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Fondo contro la povertà, è un primo passo. Ma i soldi vengono anche dal taglio ad altri fondi sociali

Don Zappolini: “Preoccupati perché i marginali sono visti da sempre più amministrazioni comunali come una minaccia. Vedi il provvedimento del Comune di Roma contro chi rovista nei cassonetti”

COMUNICATO STAMPA

Fondo contro la povertà, è un primo passo.
Ma i soldi vengono anche dal taglio ad altri fondi sociali
Don Zappolini: “Preoccupati pure per il fatto che i marginali siano visti da sempre più amministrazioni comunali come una minaccia.
Vedi il provvedimento del Comune di Roma contro chi rovista nei cassonetti”

Roma, 10 marzo 2017

Il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) considera un primo passo importante l’istituzione di un fondo nazionale contro la povertà. “E’ vero che per la prima volta nel nostro paese”, dichiara don Armando Zappolini, presidente del CNCA, “viene approntato uno strumento strutturale per contrastare la povertà estrema. Bisogna, però, ricordare che – in Europa – l’Italia era un’eccezione. Quasi tutti i paesi dell’Unione europea hanno da tempo uno strumento del genere nel proprio ordinamento. Il ddl povertà, dunque, copre una mancanza storica, che si è avvertita ancor più in questi dieci anni di crisi. Crediamo che il merito di questa innovazione vada anche alle tante organizzazioni riunite nell’Alleanza contro la povertà, di cui la nostra Federazione fa parte, che hanno avanzato proposte dettagliate e realistiche per raggiungere questo obiettivo. Dobbiamo, tuttavia, rilevare che lo stanziamento previsto per il fondo è largamente al di sotto di quanto sarebbe necessario: servirebbero, infatti, almeno sette miliardi di euro solo per coprire le povertà più dure. Abbiamo visto che, se si vuole, i soldi si trovano.”

“Lascia poi esterrefatti”, continua il presidente del CNCA, “che lo stanziamento per il fondo contro la povertà sia stato realizzato, di fatto, anche sottraendo risorse al Fondo nazionale per le politiche sociali e al Fondo per le non autosufficienze. Si sono tolti soldi ai poveri per darli a quegli stessi poveri. Non comprendiamo il senso di decisioni che incideranno negativamente sulla qualità e la quantità dei servizi integrati per le persone e le comunità proprio nel momento in cui il Governo vorrebbe mandare ai cittadini, e in particolare a quelli in maggiore difficoltà, un segnale di attenzione ai loro bisogni fondamentali.”

“Siamo, infine, molto preoccupati”, conclude don Zappolini, “per un clima complessivo nei riguardi delle persone più marginali. L’annunciato provvedimento del Comune di Roma contro chi rovista nei cassonetti è solo l’ultima cattiva notizia di una tendenza in atto in tutto il paese. I poteri concessi ai sindaci di emettere ordinanze sui temi della cosiddetta ‘sicurezza urbana’ porterà – temiamo – a non distinguere tra chi delinque realmente e chi invece è solo una persona ad alta marginalità o sfruttata sessualmente o lavorativamente, che in questo modo sarà sempre più allontanata dagli operatori sociali e che si guarderà bene anche dal chiedere aiuto alle forze dell’ordine per paura di essere multata o, peggio, arrestata. Si rischia di non colpire chi alimenta davvero la criminalità, ma solo i terminali ultimi, le vittime e chi vive in condizioni disperate.”

CNCA
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