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Il 2017 anno record di posti letto nelle strutture per richiedenti asilo del CNCA Lombardia

La storia di Mohamed, che ha occupato il letto numero 2.300

Comunicato stampa

Il 2017 segna il record di posti letti nelle strutture per richiedenti asilo del CNCA Lombardia,
la federazione che accoglie il maggior numero di migranti in Lombardia.
Storia di Mohamed, che ha occupato il letto numero 2.300

Milano, 27 dicembre 2017 – Il CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza) della Lombardia è la federazione che accoglie il maggior numero di richiedenti asilo in Regione. Con la fine del 2017 ha infranto un record: ha messo a disposizione 2.300 posti letti per migranti, più di ogni altro, tra le province di Milano, Lecco, Varese, Como, Monza Brianza e Sondrio.

Mohamed è il ragazzo cui è stato destinato: “Sono arrivato in Italia dalla Costa D’avorio, dopo un viaggio nel deserto infinito, dove ho visto la morte avvicinarsi a molti dei miei compagni di viaggio, dove ho conosciuto la prigionia nei cosiddetti centri di accoglienza in Libia. La barca che mi ha portato in Italia ha rischiato più volte di affondare dato che eravamo troppi su quei quattro assi di legno, che rischiavano ad ogni onda di spaccarsi. Dopo la breve accoglienza a Pozzallo, sono stato trasferito in Lombardia dove ho vissuto per due anni e mezzo in un centro di accoglienza nella provincia di Milano. Ho trovato un luogo accogliente con persone che mi hanno aiutato ad imparare la lingua italiana e mi hanno insegnato un lavoro. Ho partecipato a molte attività con gli anziani del paese, ho aiutato i volontari della protezione civile nella manutenzione del parco. Ed ora, che mi è stato negato lo status di rifugiato, dovrò sopravvivere su una strada senza la possibilità di lavorare. E di vivere”.

Sono migliaia le storie di ragazzi come Mohamed -prevalentemente provenienti dall’Africa sub-sahariana, uomini tra i 18 e i 25 anni- è quello che il CNCA Lombardia ascolta tutti i giorni nelle proprie case di accoglienza. Uno sforzo straordinario che viene espresso da fondazioni, cooperative sociali e associazioni che si occupano da molti anni dei temi connessi alle migrazioni e che sono state sollecitate dalle Istituzioni, ma anche e soprattutto dalla propria sensibilità e vocazione umanitaria a rispondere all’emergenza sbarchi degli ultimi 4 anni.

Il modello di ospitalità adottato è quella di accoglienza diffusa in piccoli appartamenti. Vengono gestiti anche centri più grandi, ma nell’ottica di una risposta emergenziale che in un secondo momento si sappia strutturare per durare nel tempo e garantire standard di ospitalità di alto livello (ove per “per alto livello” non si intende accogliere nel lusso, ma nella dignità, con la spinta a potersi rendere autonomi attraverso il rinforzo delle competenze da spendere nel mondo del lavoro).

“Il problema è che non basta strutturare un accoglienza di qualità, se poi i dispositivi giuridici non funzionano -spiega Valerio Pedroni, responsabile per l’area migranti di CNCA Lombardia-. Per questo diciamo che va rinnovata la legge Bossi-Fini perché oggi stiamo consegnando il 65% dei migranti all’irregolarità, al mercato nero e alla devianza, dato che il tempo dell’accoglienza non si conclude con l’assegnazione di un permesso di soggiorno. Ecco perché siamo stati promotori come federazione della campagna ‘Ero Straniero’ con una proposta di revisione del Testo Unico improntata sul tema del lavoro, come strumento di inclusione e acquisizione di una regolarità amministrativa”.

La campagna “Ero Straniero” ha raccolto in tutta Italia oltre 86mila firme, di cui 21.500 nella sola città metropolitana di Milano, grazie ai 500 banchetti di raccolta firme e i 100 eventi culturali che hanno visto CNCA Lombardia tra i più attivi sostenitori.

“Dalla nostra esperienza di accoglienza emerge che le persone accolte, in gran parte provenienti dall’Africa sub-sahariana, portano con sé una motivazione forte all’integrazione e al lavoro, che se non trova risposta in proposte concrete, e viene fatta appassire nell’assistenzialismo diventa un pericoloso boomerang” conclude Pedroni.

 

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