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Il CNCA contro l’introduzione del reato di prostituzione

Bufo: “Si criminalizzano le vittime e non si combatte la criminalità”

Bufo: “Col reato di prostituzione si criminalizzano le vittime
e non si combatte la criminalità”

La risposta del rappresentante di On the road e Cnca al sindaco Alemanno:
“Se si colpiscono le vittime, queste non collaborano con le forze dell’ordine”

ROMA – “Fa piacere osservare che lo stesso sindaco Alemanno a quasi due anni dall’introduzione dell’ordinanza che ha fatto scuola in Italia ne dichiari il fallimento”. Questo il commento di Marco Bufo, in rappresentanza dell’associazione On the Road e del Cnca, alle parole del sindaco di Roma che durante un incontro privato con il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha parlato dell’insufficienza delle ordinanze nell’opera di contrasto alla prostituzione di strada e della necessità di introdurre un vero e proprio reato. “Questo fallimento – prosegue Bufo che da anni si occupa di tematiche legate alla prostituzione e alla tratta – era già sotto gli occhi dei cittadini di Roma delle altre città italiane dove interventi di questo tipo sono stati tentati. In un rapporto presentato nel 2009 dal Coordinamento delle unità di strada – precisa – veniva evidenziata l’inutilità e la dannosità di questo genere di iniziative, che vanno a colpire le vittime di tratta o le persone in grave difficoltà economica e sociale senza produrre alcun risultato in termini di tranquillità della cittadinanza”. Infatti, aggiunge Bufo, “la prostituzione si sposta nel quartiere e nel comune più vicino e soltanto per il breve tempo durante il quale viene esercitata una pressione fortissima da parte delle forze dell’ordine”.

Quanto all’introduzione di un reato vero e proprio, secondo il rappresentante di On the road, questo “criminalizzerebbe ulteriormente le persone che si prostituiscono, aggravando il lavoro delle forze dell’ordine e portando all’interno del circuito della giustizia italiana vittime di tratta o persone in difficoltà”. D’altra parte – aggiunge Bufo – manca totalmente una visione relativa al governo del fenomeno. “Se si dicesse che la prostituzione va esercitata in determinati luoghi – sottolinea – sarebbe già un tentativo di governo del fenomeno, che invece manca del tutto perché l’unico obiettivo rimane quello di ripulire le strade, senza preoccuparsi né delle persone che si prostituiscono né dei cittadini né del contrasto alla criminalità”.

E proprio qui – per Bufo – starebbe il paradosso. “Si parla di interventi sulla sicurezza – precisa – ma poi si vanno a colpire le persone che si prostituiscono e che non rappresentano alcun problema per la sicurezza. Colpendo loro – prosegue – si indebolisce la vera azione di contrasto e cioè quella verso le organizzazioni criminali che sfruttano la prostituzione. Perché se si colpiscono le vittime – conclude – queste non si fidano più delle forze dell’ordine e quindi non collaborano fornendo informazioni. E le forze dell’ordine finiscono per spendere energie e soldi pubblici solo per criminalizzare vittime di tratta o persone vulnerabili”. (ap)

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