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Sgomberato in Calabria l’istituto Papa Giovanni XXIII

Dove finiranno i 300 pazienti disabili? Giacomo Panizza (CNCA): “Un abuso”

E’ iniziato questa mattina intorno alle 6 lo sgombero all’istituto Papa Giovanni XXIII. Così come preannunciato da giorni, dopo l’emissione del provvedimento da parte della magistratura, è stato avviato lo smantellamento della struttura dove sono ricoverati circa 300 pazienti, tutti disabili mentali, e dove lavorano 550 operatori sanitari. Nei giorni scorsi, i dipendenti avevano annunciato battaglia contro il paventato sgombero e proprio ieri una delegazione di lavoratori si era recata a Roma per far presente la propria situazione al governo centrale. Un altro gruppo di operatori del Papa Giovanni, sempre nella giornata di ieri, si era incatenato davanti all’assessorato regionale alla Sanità per chiedere ancora una volta risposte concrete in merito alla propria situazione lavorativa, incerta ormai da anni e per la quale l’unica prospettiva auspicata finora è la cassa integrazione.

Stamattina all’arrivo delle forze dell’ordine, in divisa antisommossa, i lavoratori che presidiavano l’istituto non hanno opposto resistenza, solo tante scene di disperazione e tanta tensione per cercare fino alla fine di evitare un epilogo triste e doloroso per una struttura sprofondata nel baratro, dopo anni di gestione clientelare. Dopo l’allontanamento dei dipendenti, per tutta la giornata si procederà al trasferimento delle centinaia di persone degenti all’interno dell’istituto. Nel piazzale del Papa Giovanni faranno la spola le autoambulanze che trasporteranno i malati verso altre strutture della regione. Questa la cronaca di una fine annunciata nelle ultime settimane, di un ultimo atto che in molti volevano evitare ma che molti altri hanno condiviso per porre la parola “fine” ad una delle vicende più tormentate della storia recente della Calabria.

Assunta Signorelli, il commissario giudiziario nominata dal Tribunale dopo l’arresto del precedente amministratore don Alfredo Luberto, si è detta esterrefatta per la modalità con cui tutto sta avvenendo. Inoltre non ci sono neanche notizie certe sulle altre strutture che accoglieranno i degenti del Papa Giovanni, non si sa se veramente sono in grado di far fronte alle esigenze dei malati. Don Giacomo Panizza, presidente del Cnca Calabria, anch’egli nominato dal Tribunale per la creazione dell’associazione degli amministratori di sostegno a favore dei malati, ha subito denunciato l’abuso che si sta perpetrando in queste ore. Don Panizza ha lamentato il fatto che agli amministratori di sostegno, figure che dovrebbero sostenere e accompagnare gli ospiti dell’istituto, questa mattina è stato vietato l’ingresso all’interno della struttura. Un divieto esteso anche ai parenti dei degenti che, dunque, dovranno affrontare questo momento da soli.

(17-3-2009. Fonte: Redattore Sociale)

CNCA
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