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Borgo Mezzanone, la baraccopoli che non interessa a nessuno

Don Zappolini: “Non si possono lasciare 4-5.000 persone, migranti, in quelle condizioni. Subito un piano per smantellare il ghetto”

COMUNICATO STAMPA

Borgo Mezzanone,
la baraccopoli che non interessa a nessuno
Don Zappolini: “Non si possono lasciare 4-5.000 persone, migranti,
in quelle condizioni. C’è un rischio sanitario e la mafia spadroneggia.
Intervenire subito per smantellare il ghetto
e favorire l’inserimento dei migranti in progetti adeguati”

Roma, 30 maggio 2018

Ieri il “Corriere della Sera” ha pubblicato un lungo reportage sulla baraccopoli di Borgo Mezzanone (vedi https://bit.ly/2J1oZ1e), in provincia di Foggia, che si è creata a fianco del Cara, senza che nessuno trovasse il modo di evitare una tale intollerabile situazione. Le 4-5.000 persone di questo ghetto vivono in condizioni gravissime, indegne di un paese civile, in cui si riscontrano anche i primi segni di un’emergenza sanitaria (è ricomparsa la tbc, in estate potrebbe diffondersi un’epidemia di tifo), e in cui spadroneggia una mafia di nigeriani, che controlla anche il traffico, assai visibile, della prostituzione.

“Siamo molto preoccupati per la situazione in cui versa Borgo Mezzanone”, dichiara don Armando Zappolini, presidente del Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA). “Si tratta di un insediamento praticamente abbandonato a se stesso, in cui lo stato italiano non ha giurisdizione e nel quale anche le organizzazioni della società civile hanno quasi tutte rinunciato a intervenire. E siccome i vuoti vengono sempre riempiti, il potere nel campo viene esercitato da una mafia nigeriana aggressiva e incontrastata. Tutto questo – lo sappiamo bene – sta in piedi anche perché favorisce il mercato delle braccia per l’agricoltura della Capitanata. Sfruttamento lavorativo, tratta, emergenza sanitaria, violenze, niente sembra smuovere le istituzioni. Chiediamo con forza che la situazione di Borgo Mezzanone sia oggetto, al più presto, dell’attenzione dei soggetti istituzionali che hanno in merito precise responsabilità. Si disponga un piano per smantellare il ghetto, favorendo l’inserimento delle persone migranti in strutture e progetti adeguati. Senza usare le ruspe che – notoriamente – non servono a niente.”

 

CNCA
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