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CNCA Lombardia: ‘La sanità lombarda non si può cambiare’

La sanità lombarda non si può cambiare

Il voto contrario della maggioranza in Consiglio Regionale ha dichiarato inammissibili i quesiti referendari per cambiare la sanità in Lombardia. “È una vergogna”, è il giudizio del presidente del CNCA Lombardia Paolo Cattaneo.

Il CNCA Lombardia apprende con preoccupazione la decisione del Consiglio Regionale di non ammettere i quesiti referendari presentati a fine luglio per cambiare la sanità lombarda, mettendo in discussione la parità tra pubblico e privato.

Il voto di non ammissibilità del testo proposto è uno schiaffo alla democrazia: i quarantacinque parlamentari del centrodestra ieri (martedì 12 settembre) hanno votato contro, adducendo risibili questioni tecniche, un testo pensato e presentato da alcuni cittadini e cittadine lombardi la cui bontà sarebbe stata sottoposta al voto di tutto l’elettorato regionale.

I tre quesiti firmati da un centinaio di cittadini e cittadine lombardi avevano l’obbiettivo di riscrivere le regole della sanità lombarda: il primo avrebbe eliminato il richiamo all’equivalenza tra l’offerta sanitaria e socio-sanitaria delle strutture pubbliche e private accreditate, il secondo avrebbe impedito alle ATS di autorizzare la stipula di accordi anche con soggetti privati accreditati, il terzo avrebbe escluso i soggetti erogatori privati dalla possibilità di istituire degli ospedali di comunità e delle case di comunità previste dal piano nazionale di ripresa e resilienza. Il voto contrario del Consiglio Regionale li ha affossati tutti, impedendo agli elettori di esprimersi sulle evidenti mancanze del sistema sanitario regionale.

Di fronte a quanto accaduto ieri a Palazzo Lombardia, il comitato referendario ha reagito immediatamente, invitando cittadini e realtà promotrici a incontrarsi al Pirellone oggi, mercoledì 13 settembre, alle 17:00. L’obiettivo è organizzare una risposta al voto della maggioranza, sia per ribadire il valore intrinseco delle consultazioni democratiche sia per confermare la volontà di cambiare il sistema sanitario regionale. Il primo passo annunciato è il ricorso amministrativo al TAR.

“Il centrodestra ha avuto paura di uscire sconfitto e di vedere ridisegnati gli equilibri di un settore in cui fa da padrone da quasi trent’anni”, commenta Paolo Cattaneo, presidente del CNCA Lombardia e tra i promotori del referendum sulla sanità. “È un settore così centrale nella vita quotidiana delle persone che nasconderne i difetti sotto il tappeto non sarebbe stato per nulla facile. Chi non si è mai trovato nella necessità di doversi rivolgersi al privato e sborsare dei soldi perché nel pubblico ci sono file interminabili e il primo posto disponibile è a settimane, se non mesi, di distanza? Come CNCA Lombardia crediamo che il voto del Consiglio Regionale di ieri sia una vergogna: non solo non si dà la possibilità ai cittadini e alle cittadine di esprimersi democraticamente ma, soprattutto, si impedisce loro di dire la propria su un tema come la gestione della salute pubblica con cui tutti e tutte hanno inevitabilmente a che fare. Confidiamo che il ricorso amministrativo al TAR possa essere l’occasione per ribaltare la decisione del Consiglio e dare voce all’elettorato”.

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