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Parte la Gaza Freedom March, una grande azione nonviolenta ”contro l’assedio illegale di Gaza”

Nonostante l’irrigidirsi della posizione egiziana, che nelle utlime ore ha confermato che non consentità né l’accesso alla Striscia di Gaza attraverso il valico di Rafah né altre manifestazioni politiche ai 1400 attivisti che da 43 paesi del mondo stanno convergendo al Cairo per prendere parte alla Gaza Freedom March, il comitato organizzatore della grande azione non-violenta che vuole rompere l’assedio ha confermato che la marcia ci sarà e che sarà usato qualunque mezzo non-violento per attraversare il confine e portare solidarietà alla popolazione assediata.

Dal 27 dicembre al 2 gennaio l’agenzia AMISnet racconterà la Gaza Freedom March. A partire da domani alle ore 15.30 sarà disponibile un diario di viaggio realizzato in collaborazione con Michele Giorgio, inviato del “Manifesto”. Il 31 Dicembre la Marcia si unirà ad una grande manifestazione che vedrà migliaia di palestinesi dalla Cisgiordania recarsi al valico di Herez per cercare di oltrepassarlo. Dall’Italia è in partenza una ricca delegazione di circa 140 persone.

La rubrica sarà di circa 15 minuti e sarà disponibile su http://amisnet.org e http://scirocco.amisnet.org e attraverso Facebook (http://www.facebook.com/pages/AMISnet/51574320946) e Twitter (http://twitter.com/AMISnet).

Gli aggiornamenti

La tensione tra Egitto e Gaza con il suo governo, gestito da Hamas, è altissima dall’inzio della costruzione di un nuovo muro sul confine meridionale della Striscia, un muro che si incunea nelle profondità della terra per 18 metri in modo da impedire l’uso dei tunnel che in questi tre anni hanno consentito alla popolazione di Gaza di alleggerire lievemente l’ assedio criminale cui è sottoposta. Proprio queste tensioni sarebbero alla base del divieto egiziano e le notizie d’ultimora non sono incoraggianti: gli appelli a lasciar passare la marcia che hanno tempestato le ambasciate Egiziane in tutto il mondo non hanno convinto le autorità del Cairo, che hanno anzi citato i “messaggi antiegiziani giunti da più parti” come ulteriore motivazione per bloccare la mobilitazione.
Intanto il convoglio “Viva Palestina”, che doveva arrivare nella Striscia proprio nel giorno dell’anniversario dell’operazione “Piombo Fuso” e che era partito dal Regno Unito il 6 dicembre con un carico di aiuti umanitari, è stato bloccato ad Aqaba in Giordania perchè l’Egitto nega i permessi di ingresso nel paese. Appelli alla mobiltazione e dichiarazioni di sostegno o adesione alla Marcia arrivano da ogni luogo, dai comitati popolari di Bil’in e Nil’in, paesi simbolo della lotta non violenta contro il muro in Cisgiordania, fino ad arrivare alle reti di ebrei pacifisti in tutto il mondo, le chiese cristiane Palestinesi, tutte le fazioni palestinesi, organizzazioni sindacali e pariti di ogni parte del mondo, veterani della lotta contro l’Apartheid sudafricana e reduci dell’olocausto nazista. Sono molti i nomi noti tra i sostenitori della Marcia e nei giorni in cui ci sarà la mobilitazione sono previste decine di iniziative a suo sostegno in tutto il pianeta, per tenere traccia dei sostenitori eccellenti e delle mobilitazioni è sufficente visitare il sito della marcia http://gazafreedommarch.org o seguire il canale youtube http://www.youtube.com/gazafreedommarch o i gruppi facebook, per quella che si annuncia come una mobilitazione globale anche sul web.
Il comitato organizzatore della Gaza Freedom March continua ad invitare tutti a far sentire la propria voce per chiedere al Cairo di cambiare posizione, inviando le proprie proteste per email o per fax o chiamando le ambasciate egiziane. Sul sito del Forum Palestina (http://www.forumpalestina.org/news/2009/Dicembre09/21-12-09GovernoEgizianoEntrata.htm) è possibile trovare tutti i riferimenti dell’ambasciata in Italia e degli esempi di mail da inviare, mentre su quello di Action For Peace (http://www.actionforpeace.org/index.php/Iniziative/Egitto-Aprite-il-confine-alla-Gaza-Freedom-March.html) è presente anche un form precompilato pronto all’invio.

Di seguito l’appello intorno al quale è stata organizzata la marcia:

Appello Internazionale per la Gaza Freedom March

L’assedio israeliano di Gaza è una flagrante violazione del diritto internazionale che ha portato alla sofferenza di massa. Gli Stati Uniti, l’Unione Europea, e il resto della comunità internazionale sono complici.

La legge è chiara. La coscienza dell’umanità è scossa. Eppure, l’assedio di Gaza continua. È giunto il momento di agire! Il 31 dicembre 2009 concluderemo l’anno marciando al fianco del popolo palestinese di Gaza in una manifestazione nonviolenta per rompere il blocco illegale.

Il nostro scopo in questa marcia è rompere l’assedio di Gaza. Chiediamo che Israele ponga fine al blocco. Chiediamo anche all’Egitto di aprire la frontiera di Gaza a Rafah. I palestinesi devono avere la libertà di viaggiare per motivi di studio, di lavoro, e di cura e anche di ricevere visitatori provenienti dall’estero.

Essendo noi una coalizione internazionale, non spetta a noi sostenere una soluzione politica specifica a questo conflitto. Eppure la fiducia nella nostra comune umanità ci spinge a chiedere a tutte le parti di rispettare e sostenere il diritto internazionale e i diritti umani fondamentali per porre fine all’occupazione militare israeliana dei territori palestinesi del 1967 e per perseguire una pace giusta e duratura.

La marcia potrà avere successo soltanto se risveglierà la coscienza dell’umanità.

Vi invitiamo tutti ad unirsi a noi.

La Coalizione internazionale per la fine dell’assedio illegale di Gaza

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