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“Le Iene” sui minori fuori famiglia, un caso esemplare di cattivo giornalismo

Marelli: “Sulla stampa servizi a raffica, ma chi si è preso la briga di venire a vedere cosa accade davvero in una comunità?”

COMUNICATO STAMPA

“Le Iene” sui minori fuori famiglia,
un caso esemplare di cattivo giornalismo
Marelli: “Sulla stampa servizi a raffica, ma chi si è preso la briga
di venire a vedere cosa accade davvero in una comunità?
La nostra solidarietà alla cooperativa Progetto 92 di Trento”

Roma, 22 maggio 2014

“Ieri a ‘Le Iene’ è andato in onda un servizio sui minorenni che vivono fuori dalla famiglia di origine che è un caso esemplare di cattivo giornalismo”, dichiara Liviana Marelli, responsabile Minori del Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA). “Ancora una volta sono stati riproposti i soliti pregiudizi sul sistema di presa in carico dei minori e sulle comunità che li accolgono. Un mix di dati decontestualizzati, documenti a forte impatto emotivo, esperti e ‘commissioni di inchiesta’ che avvalorano la denuncia. Tutto sotto il titolo ‘Come funziona il business dei bambini.’ Invece di continuare a fare servizi facendosi imbeccare da singoli personaggi o gruppi precisi, quando avremo dei giornalisti che si prenderanno la briga di venire nelle comunità per vedere chi sono realmente gli operatori che ci lavorano e cosa accade in esse? Noi siamo pronti ad ospitarli.”

“In merito al servizio delle Iene poi”, continua Marelli, “si fa credere, falsamente, che la maggior parte dei minorenni fuori famiglia siano bambini e ragazzi strappati alle famiglie, senza il loro consenso, per motivi spesso futili o comunque ingiustificati. Se invece di attaccare la cooperativa sociale Progetto 92 di Trento, con un’intervista che mirava esclusivamente a scandalizzare il pubblico, si fosse fatta qualche domanda sulla loro esperienza (o questo non importa?), si sarebbe scoperto che dei 22 minorenni ospitati in questo momento nella comunità, ben 15 sono lì per ‘inserimenti consensuali’, cioè attivati d’intesa, e non contro, le famiglie di origine, con cui si lavora per ricostruire un progetto di vita familiare e per il minore. Inoltre, le cifre delle rette per le comunità dichiarate dall’avvocato intervistato a inizio servizio – dai 70 ai 400 euro al giorno per persona – sono fuorvianti, perché sopra i 150 euro, normalmente, arrivano solo le comunità terapeutiche, che hanno in carico persone con specifici bisogni sanitari. Le comunità socio-educative, quelle a cui ci si riferisce nel servizio, nel Trentino non superano i 140 euro, cifra che scende sensibilmente in altre regioni italiane, soprattutto nel Sud Italia. Quando i soldi arrivano, perché è noto che i ritardi nei pagamenti hanno messo in ginocchio parecchie comunità per minori. Altro che business!”

“Infine,” conclude la responsabile Minori del CNCA, “in merito al presunto conflitto di interessi che riguarderebbe i giudici onorari che svolgono, contemporaneamente, attività lavorativa in una comunità per minori, sottolineiamo che è prevista una facoltà/dovere di astensione del giudice onorario rispetto ai casi di minori accolti in una struttura in cui egli opera e, soprattutto, che i giudici onorari non intervengono in alcun modo – come invece farebbe pensare il servizio delle Iene – nell’assegnazione del minore presso questa o quella comunità, prerogativa del Servizio sociale. Per questo esprimiamo tutta la nostra solidarietà alla cooperativa Progetto 92, che da parecchi anni accoglie in modo serio, appassionato e competente bambini e ragazzi con storie difficili e segnatamente a Katia Marai, oggetto di esplicito attacco senza che alcuna delle decisioni da lei assunte in tanti anni di lavoro presso il Tribunale dei Minorenni sia stata oggetto di critica.”

 

CNCA
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