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”Salviamo la giustizia minorile”

Presa di posizione della Federazione sul nuovo regolamento di organizzazione del Ministero della Giustizia

COMUNICATO STAMPA

CNCA: “Salviamo la giustizia minorile”
Preoccupazione e sconcerto per l’intenzione del Governo di voler smantellare, di fatto,
il Dipartimento della Giustizia minorile

Roma, 14 ottobre 2010

Il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) esprime la sua forte preoccupazione e il proprio sconcerto per il nuovo regolamento di organizzazione del Ministero di Giustizia, che – se approvato – segnerebbe di fatto lo smantellamento del Dipartimento della Giustizia minorile.

Il testo del provvedimento, infatti, prevede che due direzioni generali attualmente afferenti al Dipartimento della Giustizia minorile – quella del Personale e quella dei Beni e servizi – siano soppresse, riconducendo tali funzioni al Dipartimento dell’Organizzazione giudiziaria e a quello dell’Amministrazione penitenziaria, che svolgerebbero dunque i loro compiti anche per le strutture competenti per i minorenni imputati di reati. Al Dipartimento della Giustizia minorile resterebbero due sole direzioni: la Direzione generale per l’attuazione dei provvedimenti giudiziari e quella per le attività internazionali.

“Ma come fa a funzionare in modo serio ed efficiente una struttura che non controlla più il proprio personale e le proprie risorse?”, chiede Lucio Babolin, presidente del CNCA. “Siamo davvero senza parole. La giustizia minorile italiana è apprezzata in tutto il mondo per il suo alto livello di competenza e di efficacia. E invece di potenziarla assegnandole semmai le risorse economiche di cui avrebbe bisogno, le si dà un colpo mortale. E per quale ragione poi? Per risparmiare e per razionalizzare, ci viene detto. Ma smantellare una struttura che funziona non porta risparmio, toglie un valore alla collettività.”

“I Centri per la Giustizia minorile”, continua Babolin, “sono infatti, in molte zone del paese, un presidio fondamentale per promuovere una cultura della legalità e per sostenere tanti ragazzi e ragazze che vivono in condizioni particolarmente difficili, inseriti in quartieri ancor più problematici, spesso segnati dalla forte presenza delle mafie. L’attività di tali servizi dipende in misura significativa dalla loro autonomia nell’organizzare e gestire le risorse umane e finanziarie. Tutta l’azione sui territori in favore dei ‘ragazzi del penale’ ruota intorno a essi. Se li ridimensioniamo, il sistema perderà il proprio perno.”

“Un Governo che vuole davvero contrastare la criminalità e le mafie non può approvare una tale ‘riorganizzazione’,” conclude Babolin. “Il CNCA chiede perciò al ministro Alfano di poter incontrare, al più presto, un esponente del suo dicastero per esporgli le ragioni della propria contrarietà al nuovo regolamento.”

CNCA
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