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Attiviamo in tutte le aree del Paese. Osservatori sulla povertà e l’esclusione

Si è tenuto oggi a Roma il convegno conclusivo del progetto “Alle corde”. Primo passo verso un sistema territoriale integrato per le gravi marginalità

 

ROMA – Le situazioni di esclusione e di grave marginalità progrediscono senza che il sistema di intervento sia in grado di farvi fronte. E’ quanto emerge dai risultati di una ricerca promossa dal Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) all’interno del progetto “Alle corde”, il cui convegno conclusivo si è tenuto oggi a Roma al Centro Congressi Cavour.

L’indagine – costituita da una ricerca quantitativa che ha coinvolto organizzazioni che si occupano di gravi marginalità in 31 province italiane (15 regioni) e da una ricerca qualitativa che ha interessato i servizi di Bologna, Roma, Milano, Foggia, Teramo e il Mugello (Firenze) – ha confermato tendenze già note agli addetti ai lavori. Gli stranieri sono le persone più a rischio di esclusione, cresce la popolazione femminile tra gli utenti dei servizi rivolti alle situazioni di emarginazione più gravi e viene ribadita la tendenza al ringiovanimento della popolazione a rischio di esclusione. Inoltre, viene sottolineato l’uso dei servizi di accoglienza notturna e diurna da parte di persone che hanno un lavoro, ma con basso reddito e/o senza solide reti familiari: gli affitti alle stelle li costringono a ricorrere ai dormitori.

“Vogliamo prendere, finalmente, atto che le povertà, vecchie e nuove, richiedono un investimento ben più ampio e significativo di quello in campo attualmente nel nostro paese?”, ha dichiarato Lucio Babolin, presidente del CNCA. “Pur registrando l’impegno e la professionalità che i servizi rivolti ai fenomeni di povertà ed esclusione continuano a manifestare, occorre una riflessione chiara sulle cause dell’esclusione e su come innovare il sistema di intervento. Sul primo punto dobbiamo ribadire che la sofferenza sociale non dipende dal singolo, ma dal rapporto – esso sì disagiato – tra il soggetto e l’ordine sociale e chiama in campo questioni di salute, di welfare, ma anche legali, morali e religiose. Dobbiamo, cioè, porre attenzione ai contesti e non limitarci a riflettere sulle biografie delle singole persone che si trovano in povertà. Sul secondo punto occorre rilevare che i servizi vengono ancora intesi essi stessi come “marginali”, degni solo di occupare spazi interstiziali, limitati a uno status di progetto a tempo e non ad un’articolazione stabile e permanente all’interno del sistema di intervento.”

Da qui la proposta avanzata da Babolin: “Il progetto “Alle corde” ci ha permesso di sperimentare il senso e le funzioni di un “Osservatorio dei processi di marginalizzazione e di integrazione sociale”. Riteniamo che tale struttura possa essere, sui territori, un elemento chiave del sistema non solo per fornire un quadro delle caratteristiche e dei mutamenti dei fenomeni socio-economici – non limitandosi a produrre dati quantitativi, quanto piuttosto analisi dei processi di impoverimento e di esclusione -, ma anche per essere trait d’union tra tutti i servizi attivi nel contrastare la povertà e l’esclusione, promuovendo politiche programmatiche integrate. Il punto d’arrivo che dobbiamo porci è proprio la costituzione di un sistema territoriale integrato contro i processi di marginalizzazione.”

Roma, 17 maggio 2007

CNCA
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