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Concluso il progetto Coesione sociale

Coinvolti 1.150 operatori per ragionare insieme sulla strategia e le competenze del lavoro sociale

COMUNICATO STAMPA

Concluso il progetto Coesione sociale
Coinvolti 1.150 operatori per ragionare insieme sulla strategia
e le competenze del lavoro sociale

Spello, 4 luglio 2011

Si è svolto oggi a Spello il convegno conclusivo del progetto Coesione sociale. Verso un nuovo modello di competizione sociale, promosso dal Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Il convegno ha proposto come chiave di lettura dell’esperienza di lavoro del progetto il tema dell’accoglienza come porta di accesso antropologica e sociale alla coesione sociale, che richiede competenze specifiche, intese come insieme di abilità e conoscenze che si acquisiscono attraverso il lavoro sociale. Occorrono, tuttavia, anche condizioni di umana apertura all’essere con e per, senza le quali nessuna vera coesione sociale può realizzarsi.

“Che cosa enunciamo quando diciamo accogliere? – si è chiesto don Armando Zappolini, presidente del CNCA, nel suo intervento di apertura -. Noi, in realtà, non diciamo ‘accogliere’, non affermiamo l’infinità semantica di un verbo transitivo ma la finitezza coniugata di un suo modo: ‘Ti accolgo’, ‘mi accogli’, ‘mi avete accolto’. L’accogliere, in quanto cogliere rafforzato, è un raccogliere, magari chinandosi, qualcosa lasciato da altri e che incontriamo per la via. Il qualcosa può essere anche un qualcuno, che cogliamo di sorpresa o che ci coglie di sorpresa nella nudità del suo domandare. In entrambi i casi, quel raccogliere è in ogni modo un prendere, un afferrare, al limite uno strappare. L’accogliere implica una durata, non si esaurisce nell’istante, in una buona accoglienza transitoria ed effimera come in un bed & breakfast particolarmente ospitale. L’accogliere è quindi una virtù della durata, come la promessa.”

Il progetto, che ha avuto la durata di un anno, ha coinvolto il livello nazionale del CNCA, le Federazioni regionali e i Gruppi Tematici.

Il lavoro si è snodato attraverso un percorso che ha saputo mettere insieme:

– una rilevazione sui bisogni formativi dei gruppi dirigenti e degli operatori di riferimento delle organizzazioni che appartengono alla Federazione;

– una progettazione formativa centrata sui principi del cooperative learning e del change agent, con 2 workshop nazionali;

– una formazione territoriale decentrata per aree di interesse e macro assi tematici con 18 interventi, capace di coniugare i diversi volti della coesione sociale territoriale e dare risposta agli elementi emersi nella fase di scouting dei bisogni formativi, inframezzata dalla possibilità di dare continuità agli apprendimenti attraverso l’area di lavoro on line con accesso riservato sul sito del CNCA;

– un lavoro di consulenza abilitante, frutto dell’accompagnamento che la nuova presidenza ha avviato dal gennaio di questo anno, incontrando tutte le Federazioni regionali e i gruppi tematici che ha prodotto degli “studi di caso”.

Complessivamente il progetto ha contattato nelle varie azioni di formazione e consulenza oltre 1.150 persone, equamente distribuite tra uomini e donne, e ha prodotto un repertorio dei bisogni formativi dell’operatore sociale.

Gli elementi di potenziale trasferibilità in altri contesti di questa esperienza sono rappresentati dall’infrastruttura conoscitiva che è stata approntata e che porterà nell’immediato futuro anche a produrre una edizione aggiornata dello Year Book del CNCA.

Il progetto è stato coordinato da Riccardo Poli e diretto dalla Presidenza del CNCA. Per maggiori informazioni contattare la segreteria (Maria Teresa Romano) scrivendo all’indirizzo segreteria.agenzianazionale@cnca.it.

CNCA
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