Alta partecipazione all’iniziativa del CNCA Lazio
Un senso di liberazione, la soddisfazione di aver detto finalmente come stanno le cose. E’ questo che si respirava ieri tra i tantissimi partecipanti all’iniziativa promossa dal CNCA Lazio, “Per un Pride del Sociale”.
Una sala stracolma, molti assembrati fuori, per dire pubblicamente il proprio disagio, denunciare l’insostenibilità di una condizione di lavoro che è scesa al di sotto del livello di dignità. Precarietà e bassi salari, difficoltà ad assicurare un livello alto di intervento, il mancato riconoscimento del valore delle organizzazioni sociali. Un ritardo nei pagamenti da parte di Regione ed Enti locali che ha messo in ginocchio tutto il terzo settore, che pregiudica le condizioni di lavoro e gli standard degli interventi. Così non si può andare avanti, così non vogliamo andare avanti, hanno detto in tanti partecipando a questa “assemblea pubblica”.
Insieme agli operatori sociali c’erano operatori dei Sert, sindacalisti, consiglieri di assemblee elettive, la presidente di uno dei Csv del Lazio, ricercatori universitari. Insomma, tanti soggetti che il sociale lo conoscono bene e che condividono una visione delle questioni sociali e dello stato del sistema di intervento.
Il CNCA Lazio ha avuto il merito di non fare un’assemblea – e un documento – corporativi, preoccupati solo degli interessi di alcune organizzazioni. Si è partiti da una situazione particolare – quella del settore delle dipendenze nella città di Roma – ma si è fatto un discorso che riguarda l’intero mondo delle organizzazioni sociali, l’intero ambito delle politiche sociali e del socio-sanitario. Avendo ben presente quello che il Governo sta decidendo a livello nazionale, i suoi orientamenti e i tagli – sempre più insostenibili – ai fondi statali che riguardano il sociale (circa l’80% in 4 anni!).
Tantissime le proposte avanzate. Con un’ispirazione comune: è ora di cambiare il rapporto con le istituzioni, di smettere di accettare condizioni – nei tavoli come nei bandi – che umiliano operatori e organizzazioni sociali. Tutti pensano che non ci si debba fermare a questo incontro, che bisogna stabilire una alleanza vasta e permanente. Il difficile viene ora. Ma l’energia che c’era nella sala è il segno che si è partiti nel migliore dei modi.