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L’arresto del sindaco di Riace coinvolge un’esperienza vitale e innovativa di accoglienza dei migranti

Don Zappolini: “L’accoglienza ‘diffusa’ è il modello da seguire”

COMUNICATO STAMPA

L’arresto del sindaco di Riace
coinvolge un’esperienza vitale e innovativa di accoglienza dei migranti
Don Zappolini: “L’accoglienza ‘diffusa’ è il modello da seguire.
Preoccupati per un’indagine che arriva in un momento
in cui la solidarietà verso le persone straniere è messa sotto accusa”

Roma, 3 ottobre 2018

Il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) esprime sconcerto e forte preoccupazione per l’arresto di Domenico Lucano, sindaco di Riace.

“Dinanzi alle accuse mosse dalla Procura di Locri al sindaco Mimmo Lucano, attendiamo le sentenze della magistratura”, dichiara don Armando Zappolini, presidente del CNCA. “Quello che possiamo dire oggi con certezza è che questa indagine coinvolge una delle esperienze più vitali e innovative di accoglienza di persone migranti che siano state attivate in Italia. Un’iniziativa capace di tenere insieme solidarietà, accoglienza e integrazione con la risposta ai bisogni di un territorio a grave rischio di spopolamento. Il Comune di Riace ha realizzato un vero progetto di accoglienza ‘diffusa’, un modello che punta sul coinvolgimento del tessuto locale, favorendo tante situazioni di accoglienza sul territorio invece di implementare mega centri di accoglienza, spesso responsabili di violazione dei diritti e distorsioni anche gravi.”

“La nostra preoccupazione” conclude il presidente del CNCA, “è rafforzata dal fatto che l’arresto del sindaco di Riace avviene in un momento in cui l’accoglienza e la solidarietà verso le persone straniere sono svalutate e, addirittura, messe sotto accusa di fronte all’opinione pubblica da parte di forze politiche e istituzioni, a cominciare dal governo in carica. Le strumentalizzazioni politiche sull’arresto di Lucano rischiano perciò di gettare ulteriore fango su chi in questi anni ha provato a dare risposte in un quadro di sistema gravemente carente, e su un modello di accoglienza diffusa che, a nostro avviso, è quello più proficuo e opportuno sia per le persone straniere sia per la collettività.”

 

CNCA
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