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Lettera aperta ad Alfredo Mantovano

Lettera aperta ad Alfredo Mantovano,
sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri,
con delega sulle droghe

Gentilissimo Alfredo Mantovano,

abbiamo seguito con attenzione e interesse l’iniziativa promossa dal governo il 26 giugno scorso, Giornata mondiale contro l’abuso e il traffico illecito di droga, rispetto alla quale pur ringraziando per l’invito abbiamo deciso di non partecipare, perché lontana nell’impostazione dalle nostre convinzioni che nascono dalla nostra pluriennale esperienza.

In relazione ai contenuti emersi e, in particolare, a quanto da lei espresso nel suo intervento come sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega al Dipartimento antidroga, non possiamo non sottolineare diversi punti di convergenza con i linguaggi e i contenuti che sono alla base del lavoro quotidiano delle organizzazioni associate al CNCA: il richiamo alla corretta informazione come presupposto di qualsiasi politica e intervento nel campo delle sostanze stupefacenti, la necessità di interventi multi disciplinari che si adattino alla persona e non la proposizione di modelli standard validi per tutti, l’attenzione agli adolescenti promuovendo politiche a loro dedicate finalizzate a valorizzare le loro aspirazioni nei diversi campi culturale, artistico, sportivo e creativo. Siamo anche sollevati dal fatto che ci possa essere un intervento del governo centrale che permetta di ampliare lo spettro delle risposte di enti accreditatati anche in quelle regioni che hanno solo poche tipologie di servizi riconosciuti. Siamo disponibili a collaborare ad una nuova Conferenza Nazionale con il protagonismo – quale rete del terzo settore più ampia per servizi sul territorio – che abbiamo avuto in quella svolta a Genova lo scorso novembre 2021, i cui risultati siamo convinti vadano rispettati e valorizzati.

È anche per questo che ci lasciano perplesse alcune prese di posizione, in particolare la definizione degli interventi di Riduzione del danno come interventi di gestione del “male”, oppure la parificazione di tutte le sostanze come parimenti pericolose per la salute, o la descrizione di una società alla deriva nella presa in carico della questione droghe.

Non possiamo che esprimere la nostra ferma contrarietà alla descrizione di un mondo dicotomico, che scarica nel male chiunque faccia uso di sostanze e nel bene coloro che a seguito di un problema di dipendenza e solo con l’intervento della comunità possano dire di aver superato un momento di difficoltà.

La salute e il benessere di cittadini che entrano in contatto con il mondo dei consumi ha sempre richiesto una capacità del sistema del riconoscimento dell’importanza dei diversi interventi che devono essere messi in campo, tra cui la Riduzione del danno, come promosso e tutelato anche dalle raccomandazioni europee e dai Livelli essenziali di assistenza. Questo in quanto la salute delle persone, il loro benessere e la loro sicurezza prevedono, per il CNCA e non solo, un passaggio essenziale nella costruzione di risposte complesse.

La salute di tutti i cittadini è la finalità per la quale i nostri servizi – e le persone che ci lavorano e collaborano a diverso titolo – sono impegnati da più di quarant’anni e, quindi, non possiamo non sostenere con forza che un approccio prettamente punitivo e proibizionista non va nella direzione auspicata, come dimostrano in maniera inequivocabile i dati a livello italiano e internazionale.

Il nostro impegno quotidiano nel rapporto con decine di migliaia di persone non ha mai perso di vista il rispetto e la dignità della persona in qualunque stato economico, sociale, di salute e di lucidità si trovi. Per questo non possiamo che respingere l’approccio manicheo che sembra emergere dal suo discorso.

Il CNCA rappresenta la rete più grande in Italia per numero di comunità residenziali e semiresidenziali, interventi e servizi di riduzione del danno e limitazione dei rischi, progetti di prevenzione in ambiti formali come la scuola e informali come i centri di aggregazione giovanile e i contesti del divertimento.

Questa lettera aperta nasce dal profondo rispetto che abbiamo per le istituzioni democratiche ed è per questo che continueremo a garantire il nostro contributo nei tavoli di consultazione dedicati, e siamo disponibili a promuovere e partecipare a momenti di confronto pubblico quando svincolati da prese di posizione preconcette e tesi ideologiche che non condividiamo, e che ci pare non permettano una discussione (eventualmente anche conflittuale) sui fatti, i dati e le esperienze che ci hanno visti protagonisti in tutti questi anni.

Certi di trovare la sua attenzione alla presente, porgiamo distinti saluti

Caterina Pozzi
presidente del Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA)

CNCA
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