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Don Zappolini: “Lampedusa, la responsabilità è del Governo”

Non si può affrontare la questione immigrazione stipando 1.500 persone in una struttura del tutto inadeguata

COMUNICATO STAMPA

Don Zappolini: “Lampedusa, la responsabilità è del Governo”
Non si può affrontare la questione immigrazione stipando 1.500 persone in una struttura del tutto inadeguata

Roma, 22 settembre 2011

Il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) esprime la propria forte preoccupazione per quello che sta avvenendo a Lampedusa e rimarca le responsabilità dell’Esecutivo rispetto a una situazione che era facilmente prevedibile ed evitabile.

“Il Governo e il ministro Maroni in particolare si erano illusi di poter controllare i flussi in arrivo dal Nord Africa semplicemente trasformando il centro di accoglienza di Contrada Imbriacola in un Cie”, dichiara don Armando Zappolini, presidente del CNCA. “Ma questo centro non è adatto per un tale scopo, e l’incendio avvenuto nel 2009 lo aveva messo in evidenza da tempo. Stipare 1.500 persone in una struttura del tutto inadeguata è stato un errore colossale. È questa l’origine della sollevazione delle persone lì detenute, ma anche della reazione di una parte dei lampedusani, esasperati più dall’incapacità del Governo che dagli immigrati. Hanno dato prova in questi anni di una grande capacità di accoglienza, ma non si può chiedere loro di accollarsi responsabilità che spettano ad altri.”

“Il punto fondamentale,” conclude il presidente del CNCA, “è che l’Italia continua a non avere una seria politica per l’immigrazione. Si arrabatta regalando motovedette a regimi stranieri, pattugliando le coste e mettendo in galera – perché questo sono diventati i Cie – persone innocenti. Una pochezza che finiscono per pagare non solo coloro che sbarcano sulle nostre coste in cerca di una vita migliore, ma anche il nostro paese, che non valorizza la loro presenza e viene meno ai suoi principi più alti.”

CNCA
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