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Isfol: gli operatori sociali non sanno fare integrazione

Gli operatori sociali non sanno integrarsi, lavorare in sinergia, condividere le buone pratiche: è una bocciatura secca quella che emerge dalla ricerca “Professioni sociali e comunità di pratiche: rilievi sul bisogno d’integrazione tra organizzazioni e scambio di esperienze”. Lo studio si basa sull’elaborazione di dati acquisti nel corso della manifestazione fieristica Civitas, che si è svolta a inizio maggio, grazie alla somministrazione di un questionario ai visitatori dello stand dell’Isfol (Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori).

“Emerge una forte criticità che riguarda il grado di integrazione tra operatori” riassumono dall’Istituto. Un primo giudizio severo è formulato nei confronti dell’integrazione tra ambiti disciplinari e tra funzioni svolte, con solo il 50% del campione che considera sufficiente il grado di integrazione percepito. Non va meglio sul fronte dell’integrazione inter-organizzativa: “Circa i due terzi segnalano un livello insufficiente, se non inconsistente. Quindi il giudizio negativo colpisce i rapporti tra strutture più pesantemente ancora di quanto si riferisca alle relazioni tra profili funzionali o tra sistemi di competenze professionali”. I giudici più critici, guardando al campione, risultano essere i rappresentanti di enti locali e aziende socio-sanitarie.

Entrando ulteriormente nel dettaglio, in materia di sinergia tra organizzazioni si lamenta “la mancanza di una presa in carico condivisa, lo scarso coordinamento, la competizione e la rivalità tra enti e quindi l’autoreferenzialità anche associate alla scarsa conoscenza delle risorse territoriali”. A livello di integrazione tra ambiti disciplinari e tra funzioni, vengono percepiti come fattori significativi la relazione, la condivisione, il coinvolgimento, l’opportunità di crescita, l’approccio multiprospettico ai problemi e alle soluzioni. “Di conseguenza emerge per sette intervistati su dieci la necessità di mettersi in rete per confrontarsi e integrare le esperienze” spiegano dall’Istituto, che sottolinea come molte aspettative in questo ambito siano riposte nello strumento internet: “L’80% usa la rete come strumento di comunicazione, per accedere a blog, newsgroup e forum on line”.

Un ultimo capitolo da analizzare è quello delle “priorità”, la cui classifica inizia con approfondimenti relativi a target e gruppi-bersaglio particolari, evidenze di ricerca utili all’aggiornamento e informazioni sui finanziamenti connessi a progetti di interesse sociale. Più in basso nella lista si trovano poi le indicazioni su buone pratiche e scambi di esperienze, informazioni relative ai profili di carattere legislativo e a calendari di eventi”.

(20-5-2008; fonte: Redattore Sociale)

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