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Minori stranieri a Lampedusa, il CNCA scrive alle istituzioni

Necessari chiarimenti sulle modalità di accoglienza, in particolare per quanto riguarda i processi di tutela e di presa in carico continuativa del singolo progetto individuale e di avvio all’autonomia

Don Armando Zappolini, presidente del CNCA, ha scritto una lettera indirizzata al Ministro dell’Interno, al Presidente della Conferenza delle Regioni e Provincie Autonome, alla coordinatrice degli Assessori alle Politiche sociali della Conferenza delle Regioni e Provincie autonome, al Presidente dell’Unione Provincie Italiane e al Presidente dell’Anci in merito all’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati e delle mamme con bambini che sono sbarcati recentemente a Lampedusa.

Ecco il testo del documento:

In riferimento all’Accordo assunto dal Governo, dalle Regioni, dalle Province autonome e dagli Enti locali nella seduta straordinaria della Conferenza unificata del 30 marzo 2011, con la presente comunicazione intendiamo chiedere chiarimenti in merito alle modalità di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, con particolare riferimento ai processi di tutela e di presa in carico continuativa del singolo progetto individuale e di avvio all’autonomia.
Nello specifico, chiediamo di conoscere quali modalità attuative sono previste per rendere efficace quanto definito nel suddetto accordo laddove si afferma che, “per quanto riguarda i minori stranieri non accompagnati, il Governo si impegna ad individuare risorse stabili e pluriennali al sostegno della collocazione nelle case famiglie attraverso i Comuni”.
Ci sembra invece che, nella prassi operativa delle Regioni che finora hanno avviato un processo di ricerca di disponibilità all’accoglienza, non sia affatto chiaro a chi compete la responsabilità della tutela e della co-costruzione del progetto a favore del minore (compete ai Comuni sul cui territorio è ubicata la comunità? Chi avvia il procedimento per la nomina del tutore? Chi ha la responsabilità del progetto a favore del minore?) al termine del periodo di accoglienza in Pronto Intervento (60/90 giorni).
Riteniamo invece necessario e fondamentale chiarire questi aspetti, proprio per rendere esigibile il diritto alla tutela ed alla costruzione di futuro per ogni minore di età presente a qualunque titolo sul territorio nazionale, così come peraltro previsto dalla normativa nazionale e dalle convenzioni internazionali sottoscritte anche dall’Italia.
Allo stesso modo, riteniamo necessario avviare percorsi di accoglienza specifici ed in contesti adeguati,non certo riscontrabili in situazioni quali le tendopoli, a favore di mamme con bambini o di donne incinte.
Sul territorio nazionale, da tempo, è presente una buona rete di comunità per mamme con bambini e ci sembra debba essere questa la risorsa idonea e da valorizzare per rispondere con attenzione a queste specifiche situazioni.
Per queste ragioni – e ribadendo la necessità che le questioni sopra indicate trovino risposte rapide ed omogenee sull’intero territorio nazionale – le organizzazioni aderenti al CNCA ed ubicate nelle diverse regioni italiane, rinnovano la loro disponibilità ad accogliere minori stranieri non accompagnati e mamme con bambini, mettendo a disposizione comunità educative di tipo familiare e comunità mamma – bambino.

CNCA
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