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Raccolta abiti usati, ennesima campagna stampa contro la cooperazione sociale

Presa di posizione del consorzio Alberto Bastiani

COMUNICATO STAMPA
Ennesima campagna stampa contro la cooperazione sociale!

Abbiamo denunciato da anni le ingerenze della criminalità nel settore dei vestiti usati, abbiamo subito degli attentati negli ultimi anni (3 incendi del nostro magazzino il 24.5.2004, il 27.12.2005 e il 24.5.2009), danneggiamenti e minacce. Oggi risultiamo soci di chi abbiamo denunciato? Da parte lesa diventiamo criminali? Perché a fronte di incendi e minacce a nostro danno, i vari Cozzolino e co, sotto protezione perché collaboratori di giustizia, giravano indisturbati a minacciare e taglieggiare? Perché in presenza di oggettive nostre difficoltà operative (i continui danneggiamenti) si sono sommate lungaggini burocratiche incredibili che hanno ritardato il riavvio delle nostre attività, di fatto agevolando il circuito criminale, danneggiando la cooperazione sociale e riducendola alla semplice mano d’opera per la raccolta dei vestiti usati?

La nostra attività lavorativa non si regge sul mercanteggiamento, finti bandi di gara o commesse dirette, ma sull’applicazione, sempre faticosa, delle disposizioni della legge nazionale 381/91. La legge 381 è una legge giusta che prevede la possibilità per la Pubblica Amministrazione di riservare una quota di beni e servizi alla cooperazione sociale che integra a lavoro persone svantaggiate. E’ una misura di giustizia sociale, non un privilegio!

Siamo stati noi a richiamare l’attenzione di AMA e del Comune di Roma sui bandi di gara che non rispondevano più a questi criteri di legge! Questa denuncia è stata ampiamente documentata già prima dell’indizione di gara all’Assessore competente e ai consiglieri comunali.

In un precedente comunicato avevamo dichiarato la nostra decisione di non firmare il contratto di affidamento del servizio di raccolta di cui il Consorzio risulta aggiudicatario. Infatti l’applicazione del contratto contrastava con le finalità sociali del Consorzio privilegiando logiche puramente speculative e il pagamento ad AMA, sull’intero servizio di raccolta, di quasi un milione di euro. Oggi AMA decide di sospendere il servizio e mandare a casa lavoratori anche svantaggiati, bel risultato!

Già dal 2008 il Consorzio, affidatario del servizio di raccolta degli abiti usati, aveva predisposto ed esposto su tutti i cassonetti di proprietà il manifesto adesivo specificando che l’attività di raccolta differenziata degli abiti usati fa bene all’ambiente ed è rivolta all’impiego di persone svantaggiate e soggetti fragili. Siamo stati gli unici, forse in tutta Italia, a promuovere in questo modo la raccolta differenziata, ma nonostante questo è arrivata la la multa di AGCM di 10.000,00 euro che comunque noi contestiamo.

Chi doveva fare campagne di sensibilizzazione dei cittadini non le ha fatte! Chi ha parlato per anni di dono per i poveri non siamo stati certo noi! Anche perché si raccolgono migliaia di tonnellate solo a Roma e noi abbiamo parlato sempre di dignità del lavoro e rispetto dell’ambiente! Sarebbe forse utile aprire una inchiesta sul cospicuo numero di cassonetti abusivi presenti in tutta Roma, senza alcuna autorizzazione, così come in tutto il territorio nazionale è presente una raccolta di abiti usati assolutamente estranea ai vincoli indicati dalla suddetta Autorità.

La misura per noi è veramente colma.

Il Consorzio di Cooperazione Sociale Alberto Bastiani non può accettare di essere descritto come solidale ad una banda di criminali. E per inciso non risultiamo in nessuna inchiesta di Mafia Capitale.

Non si può infangare impunemente una storia lunga e sofferta di inclusione sociale.

Forse la realtà è un tantino più complessa dei facili teoremi polizieschi e di scoop giornalistici!

Consorzio Alberto Bastiani

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