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Monito del CNCA: ”Fuori i bambini dal carcere!”

Sconcerto e rabbia per la presenza delle due bambine rom in gabbia con la madre al Tribunale di Napoli. Necessari cambiamenti normativi che prevedano misure alternative per le detenute madri di minori in tenera età. La Federazione disponibile ad accoglierle – con i loro figli – nelle proprie strutture

 

ROMA – Il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) esprime il proprio sdegno e una ferma condanna per l’episodio accaduto recentemente a Napoli: due bambine rom di 1 e 3 anni sono state rinchiuse in gabbia insieme alla loro madre durante un’udienza avvenuta presso la Corte di Appello del Tribunale del capoluogo napoletano.
Tale gravissimo evento è stato provocato non soltanto da un’incuria espisodica per la condizione dei minori, ma dalla politica che il nostro paese adotta nei confronti delle madri con figli trattenute in carcere. Per questo l’invio di un ispettore presso il Tribunale di Napoli, annunciato dal ministro di Grazia e Giustizia, è una risposta del tutto insufficiente rispetto all’entità del problema.
Sono, infatti, circa 60 i bambini da zero a tre anni che vivono negli istituti di pena italiani accanto alle loro madri detenute. “Spero che i nostri legislatori”, afferma Lucio Babolin, presidente del CNCA, “non pensino che basti mettere in galera anche i figli, i bambini di qualche mese o anno di età, per aver tutelato il diritto del minore a crescere con il proprio genitore. Si è creata, così, una situazione intollerabile, che lede fortemente la possibilità del minore di avere uno sviluppo sano e positivo”.
Già lo scorso anno il CNCA aveva posto pubblicamente la questione dei bambini in carcere, presentando il proprio documento sul carcere intitolato “Carcere e cittadinanza”: “Si levi un grido:”, si legge nel documento, “fuori i bambini dal carcere. L’infamia di far crescere in carcere dei bambini, fosse anche uno solo, è un’offesa intollerabile che ci riempie di vergogna e c’indigna profondamente. Tenerli in carcere e farli crescere tra i cancelli e gli spazi angusti non può non essere considerato un delitto contro l’umanità, una violazione flagrante dei diritti universali. Basta con i bambini galeotti.”
Per il CNCA è necessario prevedere interventi normativi che limitino il più possibile, in presenza di tali situazioni, il ricorso al diritto penale e, quando ciò non è possibile, stabiliscano misure alternative alla detenzione: “Non possiamo mettere i bambini in carcere, né allontanarli dalla loro madre”, continua Babolin. “Si è aperta una stagione di cambiamenti normativi – indulto, legge sull’immigrazione, legge sulle droghe – che dovrebbe prendere in considerazione anche questo rilevante problema di violazione di diritti fondamentali. Il CNCA dà pubblicamente la propria disponibilità ad accogliere le madri detenute, e i loro bambini, per le quali si potrebbe attivare l’istituto della messa alla prova in comunità.”

Roma, 21 febbraio 2007

CNCA
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