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Lettera aperta al nuovo parlamento europeo: “Costruiamo l’Europa dei diritti”

Lettera aperta al nuovo parlamento europeo: “Costruiamo l’Europa dei diritti”

Siamo una rete di associazioni impegnate nell’accoglienza, nella promozione dei diritti sanciti da leggi e convenzioni internazionali, nel salvataggio in terra e in mare, nel sostegno a chi giunge nell’Unione Europea alla ricerca di un luogo dove vige lo Stato di diritto e dove poter costruire in sicurezza la propria vita.

Oggi, però, l’Unione Europea appare sempre più un continente vessatorio, in cui le persecuzioni nei confronti delle persone che fuggono da persecuzioni, guerre, violenze generalizzate, disastri climatici che provocano carestie, desertificazione, povertà estrema, sono sempre più all’ordine del giorno.

La prova è nel Patto Migrazione e Asilo, una riforma approvata nella scorsa legislatura, seppur con una maggioranza risicata, che mette seriamente a rischio l’esercizio dei diritti fondamentali dei cittadini e delle cittadine migranti. Nei mesi scorsi, attraverso un lungo percorso di consultazione e denuncia dal basso svolto con la Road Map per il Diritto d’Asilo e la Libertà di Movimento, abbiamo provato ad evitarne l’approvazione e le sue inevitabili conseguenze, ma non ci siamo riusciti.

Un piano criminale. Esiste un piano di attuazione temporale elaborato dalla Commissione Europea per mettere in atto questa riforma, il cui passo successivo consiste nell’elaborazione, da parte degli Stati membri, dei rispettivi piani nazionali di attuazione entro il 12 dicembre 2024. Le linee guida di questa riforma prevedono che tutti i migranti irregolari saranno registrati e sottoposti a uno screening della loro identità, circa il rischio per la sicurezza, e per gli aspetti riguardanti la vulnerabilità e la salute.

Questa procedura sarà prevista anche per tutte le persone che presenteranno la domanda di protezione internazionale ad un valico di frontiera. In una successiva fase, poi, si applicherà una procedura di frontiera obbligatoria per tutti e tutte coloro si ritiene infondata la domanda di protezione internazionale, oppure che presentino un rischio per la sicurezza o che abbiano mentito alle autorità.

Queste norme, così dette di screening e procedure accelerate di frontiera, sono, in realtà, l’anticamera del nuovo regolamento sui rimpatri, il quale prevede che ad ogni richiedente asilo a cui verrà negato l’asilo, ne sarà accelerato anche il rimpatrio o la riammissione verso paesi terzi con cui la maggior parte degli stati membri detengono accordi e che nella maggior parte dei casi non rispettano i diritti fondamentali nemmeno dei propri cittadini. Questo piano sarà garantito da Frontex, organo di polizia dell’Unione che diverse inchieste giornalistiche hanno già inchiodato per i suoi metodi violenti e autoritari. Non soltanto. All’agenzia Frontex sarà affidato un ruolo chiave nell’implementazione di questo regolamento supportando gli Stati membri in tutte le fasi del processo di rimpatrio.

Rilanciare la mobilitazione. Per questo, oggi che l’Unione Europea si trova ad affrontare uno dei momenti più difficili della sua storia, con il suo parlamento più a destra della sua storia, abbiamo deciso di rilanciare le azioni della mobilitazione della società civile. Il 4 luglio, al termine di una assemblea on line che ha visto la partecipazione di quasi 200 persone da ogni parte d’Italia, abbiamo redatto una lettera aperta in dieci punti rivolta al nuovo parlamento europeo e alle forze politiche e che invitiamo a sottoscrivere.

Cosa chiediamo? Un cambio di passo profondo nelle politiche sbagliate sia in termini di contenuti, sia di direzione, che continuano a produrre, anzi, ad aumentare, migliaia di morti nel mar Mediterraneo, nell’Oceano Atlantico, lungo la rotta balcanica. Fermiamo l’Europa dei muri e delle stragi, costruiamo l’Europa dei diritti, ascoltiamo la società civile. Rilanciamo la mobilitazione perché ciò avvenga.

“Scarica qui l’appello e firmalo”

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