la oggettiva riduzione delle disuguaglianze.

La legge comporterebbe inoltre un notevole risparmio perché:
– prevenire costa meno che curare malattie in fase avanzata;
– un medico di base costa circa 80 euro l’anno a persona, mentre un solo accesso al pronto soccorso costa in media 250 euro;
– diminuirebbero i giorni di degenza di queste persone, oggi costrette a fare anche la convalescenza in ospedale non avendo un medico di base.

Resto a disposizione per ogni chiarimento.

Antonio Mumolo
Presidente di “Avvocato di strada Odv”
Contatti
antoniomumolo@gmail.com
3357896424

Discuteremo di tutto questo e avanzeremo una proposta alla politica e al governo con tante associazioni e movimenti, tra i quali:

  • Filippo Anelli (Fnomceo)
  • Cristina Avonto (Fiopsd)
  • Leonardo Cecchi (petizione popolare)
  • Anna Lisa Mandorino (CittadinanzaAttiva)
  • Rossella Miccio (Emergency)
  • Padre Luca Morigi, Comunità Papa Giovanni XXIII
  • Caterina Pozzi (Cnca)
  • Fabrizio Pregliasco (Anpas)
  • Roberto Rossini (Alleanza contro la povertà)
  • Giustino Trincia (Caritas)
  • Francesca Zuccari (Comunità S. Egidio)

Marco Furfaro coordinerà l’agorà.

Interverranno il segretario del Pd Enrico Letta e il Ministro della Salute Roberto Speranza.

Saranno presenti Sandra Zampa, responsabile Sanità Pd e i primi firmatari della proposta di legge Monica Cirinnà, senatrice, e Luca Rizzo Nervo, deputato.

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