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“Crisi umanitaria in Afghanistan”. Aprire subito corridoi umanitari e organizzare l’accoglienza di chi farà richiesta di asilo

Comunicato stampa

“Crisi umanitaria in Afghanistan”

Aprire subito corridoi umanitari
e organizzare l’accoglienza di chi farà richiesta di asilo

 

Roma, 17 agosto 2021

Il Cnca esprime la sua profonda preoccupazione e costernazione per la drammatica emergenza umanitaria e in particolare per la situazione di donne e bambini, che si va prospettando in Afghanistan a seguito a seguito del disastroso ritiro americano e delle forze Nato e della presa del potere da parte dei talebaniSecondo quanto riportato al Consiglio di Sicurezza dalla rappresentante speciale del Segretario generale dell’Onu per l’Afghanistan, Deborah Lyons, quel che sta accadendo richiama sempre più quanto avvenuto in Siria o a Sarajevo. Metà della popolazione, 18,5 milioni di persone, ha bisogno di assistenza umanitaria.

La vicenda Afghana ha una sua storia e complessità. Ma è del tutto evidente che il progetto di “esportare la democrazia” avviato nell’ottobre 2001 con l’intervento militare e perseguito per i 20 anni successivi con le operazioni delle missioni internazionali, registra oggi il suo tragico epilogo fallimentare.

Enorme il costo sostenuto per favorire questa “esportazione”: 2.300 miliardi di dollari, di cui oltre 8 miliardi di euro da parte dell’Italia attraverso la partecipazione alla missione internazionale “pace duratura”. In questa vicenda altissimo è stato finora il numero di vite umane che ne hanno fatto le spese, 170mila inclusi i 53 militari italiani, di cui 47 mila tra la popolazione civile. “Basti pensare che dall’inizio del 2021 – come ha dichiarato Andrea Iacomini portavoce Unicef Italia – più di 552 bambini sono stati uccisi e oltre 1.400 sono rimasti feriti.

A ciò si aggiunga il rischio con il ritorno dei talebani di un forte arretramento sul piano del riconoscimento dei diritti umani e in particolare di quelli riconosciuti alle donne. Qualche piccolo progresso in questi 20 anni c’era stato, come il fatto che alle ragazze non fosse più vietato andare a scuola, che le donne potessero svolgere alcuni lavori. Questi traguardi, seppure largamente insufficienti, rischiano di andare perduti adesso e di far tornare a definire l’Afghanistan come “il posto peggiore in cui nascere come donna“.

La Federazione si unisce all’appello di quanti da più parti hanno già segnalato l’urgenza di avviare presto dei corridoi umanitari per l’Italia e i paesi dell’Europa tutta. Il Cnca attraverso le strutture di accoglienza dei propri associati, dislocate in 19 le regioni d’Italia, si rende disponibile a collaborare con gli enti locali per organizzare l’accoglienza dei profughi, in particolare di donne e bambini, che dovessero giungere nel territorio Italiano, contribuendo così a mettere in salvo quante più persone possibili e a garantire percorsi di integrazione sociale.

Il Cnca si impegnerà a sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni pubbliche, al fine di evitare che anche su questo dramma umanitario cali l’indifferenza e il silenzio.

CNCA
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