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Camminare, Cambiare, Coinvolgerci, Crederci

Don Armando Zappolini, presidente del CNCA, chiude l’Assemblea di Spello con quattro parole d’ordine

“Siamo in un tempo in cui le domande contano più delle risposte. E quindi, se non ci sono più certezze, il sapere lo dobbiamo costruire sulle esperienze e non può che essere frutto di una narrazione collettiva in cui dobbiamo essere capaci di muoverci per tentativi, e dove anche l’errore fa parte del sapere”. Il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza chiude l’Assemblea di Spello rilanciando un’analisi che sta dentro la realtà di mutamento in cui viviamo e che utilizza il caos come valore di rifermento. Nelle interviste a specchio che hanno aperto la Plenaria dell’ultimo giorno, e che hanno fatto sintesi dei tre Cantieri di elaborazione, – Generare sociale e nuovi modelli di sviluppo, Internazionale e migrazioni, Fragilità, vulnerabilità e processi di marginalizzazione in atto -, sono emerse le questioni centrali che attraversano la Federazione e le organizzazioni ad essa appartenenti e la situano nel contesto attuale, spesso difficile da riconoscere e in continua mutazione. “C’è una difficoltà a governare il tempo e il futuro perché le continue trasformazioni ci impediscono di leggere la realtà e il contesto. Come si vive dunque nell’incertezza e nella precarietà?”. A questa domanda non esiste una risposta univoca ma differenti suggestioni che rimettono in cammino una Federazione che esiste da più di 30 anni. Le parole chiave che indicano il percorso futuro sono: “Essere una minoranza in grado di parlare con tutti; essere seducenti, capaci di attrarre. Creare consenso, creare sociale. Usare il dissenso come chiave per porsi in una chiarezza rispetto ai valori di riferimento; essere contro corrente e su questo costruire consenso. Non essere accondiscendenti, non essere passivi ma imparare a stare nel conflitto come possibilità per creare massa critica. Lavorare sulle alleanze”.
La Plenaria finale ha avuto momenti di apertura al mondo, e a quanto accade in altri contesti, con la presenza di Daniel Placeres, senatore uruguayano, ex operaio e sindacalista e esperto in imprese recuperate, autogestione, cooperazione. Nel suo intervento ha sottolineato la necessità di tenere insieme la politica e la società, di mantenere sempre un nesso con le organizzazioni sociali per superare la barbarie. Con Placeres l’Assemblea ha poi ricevuto una telefonata di José Pepe Mujica Cordano, ex presidente dell’Uruguay, che ha fatto i complimenti al lavoro del CNCA e ha detto di tenere a mente sempre che “le formiche sono più forti degli elefanti”.
Le vignette di Mauro Biani, vignettista e anche educatore professionale, hanno coniugato i temi propri del CNCA con la satira e l’umorismo che ha fatto emergere i paradossi di una società che rimane senza parole significative davanti ai fenomeni che sconvolgono il nostro tempo.
La chiusura è stata tutta dedicata alle sfide che interrogano una Federazione così variegata. I tre Cantieri inaugurato a Spello diventeranno permanenti perché la necessità è quella di elaborare e contaminare i territori in cui si agisce.
Don Armando Zappolini, presidente del CNCA, dopo aver regalato a tutti i partecipanti un grembiule perché “quello che abbiamo vissuto e sognato qui va tradotto nella concretezza e nel lavoro nella realtà”, ha chiuso con quattro parole che hanno definito il senso del presente e orientato al futuro: “Camminare, perché il cammino è movimento continuo che ci porta in sentieri sconosciuti ma stimolanti. Cambiare, avere il coraggio di guardarci intorno e farci trasformare. Coinvolgere, essere costruttori di reti, superare la tentazione dell’autosufficienza. Crederci, non arrendersi mai e sostenere la fatica del cammino con la determinazione di arrivare alla vetta e la consapevolezza che nessuna vetta è irraggiungibile”.
Info – ufficio.stampa@cnca.it – 3711832713

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