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Parte il progetto Com.In.Rom

Accrescere le competenze degli operatori sul fenomeno rom. Si parte a Napoli domani. A breve in altre città del Sud

Il progetto “Com.In.Rom – Accrescere le competenze degli operatori sul fenomeno Rom” parte domani da Napoli (vedi il programma dell’evento e un articolo di Giovanni Laino dell’Associazione Quartieri Spagnoli), per poi proseguire con le partenze di Bari (24 gennaio), Lecce (02 febbraio), e con quelle in via di definizione come Palermo (16 febbraio), Reggio Calabria (21 febbraio), Catanzaro (24 febbraio) e Crotone (29 febbraio).

Il lavoro dei mesi scorsi, di disseminazione e preparazione presso gli stakeholders tutti, ci dice che il lavoro sarà impegnativo e duro.

Pur tuttavia è forte la consapevolezza che ci muoviamo su un tema, un fenomeno, una realtà, quella delle condizioni di vita e di integrazione della popolazione Romanì in Italia (per il progetto in alcune regioni del Sud) densi di significati, simboli, conflitti, visioni, o semplicemente carichi di un marcato deficit di conoscenza e di pubblica attenzione. Come afferma efficacemente Gianni Laino nel suo articolo apparso su Repubblica Napoli, la questione rom come “capro espiatorio” nel gran caos collettivo che viviamo in questo nuovo secolo/millennio.

Partiamo con alcune consapevolezze con cui faremo i conti nei prossimi mesi:

1) siamo il paese europeo ad economia avanzata con la più bassa incidenza della presenza di questa minoranza;

2) siamo il paese che ha agito come (pressoché) unica soluzione quella degli “insediamenti o campi”, le cui condizioni di vita non danno adito a dibattiti sulla loro inaccettabilità;

3) siamo il paese che ha prodotto numerose e gravi manifestazioni di discriminazione, causa di molteplici richiami e proteste da parte di istituzioni europee e di autorevoli enti non governativi;

4) a fronte di ciò, molte risorse disponibili per attuare policies in favore di un cambio di rotta giacciono inutilizzate nei forzieri pubblici;

5) le dimensioni locali sono quelle nelle quali qualunque policy, anche la migliore possibile che verrà disegnata dalla redigenda Strategia Nazionale per l’integrazione dei Rom, dovrà incardinarsi localmente e pertanto la qualità delle reti che sapremo costruire insieme con il progetto avranno diretta rilevanza sul potenziale locale;

6) la comunità italiana Rom, quella visibile e quella non rappresentata, ha bisogno di interagire maggiormente con reti e soggetti nazionali come il nostro consorzio, in una logica di reale reciproco empowerment (in un continuum tra sapere, diritti e inclusione) e ciò interroga fortemente entrambe le realtà e le sollecita ad esplorare nuove strade e nuove congiunzioni;

7) quello culturale è il cambiamento, quello prodromico e più urgente e Com.In Rom prova a partire proprio di qui.

Siamo, però, anche il paese che ha espresso un Governo il cui Ministro si definisce “antico amico dei rom” e che sancisce come proprio l’impegno ufficiale al superamento degli insediamenti/campi rom.

Com.In.Rom quindi come una opportunità da cogliere e da costruire, insieme e ciascuno per la sua parte.

Gianpietro Losapio
direttore NOVA – coordinamento nazionale progetto

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