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Conferenza delle Regioni: “Disagio e preoccupazione per i tagli al sociale”

Conferenza delle Regioni. “Disagio e preoccupazione per i tagli al sociale”
Le regioni lamentano il progressivo decremento dei finanziamenti e i rischi legati all’accantonamento sul Fondo per le politiche sociali derivante dalla cessione dei diritti d’uso delle frequenze per la banda larga. Sotto accusa anche la sperimentazione della Social Card

ROMA – “Disagio e molta preoccupazione per il progressivo decremento dei finanziamenti nazionali a favore delle politiche sociali e della famiglia”. E’ quanto hanno manifestato le Regioni nell’esprimere l’intesa sul decreto relativo al riparto del fondo nazionale politiche sociali per l’anno 2011 nel corso della Conferenza Unificata tenutasi il 5 maggio. Preoccupazioni consegnate già all’esecutivo che riguardano in particolar modo “l’andamento che hanno assunto i finanziamenti nazionali a favore delle Politiche Sociali e della Famiglia a partire dal mancato rifinanziamento del Fondo per le non autosufficienze, che sta creando gravi problemi a tutte le regioni ma soprattutto ai non autosufficienti, al Fondo nazionale politiche sociali, già fortemente penalizzato con i tagli alla finanza regionale del 2010”. Stesse preoccupazioni per i Fondi per la famiglia, “già dimezzati rispetto al 2010 – si legge nel documento redatto dalle Regioni -, ed ora ulteriormente ridotti di 25 milioni di euro. Anche per le Politiche giovanili a fronte di un Accordo quadro che doveva garantire un triennio (2010/2012) i finanziamenti del 2011 e 2012 non sono oggi reperibili nel bilancio statale”. Tagli che possono provocare “gravi disagi alle amministrazioni ma soprattutto ridurranno le prestazioni a favore delle fasce deboli, in un momento, dove non è difficile osservare che i problemi sociali e delle famiglie sono in aumento e non in diminuzione”.

Sotto accusa anche la sperimentazione della Social card, “che il decreto Milleproroghe attribuisce ad enti caritativi che dovranno assegnarla direttamente alle persone in condizione di bisogno, “bypassando”la programmazione regionale e il principio di leale collaborazione tra livelli istituzionali”. Con la prospettiva di una “concreta responsabilità federale”, inoltre, le regioni mettono in guardia dagli effetti di un’instabilità dei finanziamenti e dell’utilizzo di parte dei Fondi ad uso ministeriale in quanto “il livello locale è determinante per rispondere ai bisogni dei cittadini nelle formule più moderne di responsabilità della comunità sociale. In queste condizioni sarà problematico individuare Livelli essenziali congrui e stabilmente supportati sul piano dei costi. Anche sul versante del Servizio Civile la situazione di pesante sbilancio, sia in termini finanziari che organizzativi, verso un’organizzazione centrale, è di elevata criticità e richiede un rilettura delle competenze che le Regioni attendono da tempo”. Per tali ragioni le Regioni hanno chiesto all’esecutivo “che il percorso verso un federalismo reale porti lo Stato a trovare con le stesse e con le autonomie locali la più ampia collaborazione per giungere alla definizione dei Lep” e “che vengano ripristinati i fondi con la capienza individuata nel difficile percorso dalla legge di stabilità finanziaria al decreto Milleproroghe”.

La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e l’Anci, inoltre ha approvato sempre nella seduta del 5 maggio un documento congiunto in cui si valuta “con grande preoccupazione la decisione assunta dal governo di operare l’accantonamento previsto in ragione dell’andamento dei proventi derivanti dalla cessione dei diritti d’uso delle frequenze per servizi di comunicazione a banda larga, pari a 55.790.695, 00 milioni di euro, sul Fondo Nazionale per le Politiche Sociali” ed avanzano precise richieste all’Esecutivo”. Secondo Regioni e Anci è importante oggi “assicurare l’immediata erogazione dello stanziamento, sebbene significativamente decurtato, in quanto necessario a fronteggiare l’erogazione di servizi essenziali”.

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