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Servizio civile nel CNCA, partono sei volontari per l’Ecuador

Il CNCA è titolare, insieme a CESC Project, di un progetto di servizio civile intitolato “Accogliere per crescere”, le cui attività si tengono in Ecuador.

L’obiettivo del progetto è quello di promuovere lo sviluppo educativo e sociale, la formazione professionale e il rispetto dei diritti di bambine/i e di adolescenti vulnerabili delle province di Imbabura (Ibarra) e Pichincha (Quito). L’azione di progetto prevede il supporto per l’inserimento nelle scuole primarie e secondarie dei minori e dei ragazzi accolti.
Leggi la scheda sintetica del progetto

Oggi partono per l’Ecuador tre volontari che fanno riferimento al CNCA. Altrettanti partiranno l’8 novembre prossimo.

“’Accogliere per crescere’ non è uno slogan come tanti ma il titolo del progetto del CNCA, in partenariato con CESC Project, che permetterà a 12 giovani di intraprendere l’esperienza del servizio civile universale in Ecuador”, dichiara Gigi Nardetto, consigliere nazionale del CNCA delegato al Servizio civile. “I sei volontari collegati alla nostra Federazione opereranno a Quito, capitale del Paese. Dopo aver terminato la loro preparazione in Italia saranno impegnati nella città andina all’interno delle strutture e progetti di ASA (Asociaciòn Solidaridad y Acciòn), una realtà che opera con minori adolescenti provenienti da contesti familiari difficili, storie di migrazione, sfruttamento, tratta, dipendenza. L’Ecuador, dopo essere stato per qualche decennio un Paese di emigranti, sta subendo un forte fenomeno immigratorio dalla Colombia, a causa del narcotraffico, e dal Venezuela, per la grave crisi economica e politica di questi anni. Una situazione particolarmente difficile resa ancor più critica dalla pandemia, ancora presente anche se in fase di miglioramento. Per questo solo da poche settimane è stato possibile avviare il progetto. L’entusiasmo è grande, ma anche la sfida è altrettanto grande per tutti. Prioritariamente per i ragazzi che impegneranno un anno della loro vita, una testimonianza, capace di gesti di solidarietà semplici e concreti.
Ma anche per il CNCA che, anche promuovendo il Servizio civile universale all’estero, crede nella cooperazione internazionale, oggi più che mai, vero antidoto di questo tempo difficile. Allora, a maggior ragione, ‘Accogliere per crescere’ non è un slogan.”

Abbiamo chiesto ai sei giovani in partenza di raccontarci le loro aspettative rispetto all’esperienza che li attende.

Ecco cosa ci hanno inviato.


Elena

“Parti davvero?”

“Eh… sì. Tra una settimana esatta.”

 “Non ci credo… Finalmente!”

Finalmente.

“Finalmente.” E’ quello che continuo a pensare e a ripetermi da quando abbiamo ricevuto i biglietti dell’aereo per l’Ecuador – destinazione Quito.

Da qualche giorno ho iniziato a svegliarmi più presto del solito, pensando e ripensando alla valigia da fare, le cose da comprare, il cibo da portare, cosa scegliere e cosa scartare. Il tutto mentre provo un turbinio di emozioni che a parole non riesco a descrivere. Cosa mi aspetto da quest’esperienza? Come la vivrò? I miei sogni, le mie paure?

Da quando è arrivata la pandemia ho imparato e realizzato ancor più che tutto può cambiare da un giorno all’altro e che qualsiasi piano io possa aver fatto, potrebbe svanire nel nulla in poco tempo. Cerco quindi di pensare davvero al minimo indispensabile riguardo ai miei piani futuri e alle aspettative che potrei avere in relazione ad essi.

Per quest’anno di Servizio  Civile in realtà, l’unica cosa che vorrei è la speranza e l’augurio che vada tutto bene, o almeno per il meglio. Per me e per i miei futuri coinquilini. Nonostante il contesto in cui vivremo, decisamente diverso da quello attuale dove tutto è veloce e più comodo, penso fermamente che solo il fatto di partire e andare dall’altra parte del mondo per un anno nel corso di una crisi sanitaria, ambientale, economica e sociale, sia una grande sfida. Per tutti noi.

La distanza, la saudade (come chiamano la nostalgia in portoghese) non  mi preoccupano, come non mi preoccupa la nuova realtà e le nuove culture in cui vivrò.

Spero solo che tutto vada davvero per il meglio.

Sarà un anno fantastico e incredibile.


Aldo

“Per aspera ad astra”.

Non mi viene in mente una citazione migliore per descrivere il lungo cammino che mi ha portato qui, oggi, a pochi giorni dalla partenza per l’Ecuador.

Ero stato, infatti, selezionato per un progetto con un altro ente.

Dopo mesi di incertezze è stato confermato il blocco delle partenze per il Brasile. Pertanto ho chiesto al CNCA se ci fosse la possibilità di un ricollocamento nel progetto “Accogliere per crescere” nella sede di Quito.

Stavo quasi per perdere le speranze quando mi hanno comunicato l’avvio del progetto. Le asperità, quindi, ci sono state, ed anche parecchie.

“Astra”, invece, è la parola adatta quando si parla di Quito, vista la sua effettiva vicinanza al cielo.

Le aspettative sono tante e la paura dell’ignoto comincia a farsi sentire ma c’è anche molta curiosità e voglia di mettermi in gioco.

Durante questa esperienza voglio vedere quali sono i miei limiti e fare in modo di superarli. Partirò con la valigia piena di cose materiali, spero di portarla indietro carica di ricordi, emozioni ed esperienze.


 Vanna

 “L’essenziale è invisibile agli occhi”

Finalmente è giunta l’ora di partire per l’Ecuador… è arrivato il momento di fare l’ultima valigia/zaino… Cosa metterci?? Cosa davvero mi potrà servire per questa esperienza?? Lo spazio è limitato e anche il peso, ciò mi porta a scegliere con cura e attenzione le cose che realmente potranno servirmi: cosa è davvero essenziale per me. Ecco, per me l’essenziale da mettere in valigia/zaino è soprattutto qualcosa di invisibile agli occhi. Porterò con me la voglia di mettermi in cammino con i miei nuovi compagni che come me hanno scelto questa esperienza, sicura che la strada che percorreremo sarà motivo di crescita, di riflessione, di momenti di ascolto e di silenzi, ma anche occasione di festa; ci metto la voglia di essere accolta nella nuova comunità e di accogliere chiunque incontrerò, consapevole che l’incontro con “l’altro” è fonte di ricchezza; infine la voglia di mettermi a servizio, nonché di fare semplicemente del mio meglio, consapevole che più che dare riceverò.


Carlo

La partenza è ormai imminente, tra pochissimo inizierà dopo una lunghissima attesa il mio anno di servizio civile universale. Un turbinio di emozioni contrastanti mi accompagnano in questi ultimi giorni che mi separano dall’aereo che mi porterà in un luogo, Quito, che fino ad un mese fa avevo solo visto scritto in grassetto sui mappamondi. Ho un po’ di paura,  una cultura che non conosco, una lingua che non conosco, un progetto che non avevo scelto, ma la voglia di affrontare questa nuova esperienza e di mettermi alla prova spinto dai valori del servizio civile va oltre questi miei timori. Mi aspetto momenti difficili ed altri che riusciranno a ricompensarli largamente. Sono impaziente, curioso e pronto a tutto ciò che vivrò in questo anno. Spero davvero di dare il massimo e poter davvero dare il mio contributo.


Massimiliano

Era il lontano settembre del 2019 quando feci la mia prima domanda per il Servizio Civile. Poi è arrivato il Covid che mi ha aperto gli occhi su due cose: l’incertezza del domani e il regalo dell’attesa. Sono passati più di due anni e mi ritrovo con un biglietto per l’Ecuador, una valigia da 23 chili che non ho idea di come riempire e una strana sensazione addosso, appiccicata alla pelle come una maglietta sudata. Una maglietta che puzza di felicità, ricerca, desideri, paura (perché è sempre bene portarsi un po’ di paura in tasca), scoperta e tanta, tanta voglia di rimboccarsi le maniche davanti alle ingiustizie.

Lavorando coi migranti mi sono sempre chiesto cosa volesse dire davvero essere straniero nel paese in cui vivi, e avere il lusso di poter provare a comprenderlo in maniera sicura e privilegiata è un dono che il Servizio Civile mette a disposizione di tutte quelle persone che sentono la necessità ineludibile di guardare oltre le mura della propria “Cittadella”.

Io personalmente non ho grandi propositi se non quello di perseverare nella strada che ho scelto quel grigio autunno di due anni fa, anzi, che ho scelto molto prima a dire il vero, quando ho incrociato lo sguardo del primo minore non accompagnato e ho deciso che mi sarei occupato di loro. E non mi aspetto niente di più che tanti, semplici sorrisi quotidiani, piccole luci nel buio. In fondo, le cose più incredibili che potrebbero capitarti nella vita accadranno sicuramente se saprai ridimensionare le tue aspettative.


Melania 

Melania ha voluto esprimere le sue emozioni con un video.

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