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Oltre 150 servizi di riduzione del danno in Italia

Presentati oggi i risultati di una ricerca di CNCA, CICA e Arcigay. Interventi di Rdd coprono solo un quarto del territorio nazionale

COMUNICATO STAMPA

Oltre 150 servizi di riduzione del danno
si rivolgono, nel nostro paese, alle persone che usano droghe
Presentati oggi a Roma i risultati di una ricerca realizzata dal CNCA
in collaborazione con CICA e Arcigay.
Gli interventi di riduzione del danno coprono solo un quarto
del territorio nazionale, pur essendo previsti nei Lea

Roma, 21 maggio 2019

Altro che carcere e allargamento della sfera penale. Sono 152 i servizi di riduzione del danno (Rdd) e limitazione dei rischi (Ldr) censiti da una ricerca promossa dal Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) insieme al Coordinamento Italiano Case Alloggio Hiv/Aids (CICA) e all’Arcigay. L’indagine è stata presentata oggi a Roma in occasione del seminario “La strada diventa servizio. La riduzione del danno come diritto”. L’evento rientra nel progetto Pas – Principi attivi di salute.

“Mentre c’è chi, nel mondo politico, intende rilanciare la vecchia e fallimentare ‘guerra alla droga’ – che si trasforma inevitabilmente in una guerra nei confronti di chi fa uso di droghe più che contro organizzazioni criminali e grandi spacciatori –,” afferma Riccardo De Facci, presidente del CNCA, “è cresciuta in Italia, soprattutto nel centro-nord, una vasta rete di servizi di riduzione del danno e limitazione dei rischi che è in grado di dare risposte concrete ai bisogni di chi fa uso, abuso o vive una condizione di dipendenza dalle sostanze psicoattive. Una rete di servizi e operatori che affronta la questione del consumo di droghe dal punto di vista sociale e sanitario.”

I dati della ricerca. Sono diverse le tipologie di servizio di riduzione del danno censite nella ricerca, che si riferisce al periodo 1 gennaio-31 dicembre 2017. Le principali sono: unità mobili in contesti di consumo e spaccio (come nella zona di Rogoredo), drop in (luoghi a bassissima soglia dove si può anche fare una doccia e dormire, rivolti soprattutto a un’utenza marginale, spesso senza dimora), unità mobili per grandi eventi (festival musicali, rave, free party, eventi in discoteca), unità mobili nei luoghi del divertimento giovanile (bar, pub, piazze, luoghi di ritrovo).
Dei 152 servizi censiti, 37 erano attivi in Emilia Romagna, 26 in Lombardia, 22 in Piemonte, 15 nel Lazio, 13 in Toscana, 9 in Umbria. Nel sud Italia sono stati rilevati 6 servizi in Campania, 2 in Puglia e 1 in Calabria. Nessun servizio è stato rilevato in Basilicata, Sicilia e Sardegna.
I contatti totali sono stati forniti da 122 servizi e ammontano a 381.931. Quanto, invece, alle persone entrate in contatto con i servizi, sono state in totale 33.284 (dati forniti da 116 servizi). (Il numero dei contatti è superiore a quello delle persone perché una stessa persona può essere entrata in contatto con il servizio più volte.)
Per quanto riguarda il target dei servizi, quello prevalente sono le persone che usano droghe (indicate da 133 servizi), subito dopo i giovani (76 servizi), le persone fragili (63) e le persone con Hiv (48). 41 servizi hanno indicato le persone migranti, 44 la popolazione generale.
Le persone più giovani (i minori di 25 anni) rappresentano quasi la metà dell’utenza (40%). Un quarto dell’utenza è rappresentata da persone adulte di età compresa tra i 25 e i 34 anni. Le persone ultra 65enni sono utenti di case alloggio. Il 71% sono maschi, il 28% femmine e l’1% transgender. Il 75% italiani, il 25% stranieri.
I servizi sono gestiti in prevalenza da parte di organizzazioni del terzo settore (63%), i restanti da enti pubblici, anche se la titolarità del servizio è in genere pubblica, in primis delle aziende sanitarie locali.
I servizi rilevati vantano una lunga storia: la maggior parte è attiva da oltre 11 anni e solo 4 (3,4%) sono stati avviati da meno di un anno. Le attività di Rdd/Ldr sono prevalentemente a carattere settimanale (5 giorni alla settimana) con circa 4 ore di servizio al giorno. I servizi che hanno un funzionamento sporadico, ovvero 1 giorno o meno al mese, sono meno del 10%, mentre i servizi continuativi (almeno 3 giorni alla settimana) rappresentano oltre il 50% del campione.
Per quanto concerne le prestazioni offerte, troviamo in primo luogo la “distribuzione siringhe/aghi e altro materiale per uso sostanze per via iniettiva”, la “distribuzione materiale informativo sulle sostanze”, la “distribuzione di profilattici” e la “raccolta di siringhe usate”. Ma un rilievo significativo hanno anche le attività di counselling, l’invio ai servizi sociali e sanitari, le prestazioni mediche di vario genere, la distribuzione di naloxone e di kit per la riduzione dei rischi sanitari nell’assunzione di sostanze per via polmonare e la somministrazione di etilometri.

“Il sistema dei servizi”, continua De Facci, “deve affrontare domande e situazioni in continua mutazione: dalle grandi piazze di spaccio, come quelle esistenti a Rogoredo e Scampia, alle oltre cento nuove sostanze psicoattive rilevate dall’Istituto Superiore di Sanità lo scorso anno, ai nuovi modi e luoghi del consumo. C’è bisogno di un significativo ammodernamento del sistema di intervento. Questo seminario ha anche lo scopo di porre la questione della riforma del sistema a Regioni, ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità e a tutti gli altri addetti ai lavori. E un pezzo cruciale da rafforzare e valorizzare è quello che opera sulla strada, nella logica della prossimità.”

“Dentro le strategie di riduzione del danno,” dichiara Paolo Meli, presidente del CICA, “è importante collocare anche l’opportunità di fornire corrette informazione sui rischi di contrarre l’Hiv e le altre malattie a trasmissione sessuale, mettere a disposizione il preservativo, perché l’uso di sostanze abbassa il livello di consapevolezza del rischio e di autocontrollo nella sfera sessuale, offrire l’opportunità di fare il test rapido per l’Hiv e, in caso di positività, fornire un contatto diretto coi centri di cura per avere subito accesso alle terapie.”

“Tra le sfide nuove a cui oggi il sistema dei servizi è cieco c’è quella posta da fenomeni nuovi come il ‘chemsex’, in cui uso e abuso di sostanze si intrecciano in modo unico ai bisogni di salute sessuale”, afferma Michele Breveglieri, responsabile salute e lotta all’Hiv di Arcigay. “La Rdd e la Ldr vanno viste oggi anche in questa prospettiva nuova, che interroga un sistema già di per sé inadeguato a dare risposte ai bisogni di salute sessuale, sia sul piano del benessere psicologico sia su quello della prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili, e richiede con urgenza approcci integrati e innovativi.”

“Come CNCA”, conclude De Facci, “abbiamo sempre sostenuto che le politiche sociali e l’approccio educativo e non, piuttosto, la repressione debbano essere al centro degli interventi in materia di droghe. I servizi di Rdd e Ldr coprono oggi non più di un quarto del territorio nazionale. C’è una legge dello stato che ha incluso tali servizi nei Lea, ma mancano tuttora stanziamenti e, in alcuni casi, sensibilità adeguate affinché tutta la popolazione residente possa realmente usufruire di questa rete di servizi e interventi. Chiediamo a tutte le istituzioni competenti di attivarsi in merito.”

Scarica il programma del seminario

Scarica il report della ricerca su Rdd e Ldr
versione integrale
sintesi

Guarda la video registrazione su Facebook:
sessione della mattina
tavola rotonda del pomeriggio

Scarica le slide presentate al seminario:
Riccardo De Facci
 Antonella Camposeragna
Angela Bravi

 

CNCA
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