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Connessione, convivialità, condivisione. Le tre parole chiave della strategia dell’Alkekengi

L’iniziativa promossa dal Gruppo Reti Famiglie Aperte del CNCA Veneto ha visto la partecipazione di oltre 200 persone

Si è concluso l’evento finale del percorso “La Strategia dell’Alkekengi”, ennesima tappa del Laboratorio Cittadini Accoglienti a cura del Gruppo Reti Famiglie Aperte del CNCA Veneto, che si è svolto presso l’Oasi di Ca’Roman (VE) dal 9 al 11 settembre 2016. Alla sua quarta edizione, l’evento, supervisionato quest’anno dal prof. Mauro Ferrari, docente presso il Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali, Università Cà Foscari di Venezia, ha coinvolto più di 200 persone provenienti dal Veneto, ma anche da Emilia-Romagna, Toscana, Trentino Alto-Adige, Lombardia, nel segno dell’intreccio di esperienze, di storie di accoglienza, di cittadinanza attiva e di punti di vista differenti.

Proprio il titolo dell’evento richiama in metafora l’obiettivo del percorso: mettere al centro dell’attenzione le storie che i diversi attori quotidianamente vivono e interpretano ciascuno dal proprio punto di vista, come nel frutto dell’alkekengi, avvolto e protetto al centro dai suoi petali arancio vivo. Per questo si può dire ampiamente raggiunto l’obiettivo di avviare il confronto tra soggetti diversi: presenti a Ca’ Roman ben 15 realtà del privato sociale e reti di famiglie accoglienti assieme a operatori di servizi pubblici, famiglie con vissuti di accoglienza, famiglie accoglienti, ragazzi con esperienza di affido familiare o comunità.

Nei tre giorni sono stati attivati dei laboratori che hanno coinvolto tutti, grandi e piccoli. Tutti attorno ad una storia, in forma di fiaba, come filo conduttore del confronto, con l’obiettivo di riscriverne il finale. Ciascun partecipante ha avuto la possibilità di esprimersi, su un piano di pari dignità, con la particolarità di provare a sperimentare un punto di vista diverso dal proprio. Come può cambiare la storia se l’assistente sociale si mette al posto della mamma o se un ragazzo in affido si mette nei panni del papà affidatario, e così via? I laboratori hanno dato il via ad un processo inedito dove la reciprocità, l’ascolto e la partecipazione sono state le parole chiave del lavoro. L’arte e la creatività sono state le modalità attraverso cui esprimere poi gli esiti dei laboratori. Fotografia, pittura, musica e teatro le modalità espressive scelte dai partecipanti che hanno portato in assemblea i risultati del confronto in gruppo, in forma vivace e coinvolgente. Anche i ragazzi hanno potuto condividere le proprie esperienze in un laboratorio tutto per loro e provare ad interpretare ruoli e posizioni differenti dalle proprie, utilizzando la musica rap come modalità espressiva. I più piccoli, animati da un team di giovani in servizio civile, hanno lavorato sulla fiaba attraverso il gioco e il teatro. Tutto questo in un clima di forte condivisione in cui anche i momenti conviviali sono stati importanti per continuare a costruire connessioni e intrecci tra esperienze diverse.

Le famiglie delle reti del CNCA Veneto e molti volontari si sono messi a disposizione per garantire la buona riuscita dell’iniziativa, chi in cucina, chi nella preparazione dei vari momenti o nell’animazione. Durante la serata del sabato è stato possibile gustare del buon pesce locale e vivere un ulteriore momento di condivisione con lo spettacolo “Rotte Parallele” a cura dell’associazione “Migrantes” di Chioggia (VE), un parallelo appunto tra le migrazioni di oggi e quelle di una volta, con il coinvolgimento di alcuni giovani richiedenti asilo.

Il tutto si è svolto sul prato del Villaggio Marino che ha ospitato la tre giorni, al centro dell’Oasi di Ca’ Roman, un luogo sobrio e unico, che tra mare, laguna e natura incarna anche fisicamente lo spirito dell’iniziativa.

Durante la mattinata della domenica, quale momento conclusivo, le reti di famiglie hanno presentato un documento importante, frutto di una scrittura collettiva: la Carta di Ca’ Roman. Un documento che vuole fare sintesi dei principi espressi e sperimentati nel percorso “Laboratorio Cittadini Accoglienti”, non solo per farne memoria, piuttosto per essere di fondamento per un’azione concreta che ciascuna organizzazione, servizio, cittadino può attivare nei propri territori e nelle proprie realtà. Un documento ancora aperto, che sarà frutto di ulteriori elaborazioni nel prosieguo del percorso.

La grande pianta dell’alkekengi, costruita con la partecipazione di tutti, è stato il simbolo finale di una tre giorni davvero intensa e ricca per gli stimoli, gli spunti e le contaminazioni. Tre parole chiave fra tutte: connessione, convivialità, condivisione, le ‘tre C’ di cui parleremo a lungo.

Guarda le foto dell’evento sulla pagina Facebook del CNCA

Guarda il video sulla tre giorni realizzato dal videomaker Pietro Collicelli

(articolo di Mattia De Bei)

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