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IRiDE 2


IRiDE 2 è una ricerca intervento per definire, confrontare e valutare modelli di intervento efficaci e trasferibili di riduzione del danno e dei rischi di trasmissione di HIV nella popolazione carceraria.

Costituisce una prosecuzione e ampliamente del progetto I.Ri.D.E.: Interventi di RIduzione del Danno Efficaci secondo le Linee Guida Internazionali 2013. Una ricerca intervento nelle carceri italiane, che si è concluso nell’ottobre 2017.

Ente affidatario: Università di Torino, Dipartimento Giurisprudenza

In collaborazione con:
CNCA, LILA, Anlaids, Arcigay, Gruppo Abele, Circolo Mario Mieli, Comunità di S. Benedetto al Porto (Associazioni facenti parte la Sezione M del Comitato Tecnico Sanitario del Ministero della Salute – ex Consulta Nazionale AIDS) e Associazione Antigone, Movimento Identità Transessuale

Responsabile scientifico: prof. Claudio Sarzotti, Università di Torino, Dipartimento di Giurisprudenza

Background

E’ noto quanto sia difficile operare per un soggetto esterno all’interno del contesto carcerario, proprio per le caratteristiche organizzative interne al carcere, che risentono dell’interazione non sempre lineare tra organismi con mandati diversi (direzione penitenziaria, polizia penitenziaria e servizio sanitario nazionale); il progetto IRiDE 1, per superare gli ostacoli e favorire la sperimentazione di interventi ha tuttavia attivato delle strategie “resilienti”. Tali strategie riguardano prevalentemente l’attivazione di diversi stakeholder, istituzionali e del privato sociale operante all’interno delle carceri, al fine di costruire ” percorsi virtuosi” di interventi di prevenzione Hiv.

Ciononostante, alcuni interventi programmati, quali la fattibilità di interventi di distribuzione di profilattici, l’organizzazione percorsi formativi per indurre comportamenti corretti quando vi èun possibile contatto con sangue (tatuaggi, tagli, scambio di rasoi ecc.), nonché interventi di formazione rivolti sia ai detenuti che al personale penitenziario, si stanno realizzando in modo piuttosto diversificato, per cui è necessario indagare ulteriormente i programmi attuati e attuabili, confrontandone i processi e gli esiti con un strumento standardizzato, al fine di rendere tali programmi trasferibili in un più ampio numero di contesti penitenziari.

Il progetto

Il progetto si propone di realizzare un’analisi dei modelli di intervento di prevenzione Hiv e riduzione del danno nelle carceri italiane, coinvolgendo più attori istituzionali e non, al fine di ottenere un consenso che aumenti il grado di fattibilità e trasferibilità, e faciliti una disseminazione capillare del modello in un numero maggiori di carceri italiane. Tale obiettivo generale viene declinato in tre obiettivi specifici:

– Individuazione degli interventi in atto a garantire ai detenuti le migliori condizioni di salute e cura al fine di prevenire la diffusione dell’Hiv;
– Implementazione degli interventi di riduzione del danno e dei rischi di trasmissione di Hiv;
– Valutazione degli interventi , benchmark e ranking.

Durata

Il progetto ha preso avvio a dicembre 2016, avrà una durata di 18 mesi e si concluderà a luglio 2018.

Ruolo del CNCA

Il CNCA avrà i seguenti compiti:

– coordinamento delle associazioni territoriali partner di progetto;
– somministrazione dello strumento di ricerca e raccolta dati;
– interventi di prevenzione Hiv e riduzione del danno nelle carceri;
– disseminazione risultati e organizzazione evento finale.

Le attività in capo al CNCA sono coordinate dalla consigliera nazionale Maria Stagnitta.

CNCA
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