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La newsletter del CNCA

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Numero 43 / Gennaio 2013 

 

In questo numero:

• Dal CNCA
• Dal Terzo settore
• Appuntamenti
• News economiche e giuridiche

 

DAL CNCA 

Tortura, carcere, droghe. Una campagna per cambiare la legislazione
Nasce una campagna per modificare la legislazione in materia di tortura, carcere, droghe. Sono state messe a punto dai promotori tre proposte di legge di iniziativa popolare “per la giustizia e per i diritti” per ognuno dei temi considerati. I tre testi sono stati depositati, il 30 gennaio, in Cassazione. Fanno parte del Comitato promotore: A buon diritto, A Roma, insieme – Leda Colombini, Antigone, Arci, Associazione nazionale giuristi democratici, Bin Italia, Cgil, Cgil-Fp, Conferenza nazionale volontariato giustizia, CNCA, Forum droghe, Forum per il diritto alla salute in carcere, Ristretti Orizzonti, Società della Ragione, Unione Camere penali italiane, Vic – Volontari in carcere.
Leggi le tre proposte di legge e la relazione introduttiva

CNCA e ANCI firmano un protocollo d’intesa
Il CNCA e l’ANCI hanno sottoscritto un protocollo di intesa per strutturare al meglio la loro collaborazione. Con questo documento le due organizzazioni si impegnano a verificare la possibilità di promuovere e sviluppare, in ambito nazionale ed internazionale, progetti per l’erogazione di servizi a valore aggiunto attinenti i servizi sociali, socio educativi, socio sanitari e di cooperazione internazionale.
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A Roma cancellati 5 centri diurni e 2 centri notturni per persone senza dimora. La protesta del CNCA Lazio e del Social Pride
“Per dire basta alle politiche sociali scellerate e sempre più distanti dai cittadini”: con questo slogan il Social Pride e il CNCA Lazio hanno organizzato un’azione di protesta, il 23 gennaio a Roma, contro la chiusura di 2 servizi diurni e 1 servizio notturno a bassa soglia che accoglievano, da più di dieci anni, persone tossicodipendenti senza fissa dimora. La decisione di chiudere è stata presa dall’Agenzia capitolina sulle tossicodipendenze il 31 dicembre scorso. In un anno l’amministrazione guidata dal sindaco Alemanno ha chiuso 5 centri diurni su 6 e 2 centri notturni su 3. L’offerta di servizi pubblici per i senza dimora e tossicodipendenti è ormai ridotta ai minimi termini.
Leggi il comunicato stampa

Claudio Figini, presidente del CNCA Lombardia, apre un blog su “Il Fatto quotidiano”
Claudio Figini, presidente del CNCA Lombardia e della cooperativa sociale Comin di Milano, ha aperto un blog sul sito de “Il Fatto quotidiano”. “Su questo blog – spiega Figini stesso – posterò riflessioni, pensieri, notizie che raccontano l’impegno di chi si adopera per costruire una città più coesa e matura, di chi lavora per costruire ‘città accoglienti’, capaci di accompagnare, condividere, sostenere la vita delle persone. In particolare di quelle che più faticano. Vi racconterò ciò che più mi sta a cuore e quello in cui credo. E lo farò, in particolare, dando voce a due realtà di cui faccio parte: la COMIN e il CNCA.” Figini invita operatori sociali e cittadini a inviargli spunti e notizie da raccontare in questo spazio.
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DAL TERZO SETTORE 

Elezioni politiche, l’appello della Campagna Sbilanciamoci!
La campagna Sbilanciamoci! invita in un appello i candidati alle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio a impegnarsi per un’Italia capace di futuro: dalla parte dell’ambiente, della pace, dei diritti di cittadinanza, della giustizia sociale, di un’economia diversa.
–      Leggi tutto
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Presentata in Sicilia la Guida all’agricoltura sociale
L’Osservatorio Mediterraneo Onlus, in collaborazione con la Rete delle Fattorie Sociali Sicilia ha presentato la Guida all’agricoltura sociale in Sicilia in occasione del seminario “Sviluppo locale e collaborazione tra terzo settore, aziende agricole e PA”, tenutosi lo scorso 24 gennaio a Palermo. La conclusione dei lavori è stata affidata a don Armando Zappolini, presidente del CNCA. La Guida all’agricoltura sociale in Sicilia, ha evidenziato don Zappolini, “intende valorizzare le esperienze e le buone prassi realizzate in questi anni nell’ambito della costruzione di un sistema di welfare innovativo e di comunità, capace di coniugare i diritti per tutti con la solidarietà diffusa”. 

La mafia danneggia, il Comune chiede i danni. Il CNCA al fianco della LELAT
La mafia distrugge i pannelli solari della comunità per persone tossicodipendenti gestita dalla Lega Lotta Aids Tossicodipendenza (Lelat) di Messina. Il Comune, invece di sostenere l’organizzazione, in quanto proprietario dei pannelli chiede alla Lelat di coprire il danno. Il CNCA esprime la propria solidarietà a un’associazione che ha subito, nel corso degli anni, numerosi atti di intimidazione mafiosa e che, ora, deve fare i conti anche con l’assurdità di una richiesta avanzata dalle istituzioni, oltretutto non sostenibile economicamente. La lettera che la Lelat ha indirizzato al commissario che attualmente governa il Comune di Messina, al presidente della Regione Sicilia e al ministro della Salute per chiedere all’amministrazione comunale di ritirare la sua richiesta non ha avuto finora alcuna risposta.
Leggi il comunicato stampa

Appello del comitato Don Peppe Diana e di Libera: “Costruire un distretto di economia sociale a Caserta”
La notte del 31 dicembre scorso quattro colpi di arma da fuoco sono stati sparati contro il cancello del ristorante pizzeria sociale NCO. Ma il Comitato don Peppe Diana e il coordinamento provinciale di Libera Caserta – che promuovono questa a altre iniziative – non si lasciano intimidire. Anzi, lanciano un appello per far nascere un distretto di economia sociale a Caserta. L’appello, in 5 punti, mira al riutilizzo dei beni confiscati e alla promozione dell’imprenditoria sociale, grazie anche a una forte sinergia con l’economia sana del territorio per realizzare progetti innovativi e capaci di affrontare questioni cruciali come la tutela dell’ambiente e della salute pubblica, la valorizzazione del patrimonio culturale e l’inclusione sociale di persone svantaggiate.
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Furto alla Cooperativa La Fonte di Cercina
Nella notte tra il 7 e l’8 gennaio, la cooperativa sociale agricola La Fonte di Cercina (Fi) ha subito un furto particolarmente grave. I ladri hanno portato via il pullmino e il Fiat Doblò dell’organizzazione e diverse attrezzature, per un totale di quasi 100.000 euro di danno. La cooperativa, da sempre impegnata nel reinserimento di persone con disabilità e in condizioni di “svantaggio”, assicura la sua attività nonostante da ottobre scorso i soci prestino lavoro senza percepire lo stipendio. Il CNCA lancia un appello per sostenere la cooperativa in questo momento particolarmente difficile.
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APPUNTAMENTI 

11 Febbraio 2013, Roma
Conferenza stampa della campagna “Mettiamoci in gioco”
Un appuntamento per presentare un appello rivolto ai candidati alle elezioni politiche 2013 e illustrare un dossier sul rapporto tra politica e gioco d’azzardo.
A breve, sul sito del CNCA, il programma dell’evento.

6 aprile 2013, Roma
Pacem in terris, l’enciclica della dignità umana
Assemblea nazionale del movimento “Chiesa di tutti, Chiesa dei poveri” a cinquant’anni dall’uscita del testo voluto da papa Giovanni XXIII.
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DA “REDATTORE SOCIALE”

Comitato Stop Opg: “Gli ospedali psichiatrici giudiziari sono ancora aperti”
La data ultima per il superamento di queste strutture è fissato a oggi (legge 9/2012). “Persistono condizioni indegne. Responsabili il governo, molte Regioni e Asl”. E si ribadisce “il rischio dei mini Opg”

Roma, 1 febbraio 2013 – Il termine per il completamento del processo di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari è fissato al 1° febbraio 2013. Così prescrive la legge 9 del 2012 (comma 1 articolo 3 ter). Ma è evidente che il temine non sarà rispettato. La denuncia, ennesima, arriva dal Comitato Stop Opg in una nota appena diffusa. “Abbiamo ripetutamente segnalato i ritardi nella chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari – vi si legge – indicando come responsabili il Governo, molte Regioni e Asl; ma abbiamo parlato anche dei rischi dello stesso articolo 3 ter della Legge 9 appena citata. Abbiamo denunciato che l’attenzione di Governo e Regioni è concentrata sull’apertura delle strutture residenziali “speciali” – previste dalla legge 9 in luogo degli attuali Opg – dove eseguire la misura di sicurezza, molto simili a ospedali psichiatrici, per le caratteristiche loro assegnate da uno specifico decreto. Abbiamo più volte detto che rischiamo di ritrovarci con numerosi piccoli manicomi regionali (i “mini Opg”). Abbiamo anche denunciato – prosegue il Comitato – che i sequestri degli Ospedali psichiatri giudiziari a Montelupo Fiorentino e a Barcellona di Pozzo di Gotto, disposti a dicembre 2012 dalla Commissione d’inchiesta presieduta dal senatore Marino, e non ancora eseguiti, confermano drammaticamente le condizioni indegne in cui sono tuttora costretti a vivere nostri concittadini all’interno degli ultimi residui manicomiali. La condizione terribile in cui versano questi uomini e donne va al di là delle condizioni  terribilmente degradate in cui sono costretti e riguarda tanto più il loro abbandono da parte dei servizi sanitari e sociali, la mancanza di un progetto, le proroghe collegate ad una mancata presa in carico, la violenza dell’istituto, il permanere di un percorso giuridico “speciale” che toglie loro diritti e responsabilità”.
Il Comitato Stop Opg dice che “è inaccettabile il ritardo nell’assegnazione alle Regioni delle risorse destinate ad accompagnare il superamento degli Opg (per spesa corrente: 38 milioni di euro nel 2012 e 55 milioni dal 2013, più quelle in conto capitale: 173,8 milioni di euro)”. E ribadisce le proprie proposte: “Le risorse vanno destinate ai Dipartimenti di Salute Mentale, Dsm, che devono presentare e attuare i progetti individuali finalizzati alle dimissioni degli/delle internati/e o per progetti di alternativa alla misura di sicurezza detentiva in Opg o Ccc (vedi sentenze Corte Costituzionale 253/2003 e 367/2004 richiamate dall’allegato 1C Dpcm 1.4.2008). Per chiudere gli Opg bisogna offrire buoni servizi per la salute mentale nel territorio”. Poi, “vanno attuate le “dimissioni senza indugio”, come sollecitato dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul Ssn ai ministri della Salute e della Giustizia, che risultano possibili immediatamente per i due terzi delle persone internate attraverso la presa in carico dei Dsm, che porterebbero già alla chiusura di alcuni Opg”. Terza proposta, “l’istituzione di una specifica “autorità” di garanzia nazionale (che possa agire anche con funzioni commissariali ad acta) per l’attuazione dei programmi delle regioni e per il loro monitoraggio”.
Infine, il Comitato sostiene che “il definitivo superamento dell’Opg si potrà raggiungere solo con la modifica degli articoli del codice penale 88 e 89. Altrimenti gli Opg (vecchi o nuovi) continueranno ad essere alimentati da nuovi ingressi. Sono quegli articoli del codice Rocco che, associando “follia”  ad incapacità di intendere e di volere e a “pericolosità sociale”, hanno mantenuto in vita l’Opg e dunque un canale “parallelo e speciale” per i malati di mente che commettono reati”. Perciò la mobilitazione del Comitato continua: “Gli Opg, come i manicomi, sono incompatibili per loro natura con la tutela della salute mentale, le cure e la riabilitazione cui hanno diritto tutti cittadini”. 

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Immigrati con la valigia: oltre 32 mila partenze dall’Italia
Fondazione Moressa: aumentano di quasi il 16 per cento le cancellazioni dall’anagrafe tra il 2010 e il 2011. La fuga dall’Italia riguarda tutte le nazionalità, ma soprattutto quelle asiatiche e africane

Venezia, 1 febbraio 2013 – Sempre più stranieri rifanno le valigie e abbandonano l’Italia per cercare fortuna altrove o per tornare nel paese d’origine. Secondo la Fondazione Moressa di Mestre le cancellazioni dall’anagrafe tra il 2010 e il 2011 sono aumentate del 15,9 per cento. La fuga dall’Italia riguarda tutte le nazionalità, ma soprattutto quelle asiatiche (17,7 per cento) e africane (12,2 per cento). Tra le regioni asiatiche fa eccezione il Bangladesh che registra un calo e non un aumento delle cancellazioni.
Dei 32.404 stranieri cancellati nel 2011, quasi 20 mila interessano cittadini europei (oltre un terzo romeni). Tra gli asiatici in partenza il 30,2 per cento è costituito da cinesi e il 19,1 per cento da indiani. Tra gli americani invece, sono soprattutto i brasiliani (21,5 per cento) a tentare altre strade fuori dall’Italia. “In generale – commentano i ricercatori della Moressa – sembrano lasciare l’Italia quelle popolazioni provenienti da paesi in via di sviluppo, per cui si può ipotizzare una propensione al rientro nel paese di origine oltre che allo spostamento verso altri paesi terzi”.
La crisi sarebbe alla base della maggior parte delle partenze: tra il 2008 e il 2011 il numero di disoccupati stranieri è quasi raddoppiato, con un incremento di oltre 148 mila unità, mentre quello degli italiani è aumentato di 267 mila unità. Nello stesso periodo il tasso di disoccupazione degli stranieri è cresciuto di 3,6 punti percentuali (dall’8,5% al 12,1%), mentre quello degli italiani è passato dal 6,6% all’8,0%. “I dati sembrano confermare che anche in periodo di crisi, a causa della maggiore debolezza delle reti di supporto e del vincolo del permesso di soggiorno, gli stranieri hanno minori probabilità rispetto agli italiani di passare all’inattività. Di conseguenza si tratta di una popolazione che presenta una maggiore fragilità rispetto a quella italiana di fronte alla crisi. Questa fragilità e la presenza di alternative migliori altrove possono essere indubbiamente i due fattori di spinta all’abbandono dell’Italia”. Un’altra uscita plausibile dalla disoccupazione o dalla precarietà occupazionale può essere quella dell’imprenditoria che tra gli stranieri ha dimostrato una buona resistenza: “Tuttavia tale scelta non sempre è preferibile per via degli alti tassi di sforzo e di rischio che comporta”.

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Newsletter a cura di Mariano Bottaccio.

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