Oltre 700 persone hanno partecipato all’Assemblea convocata il 15 settembre da gruppi ecclesiali, riviste, associazioni a cinquant’anni dal Concilio. Il CNCA tra i promotori
A cinquant’anni dall’inizio del Concilio Vaticano II decine di gruppi ecclesiali, riviste, associazioni si sono dati appuntamento a Roma, all’Istituto Massimo, per partecipare a un’assemblea nazionale del “popolo di Dio”.
All’evento erano attese circa 400 persone (quelle che si erano registrate), ne sono invece arrivate oltre 700.
Il CNCA è stato tra i promotori dell’iniziativa. Enrico Palmerini è intervenuto in assemblea in rappresentanza della nostra Federazione, ricordando il nesso esistente tra il Concilio e le tantissime attività di promozione sociale, a favore degli ultimi, nate nei decenni successivi.
La lettera di convocazione si può leggere qui sotto. Tutti gli interventi saranno visionabili a breve su www.viandanti.org.
Ascolta, su Radio Radicale, gli interventi del pomeriggio, tra i quali figura quello di Palmerini.
Leggi un intervento sull’Assemblea scritto da Aldo Maria Valli
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La Chiesa celebrerà nel prossimo ottobre i cinquant’anni dall’inizio del Concilio e ha indetto, a partire da questa ricorrenza, un anno della fede. Viene così stabilito un nesso molto stretto tra il ricordo del Vaticano II e la fede trasmessa dal Vangelo e annunziata dal Concilio. A ciò sono interessati non solo i fedeli cattolici, ma anche gli uomini e le donne di buona volontà associati, come dice il Concilio, “nel modo che Dio conosce” al mistero pasquale, che intendono, nel nostro Paese come in tante parti del mondo, ricordare e interrogare quell’evento e quell’annuncio.
Per questa ragione i gruppi ecclesiali, le riviste, le associazioni e le singole persone appartenenti al “popolo di Dio”, firmatari di questo appello, convocano un’assemblea nazionale per
sabato 15 settembre 2012 (10-18)
a Roma (EUR), nell’Auditorium dell’Istituto “Massimo”
Nella consapevolezza dei promotori è ben presente il fatto che ricordare gli eventi non consiste nel portare indietro gli orologi, ma nel rielaborarne la memoria per capirne più a fondo il significato e farne scaturire eredità nuove ed antiche e impegni per il futuro. Ciò è particolarmente vero per quanto riguarda gli eventi di salvezza (come certamente il Concilio è stato) molti dei quali non furono capiti dagli uomini della vecchia legge e dagli stessi discepoli di Gesù, se non più tardi, quando alla luce di nuovi eventi la memoria trasformatrice ne permise una nuova comprensione. Fu così ad esempio che, dopo la lavanda dei piedi, Gesù disse a Pietro: “quello che io faccio ora non lo capisci, lo capirai dopo”, e fu da questa nuova comprensione che scaturì il primato della carità nella vita della Chiesa.
Così noi pensiamo che in questo modo, non meramente celebrativo, debba essere fatta memoria del Concilio nell’anno cinquantesimo dal suo inizio, e che al di là delle diverse ermeneutiche che si sono confrontate nella lettura di quell’evento, quella oggi più ricca di verità e di frutti sia un’ermeneutica della memoria rigeneratrice. Essa è volta a cogliere l’”aggiornamento” che il Concilio ha portato ed ancora oggi porta nella Chiesa, in maggiore o minore corrispondenza con il progetto per il quale era stato convocato.
L’assemblea di settembre vorrebbe essere una tappa di questa ricerca. Se si terrà a settembre, invece che in ottobre, è perché intende rievocare, sia come inizio che come principio ispiratore del Vaticano II, anche il messaggio radiofonico di Giovanni XXIII dell’11 settembre 1962 che conteneva quella folgorante evocazione della Chiesa come “la Chiesa di tutti e particolarmente la Chiesa dei poveri”. Da questo deriva infatti il tema del convegno. L’ipotesi è che mentre lo Spirito “spinge la Chiesa ad aprire vie nuove per arrivare al mondo” (Presbyterorum Ordinis n. 22), l’eredità del Concilio, nella continuità della Chiesa e nell’unità di pastori e fedeli, ancora susciti ricchezze che è troppo presto per chiudere nelle forme di nuove “leggi fondamentali” (come fu tentato a suo tempo) o di nuovi catechismi, che non godono degli stessi carismi dei testi conciliari; mentre restano aperti gli orizzonti dell’ecumenismo e del dialogo con le altre religioni e tutte le culture per la giustizia, la pace e la salvaguardia del creato.
In questo spirito i promotori invitano alla preparazione e alla celebrazione del convegno romano di settembre, che parteciperà in tal modo a un programma di iniziative analoghe che si stanno già realizzando, in diverse forme, in Europa e nel mondo e che si concluderanno nel dicembre 2015 con un’assemblea mondiale a Roma a cinquant’anni dalla conclusione del Concilio.
Vittorio Bellavite, Emma Cavallaro, Giovanni Cereti, Franco Ferrari, Raniero La Valle, Alessandro Maggi, Enrico Peyretti, Fabrizio Truini.