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CNCA: ”Pacchetto sicurezza. Non è la strada giusta”

Rom, “lavavetri” e writers trasformati in capri espiatori. CNCA: “Pacchetto sicurezza. Non è la strada giusta”. Introduciamo anche per gli amministratori locali la “pena” del lavoro socialmente utile?

 

Roma – Il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) esprime forti perplessità in merito al “piano sicurezza” presentato ieri dal viceministro dell’Interno Marco Minniti.

“In primo luogo,” afferma Lucio Babolin, presidente del CNCA, “è proprio il presupposto del piano che non è convincente: il tentativo di indirizzare le paure che nascono dalla crisi delle nostre aree urbane, da un tessuto sociale che non tiene più, dalla precarietà sempre più estesa e profonda della vita personale e sociale su alcune figure deboli – rom, ‘lavavetri’, writers – trasformate così, chiaramente, in capri espiatori. È intollerabile l’accanimento che il mondo politico e i mass media stanno perpetrando contro queste persone ormai da diversi mesi.”

“In secondo luogo”, continua Babolin, “il testo predisposto dal Governo contiene un’innovazione del tutto discutibile: introduce il concetto di ‘sicurezza urbana dei cittadini’ che non è previsto nel nostro ordinamento e che non si capisce cosa voglia dire. In virtù di tale novità, sindaci e prefetti potrebbero colpire indiscriminatamente i più diversi fenomeni sociali, anche – temiamo – atti che non andrebbero in alcun modo trattati con ordinanze, espulsioni, ricorsi all’autorità giudiziaria. Un timore che aumenta se consideriamo anche l’altro concetto introdotto, quello dei ‘gravi pericoli che arrecano pregiudizio al decoro urbano’.”

“In terzo luogo”, spiega ancora il presidente del CNCA, “si consegnano ai sindaci strumenti che sarebbe più opportuno lasciare nelle mani delle autorità nazionali, per non favorire applicazioni differenziate sui territori, in relazione oltretutto a questioni così delicate. Non vorremmo che i sindaci fossero mossi nelle loro decisioni più dalla voglia di conquistare, o non dissipare, consenso che da una saggia e intelligente considerazione di situazioni complesse in cui sono in gioco aspetti umanitari e diritti fondamentali.”

“La strada per accrescere la sicurezza dei cittadini non è questa”, nota Babolin. “Se non agiamo sulle cause reali delle paure sociali i problemi finiranno per aggravarsi ulteriormente. È necessario lanciare un grande progetto per le nostre aree urbane, riqualificare i quartieri, riconnettere il tessuto sociale, farsi carico di un’accezione della sicurezza che includa la tutela dei diritti fondamentali, spazi di gioco per i bambini, occasioni di protagonismo per i giovani, spazi di aiuto per le famiglie e gli anziani, luoghi di mediazione sociale, opportunità di integrazione per le persone immigrate. Costruire comunità accoglienti e includenti.”

“Ci permettiamo”, conclude Babolin, “di avanzare una modesta proposta: visto che i writers dovranno, forse, indennizzare la collettività svolgendo un lavoro socialmente utile per aver causato con la loro azione un aggravamento del degrado urbano, questa stessa misura potrebbe essere usata contro gli amministratori che si renderanno ‘colpevoli’ di grave negligenza rispetto al loro dovere di contrastare il degrado delle loro città, che – non solo nei quartieri periferici – dipende in misura non marginale non dai graffitari, ma dall’incapacità e/o scarsa considerazione mostrate dagli amministratori nell’affrontare problemi come la manutenzione degli edifici e la cura e il miglioramento degli spazi pubblici.”

Roma, 9 ottobre 2007

CNCA
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