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La mossa del cavallo

Incontro del CNCA per confrontarsi sulle politiche e sulle progettualità con e per i giovani 

“Sembra il pezzo più debole ma la mossa del cavallo spiazza il gioco”. È questo l’incipit dell’incontro con oltre 50 operatori sociali, esperti di politiche giovanili, che si è tenuto lo scorso 31 maggio a Casalecchio di Reno. Ci ha ospitato Spazio Eco: un luogo-simbolo la cui forza sta nelle connessioni tra cultura, relazioni e gusto. Un appuntamento per interrogare le tante intuizioni ed esperienze che attraversano i nostri gruppi: un’introduzione, quattro esperienze-guida e un metodo basato sulle interazioni hanno guidato il viaggio nell’inedito.

Siamo consapevoli che oggi essere giovani è già di per se una condizione di vulnerabilità, basti pensare al tema della disoccupazione – e sotto occupazione – giovanile o al numero di giovani che stanno letteralmente scappando dal nostro paese (sono più di quelli che arrivano). Questo non significa che tra i giovani non ci siano situazioni di maggior fragilità, ma è cambiato il paradigma: stiamo accompagnando tutti i giovani – con intensità differenti – a costruire un futuro che oggi non c’è. Ma i giovani hanno anche una maggiore resilienza, una propensione all’innovazione, una diverso approccio al digitale e alle questioni ambientali: per questo siamo convinti che dando fiducia ai giovani rendiamo migliori le comunità che abitiamo. È un tempo di “Generare sociale”: un atto che cambia le persone e i contesti; per questo ci siamo chiesti quanto gli apprendimenti operativi stiano diventando anche apprendimenti organizzativi. Abbiamo fatto nostro il pensiero di Amartya Sen: “Le risorse economiche derivano dalle risorse sociali”. Non siamo noi, è la nostra società che ha bisogno di investire in risorse relazionali, in risorse umane e in risorse etiche. I nostri interventi devono parlare al cuore della società, non possiamo pensarli marginali. Noi abitiamo le tante frontiere (i margini ) perché sono i luoghi maggiormente vitali.

Sempre più spesso “usciamo dal sociale per fare sociale”: ci confrontiamo con mondi diversi, facciamo i conti con la dimensione economica delle nostre azioni e con la qualità dei “prodotti”. Questo è il tempo in cui investire sulle persone e sulle collaborazioni, ci aiuta avere un’idea chiara ed essere disponibili a costruire insieme la strada per realizzarla. Abbiamo bisogno di raccontarci di più e meglio perché non possiamo più parlare solo tra di noi: abbiamo capito che “noi” non siamo “il sociale”, perché “il sociale” è la vita della gente. Cambia il nostro ruolo: sempre più facilitatori e attivatori, sempre più in relazione con soggetti diversi. Promuovendo la partecipazione sosteniamo la diffusione di responsabilità, per questo le nostre alleanze devono “diventare comunità”. Abbiamo bisogno di soluzioni creative e nella collaborazione con realtà che hanno modelli organizzativi completamente diversi dai nostri possiamo apprendere nuove modalità. Ci sono molti preconcetti che dobbiamo superare per poter rivedere e risignificare i nostri interventi e le nostre collaborazioni: oggi non servono riserve indiane, dobbiamo accompagnare i giovani – tutti i giovani – a costruire il loro e il nostro futuro.

A “La mossa del cavallo”, ogni 30 minuti un gong scandiva la rotazione dei partecipanti nei gruppi di lavoro. Ad ogni colpo del gong gli amici dello Spazio Eco distribuivano una portata del pasto. Un modo particolare di connettere lavoro e convivialità, testa e pancia. D’altronde abbiamo imparato che questo è tempo di generare nuove connessioni!

(articolo di Massimo Ruggeri)

CNCA
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