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Neomaggiorenni “fuori famiglia” e legge di stabilità

Presa di posizione di Agevolando, Cismai, CNCA, CNCM, Progetto Famiglia, Sos Villaggi dei bambini, Federazione Isperantzia e Terra dei Piccoli

COMUNICATO STAMPA
NEOMAGGIORENNI “FUORI FAMIGLIA” E LEGGE DI STABILITA’

Roma, 9 Novembre 2015

Continuano le azioni portate avanti dal gruppo “#5buoneragioni per accogliere i bambini che vanno protetti” (costituito da 6 coordinamenti nazionali che, insieme, rappresentano più di 500 organizzazioni della società civile che si occupano di tutela dei minori), Terra dei Piccoli Onlus e Federazione Isperantzia per il sostegno ai neomaggiorenni in uscita da percorsi di accoglienza “fuori famiglia” (in comunità, casa-famiglia o affido).

Sono circa 3200 i neomaggiorenni che ogni anno escono dai percorsi di accoglienza, case famiglia e famiglie affidatarie, di cui almeno duemila non rientra nella famiglia d’origine. Questo significa che ogni anno duemila giovani particolarmente vulnerabili, raggiunta la maggiore età, vengono lasciati completamente soli ed esposti al rischio di marginalizzazione e povertà.

Lo scorso 5 agosto, le Commissioni Lavoro di Camera e Senato, nell’esprimere al Governo i propri pareri rispetto ai decreti attuativi del Job Act hanno chiesto di inserire in essi misure oggettive per favorire l’inserimento lavorativo e l’inclusione sociale di questi ma nonostante questo la norma varata non ha previsto interventi di tale dettaglio.

Il 4 Novembre un gruppo di senatrici componenti della Commissione Lavoro, con prima firmataria Amati, hanno proposto un Odg all’articolo 11 del DDl 2111 – Legge di Stabilità per “dare seguito alle raccomandazioni delle Commissioni lavoro di Camera e Senato includendo nelle linee di indirizzo triennali e obiettivi annuali misure per promuovere l’inserimento lavorativo dei giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni, interessati da provvedimenti di allontanamento dalla famiglia d’origine o per altra ragione provenienti da percorsi d’accoglienza, comunità di tipo familiare o famiglie affidatarie” e a “valutare particolari disposizioni anche ai contratti di lavoro relativi ad assunzioni che promuovano l’inserimento lavorativo dei giovani fuori famiglia” (si veda: http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=ListEmendc&leg=17&id=46119).

Questa istanza è stata portata anche nell’ambito del Comitato Editoriale di “Vita non profit” a Luigi Bobba, sottosegretario del Ministero al Lavoro e alle Politiche Sociali (http://www.vita.it/it/article/2015/11/06/luigi-bobba-al-comitato-editoriale-un-cambio-di-passo-reale/137287/).

L’esito positivo di tale proposta sanerebbe finalmente una situazione inaccettabile, che oggi alimenta il circolo vizioso della marginalizzazione e vanifica gli effetti dell’investimento che lo Stato sostiene per promuovere la crescita individuale di ciascun bambino e adolescente senza o fuori famiglia.

L’Italia ha un patrimonio di giovani “fuori famiglia” da valorizzare. Ci auguriamo che lo Stato si occupi di questo, per garantire un futuro dignitoso, stabile e adeguato ai giovani neomaggiorenni che concludono un percorso di accoglienza in affido, comunità o casa famiglia al pari dei loro coetanei che possono contare su una famiglia a sostenerli.

Per informazioni:
Elena Cranchi: 340 9796363 – elena.cranchi@sositalia.it
Silvia Sanchini: 347 1660060 – ufficiostampa.agevolando@gmail.com

 

CNCA
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