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Conferenza nazionale sulla disabilità, la situazione dei servizi territoriali mette a rischio l’attuazione del Programma di azione

Preoccupa anche l’insufficienza degli stanziamenti previsti

COMUNICATO STAMPA

Conferenza nazionale sulla disabilità,
la situazione reale dei servizi territoriali mette a rischio l’attuazione del Programma di azione biennale
Preoccupa anche l’insufficienza degli stanziamenti previsti.
Sostenere i progetti che rafforzano il protagonismo e l’autonomia delle persone con disabilità

Roma, 16 settembre 2016

Il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) esprime la propria approvazione rispetto ai contenuti del secondo Programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità, oggetto di discussione alla Conferenza nazionale sulle politiche per la disabilità in programma oggi e domani a Firenze. Tuttavia, la Federazione sottolinea che i giusti principi del documento – che d’altra parte riprende quanto previsto nella Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità – rischiano di essere del tutto disattesi nella pratica concreta di Regioni, Comuni, aziende sanitarie, sia con i propri servizi sia nei rapporti con il terzo settore. La reale situazione dei servizi territoriali, frastagliata e contraddittoria, potrebbe compromettere anche il raggiungimento degli obiettivi minimi del Piano.

A tal proposito, preoccupa anche l’insufficienza degli stanziamenti previsti, comunque vincolati alle esigenze complessive di bilancio e non al principio della tutela dei diritti fondamentali della persona, in un quadro generale di tagli alle spese sanitarie e sociali, di aumento delle disuguaglianze e dunque di messa a rischio di una vita dignitosa per tutti.

Il CNCA, fedele al principio del “nulla su di noi, senza di noi” e della co-produzione di servizi e interventi insieme alle persone con disabilità o sofferenza mentale, richiama infine l’attenzione di tutti – e in particolare delle istituzioni – sulla necessità di sviluppare e sostenere, anche economicamente, le buone prassi basate su progetti di vita individualizzati o “budget di cura” (che puntano sul protagonismo delle persone e non sulla mera assistenza), le attività nelle quali le persone con disabilità diventano risorse per la comunità, le reti di appartamenti di autonomia (condomini solidali o altro, supportati da famiglie solidali o gruppi di studenti) nella logica dell'”abitare diffuso” e non delle comunità accreditate.

 

CNCA
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