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Don Zappolini a “Gli intoccabili”

Ieri sera la puntata del programma de La7 dedicata al gioco d’azzardo

La puntata andata in onda ieri su La7 del programma “Gli intoccabili” è stata dedicata al gioco d’azzardo, all’incredibile sviluppo che questo fenomeno ha avuto nel nostro paese, coinvolgendo tutte le età – dai giovanissimi agli anziani – e tutti gli strati della popolazione, in particolare le persone con i redditi più bassi.

Tra gli ospiti in studio anche don Armando Zappolini, presidente del CNCA.

Guarda la puntata intitolata “Malati di gioco”.

La Federazione ha intenzione di rafforzare in futuro il suo impegno su questa tema, contribuendo anche a creare una rete di organizzazioni che stabilmente si impegnano sul fenomeno del gioco d’azzardo.

Qui sotto rendiamo disponibili alcuni materiali diffusi nei mesi scorsi che danno un’idea della complessità e dell’ampiezza della questione.

La campagna per sospendere il progetto dei Monopoli di Stato nelle scuole

Il CONAGGA (Coordinamento Nazionale Gruppi per Giocatori d’Azzardo), il CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza), il Gruppo Abele, Libera, Alea, Auser, Consulta Nazionale Associazioni anti Usura e la FICT (Federazione Italiana Comunità Terapeutiche), hanno avviato una campagna per richiedere la sospensione del progetto dei Monopoli di Stato dal titolo “Giovani e Gioco”.

“Da parecchi mesi”, dichiarano i presidenti delle organizzazioni appena citate, “sottolineiamo la gravità di alcuni dei messaggi contenuti nel dvd presentato dall’AAMS ai giovani studenti italiani. Riteniamo inammissibile che un progetto che coinvolge 70.000 studenti e che, secondo le dichiarazioni del direttore dei Monopoli, si vuole estendere alle fasce dei minori più piccoli, contenga frasi come: ‘Evolve chi si prende una giusta dose di rischio, mentre è punito chi non rischia mai o chi rischia troppo!’, o ‘Ci si attacca alla rete, al cellulare, alle slot machine o ai videopoker parcheggiati nei bar per dare risposta al primordiale bisogno di vincita che l’essere umano ha in sé’, o dove viene promosso l’aspetto meno educativo e socializzante dei giochi online dichiarando che grazie a questi: ‘Non c’è bisogno di cercare compagni di gioco come si faceva da bambini, perché questo gioco è spesso solitario e decontestualizzato’.”

“Riteniamo”, continuano i presidenti delle otto organizzazioni che promuovono la campagna, “che il progetto portato nelle scuole contenga troppi stimoli al gioco d’azzardo e che finisca per sostenere l’idea che i ragazzini debbano giocare d’azzardo almeno un po’, come si può cogliere con più chiarezza dagli esiti proposti nel test interattivo contenuto nel dvd. I risultati del test si permettono di dire, a un giovane che dichiara di non apprezzare il rischio e il gioco d’azzardo: ‘Ti manca solo una frusta tra le mani… lo spirito del bacchettone aleggia sulla tua testa! Per te non esistono colori, tutto è bianco o tutto è nero. Il gioco è rischio ed a te i rischi non piacciono, meglio aggirare gli ostacoli. Così facendo, però, perdi tutte le sfumature della vita. Integerrimo… o semplicemente rigido come un ghiacciolo appena tolto dal freezer? Urge ammorbidente’. Mentre il profilo ritenuto migliore dal test è quello di chi dichiara di giocare d’azzardo almeno un po’: ‘Tutto sommato hai una buona idea di cosa sia il gioco. Non sei un fanatico, ma non ti fai mancare una partitella ogni tanto… giusto per tenerti in allenamento. Il tuo motto? Poco non fa male nemmeno il veleno! Bilancia in equilibrio’.”

“Le parti critiche di questo progetto”, concludono i promotori, “sono state più volte denunciate, sono molteplici e sono presentate in modo più esteso nel video visionabile nell’area “gioco d’azzardo” del sito www.libera-mente.org. Sappiamo con certezza che, come sostenuto da tutte le ricerche fatte in Italia, centinaia di migliaia di minorenni del nostro paese giocano d’azzardo nonostante questo sia vietato per legge; sappiamo anche che decine di migliaia di giovani studenti hanno un problema di patologia legato al gioco d’azzardo. Riteniamo che un’amministrazione pubblica come i Monopoli di Stato non possa promuovere un progetto sul gioco d’azzardo con così tante lacune e, concordando con la proposta presentata dai senatori al presidente Monti, auspichiamo che questo venga sospeso al più presto in attesa di un nuovo progetto che, sviluppato in un contesto privo di conflitti di interesse, possa davvero promuovere una riflessione su tutti i rischi legati al gioco d’azzardo.”


Ricerca nazionale sulle abitudini di gioco degli italiani 2011

Spendono fino a 15mila euro l’anno, giocano almeno tre ore alla settimana e si dedicano in particolare a Gratta e Vinci, Superenalotto, Win For Life e slot machine. Sono i giocatori patologici, 800mila italiani – pari al 2,1% della popolazione – a cui si aggiungono altri due milioni di giocatori fortemente a rischio. Considerando anche chi gioca senza rischi di dipendenza, il dato decolla fino a 34 milioni di persone.
Gli italiani, nel gioco d’azzardo, hanno speso oltre 76 miliardi di euro nel 2011 (tre volte l’entità della manovra del governo Monti), contro i 61 del 2010 e i 54 del 2009. I dati emergono dalla ricerca nazionale sulle abitudini di gioco degli italiani, curata dall’Associazione “Centro Sociale Papa Giovanni XXIII” di Reggio Emilia e coordinata dal Conagga (Coordinamento Nazionale Gruppi per Giocatori d’Azzardo) in collaborazione con il Cnca (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza). Lo studio, basato sui risultati di circa 2000 questionari anonimi somministrati in 11 province italiane da nord a sud (consultabile nell’area “gioco d’azzardo” del sito www.libera-mente.org), conferma che a giocare in misura maggiore sono le categorie economicamente più a rischio. Gioca infatti l’86,7% dei cassintegrati, ma anche l’80,2% dei precari e il 73% dei disoccupati. Meno si è stati sui banchi di scuola, più si gioca: l’81% di chi ha la licenza media si affida alla sorte dei giochi, contro il 61% dei laureati. Questo dato si intreccia con la credulità popolare degli italiani: la ricerca mette infatti in evidenza che circa il 13% degli italiani gioca seguendo le indicazioni ricevute da maghi e astrologi, anche se la spinta maggiore a giocare viene dalle notizie di grandi vincite trasmesse dai mass media. Giocano sicuramente più i maschi (76%) delle femmine (67%), e anche la tipologia dei giochi si differenzia sulla base del sesso: i maschi scelgono principalmente slot machine, scommesse nelle agenzie e casinò. Le donne scelgono superenalotto, lotto e gratta e vinci.
Si gioca soprattutto per vincere denaro (52%), anche se una quota considerevole (21%) lo fa per “sfidare la sorte”. Nonostante il gioco d’azzardo sia vietato ai minori di 18 anni, lo fa comunque il 75% dei minorenni, scegliendo principalmente Gratta e Vinci e gioco online.

Leggi il report completo con i risultati della ricerca.

Proposte politiche

Da 12 anni il CONAGGA organizza un convegno nazionale sul gioco d’azzardo a metà dicembre. Alla fine di ogni convegno invia un documento ai Ministeri nel quale sottolinea rischi e proposte sul gioco d’azzardo.

Il documento redatto nell’appuntamento di dicembre 2011 (visibile nell’area “politica e gioco d’azzardo” sul sito: www.conagga.it) contiene anche delle proposte politiche al Governo che sono così riassunte:

– recepire l’indicazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che dal 1980 vede nel gioco d’azzardo compulsivo una forma morbosa chiaramente identificata e che, in assenza di misure idonee d’informazione e prevenzione, può rappresentare, a causa della sua diffusione, un’autentica malattia sociale;

– consentire ai giocatori d’azzardo patologici e ai loro familiari (oggi abbandonati a se stessi), il diritto alla cura, come già sottolineato dall’articolo 32 della Costituzione, parificando ciò che già vige nel campo delle dipendenze anche a questo tipo di patologia: diritto alla cura, diritto al mantenimento del posto di lavoro, diritto di usufruire dei benefici di legge, diritto a una parificazione tributaria e fiscale…;

– promuovere iniziative di sensibilizzazione ai rischi collegati al gioco d’azzardo attraverso campagne di informazione alla cittadinanza;

– emanare un atto di indirizzo che sostenga le iniziative a livello regionale per la messa in atto di misure di prevenzione, cura e riabilitazione della patologia collegata al gioco;

– avviare studi e ricerche di carattere epidemiologico per monitorare la diffusione delle forme di gioco problematico e patologico in Italia (condotte da enti “senza conflitti di interessi” ad esempio Regioni o Università);

– avviare iniziative sperimentali di prevenzione del gioco d’azzardo tra i giovani e di trattamento e cura per chi risulta già dipendente dal gioco;

– promuovere, di concerto con i gestori delle attività di gioco, iniziative di formazione per gli esercenti mirate alla prevenzione degli eccessi nel gioco d’azzardo;

– limitare i messaggi pubblicitari e di marketing sul gioco d’azzardo e garantire forme di reale e corretta informazione per il pubblico;

– promuovere la formulazione di una legge quadro sul gioco d’azzardo cui concorrano i ministeri interessati: della Salute e delle Politiche Sociali, dell’Economia e Finanze, dell’Interno, della Gioventù… nonché la consultazione con gli enti del Terzo settore che si sono occupati del fenomeno sino a questo momento, affinché lo Stato recuperi il governo e la programmazione politica sulle attività di gioco d’azzardo ora gestite e progettate in toto dall’Amministrazione Autonoma dei Monopoli cui, riteniamo, non dovrebbero competere anche queste attività di programmazione.

– Con quali risorse? Si potrebbe attuare una politica simile a quella della Svizzera che prevede che una parte degli introiti dal gioco d’azzardo siano utilizzati per attività di ricerca/prevenzione/cura sul tema stesso (la Svizzera prevede l’investimento dello 0.5% degli introiti da gioco, in Italia basterebbe un decimo di questa percentuale…); in aggiunta, si potrebbe pensare di utilizzare una parte dei premi non riscossi (che sono spesso cifre ragguardevoli).

CNCA
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