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E’ on line “ComuNiCAre”, la newsletter del CNCA

Presenta le prese di posizione e le iniziative della Federazione

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Numero 31 / luglio 2010

In questo numero:

• Dal CNCA

• Dal Terzo settore

• Appuntamenti

• News economiche e giuridiche

DAL CNCA

“I diritti alzano la voce”: convegno in autunno, on line la pagina facebook
La campagna I diritti alzano la voce – promossa da 25 organizzazioni del non profit italiano, tra cui la nostra Federazione – ha preso posizione su una Finanziaria giudicata iniqua e nociva soprattutto per i più deboli. La campagna ha anche aderito all’iniziativa di protesta organizzata dall’Anci per i tagli inflitti ai bilanci dei Comuni. Ma è chiaro che in un momento così delicato per il paese occorre fare molto di più. Proprio per analizzare la manovra di bilancio e, più in generale, per riflettere sul valore del welfare oggi, la campagna organizzerà un convegno in autunno in cui coinvolgere istituzioni, altre reti ed esperti di vario orientamento. Inoltre, è on line la pagina facebook della campagna, uno spazio aperto, libero e plurale sui diritti, le questioni sociali, la riforma dello stato sociale, il volontariato e il terzo settore. Diventate nostri amici!

Piano Infanzia, trovato un accordo
Il Governo aveva contestato numerosi passaggi della bozza del Piano Nazionale sull’Infanzia e l’Adolescenza predisposta dall’Osservatorio nazionale sull’Infanzia e l’Adolescenza. Ma la proposta messa a punto dall’esecutivo è stata, a sua volta, criticata dagli enti impegnati nella difesa dei diritti di bambini e ragazzi, che hanno avanzato diverse proposte di modifica. Un ruolo importante lo ha giocato la rete “Batti il cinque!”, promossa da Agesci, Arciragazzi, Cgil, CNCA, Consiglio nazionale Ordine Assistenti sociali, Save the Children Italia e Unicef Italia. Alla fine, in sede di Osservatorio, è stata trovata una mediazione. Il Governo ha accolto la maggior parte delle modifiche richieste. Tuttavia, sul Piano pesa un’incognita notevole: non vengono presi impegni sulle risorse finanziarie necessarie per realizzare le azioni previste.
Leggi il comunicato stampa della rete “Batti il cinque!”

“Giovani politiche”, nuovo documento del CNCA sui giovani
Nel corso del 2009 il Gruppo Tematico Giovani della Federazione ha avviato l’elaborazione di un documento sullo stato dell’arte delle politiche giovanili a partire dal punto di osservazione delle organizzazioni CNCA che operano nella promozione dei diritti di cittadinanza e del benessere sociale delle giovani generazioni. Si è partiti dalla consapevolezza che molteplici sono i cambiamenti che producono effetti sui giovani, a differenti livelli: politico, con l’istituzione del nuovo Ministro oggi della Gioventù e della definizione di un Fondo dedicato; tecnico, con l’incalzare di nuovi sguardi progettuali che sottolineano la necessità di promuovere autonomia e responsabilità sia individuale che sociale; metodologico, con l’analisi di prassi innovative di programmazione, a garanzia di una trasversalità e una stabilità delle politiche giovanili; e – non ultimo – generazionale e sociale, con lo spostamento in avanti di importanti compiti evolutivi (l’ingresso nel mondo del lavoro e la conseguente indipendenza economica) e l’incremento del fenomeno migratorio e delle seconde generazioni. Questa riflessione ha portato alla definizione del documento “Giovani Politiche”, che capitalizza l’esperienza riflessiva, culturale e operativa maturata dalla Federazione in tutti questi anni. È urgente e al tempo stesso rappresenta una sfida non rinunciare a “dire la nostra” su temi caldi, strutturali per i giovani e per il disegno presente e futuro dell’ambiente in cui viviamo, sottolineando l’irrinunciabile lavoro di prossimità educativa e relazionale e di educazione alla democrazia e all’equità sociale.
Scarica il documento

Rest’ingioco. Giovani al Sud
Si è concluso con il workshop “Periferie in gioco… proposte e prospettive su Giovani, Periferie urbane, Sud e sviluppo” (Palermo, 21-22 giugno), il progetto “Rest’ingioco”, promosso dalla cooperativa sociale al Azis – aderente al CNCA -, il Dipartimento Giustizia Minorile del ministero della Giustizia, il CNCA nazionale e le cooperative Caps, Il Millepiedi, Marzo ’78 e Prospettiva. Il progetto si è preso cura di 106 ragazzi, in gran parte minorenni, metà dei quali entrati nel circuito del penale minorile. Gli interventi sono stati effettuati in quattro quartieri di città meridionali: San Pietro a Napoli, Arghillà a Reggio Calabria, San Paolo a Bari e Zisa a Palermo. Gli accompagnamenti educativi attuati hanno riguardato situazioni diverse – dalla strada alla scuola; dalla strada al lavoro; dalla scuola al lavoro -, alcune delle quali veramente difficili e di marginalità estrema. Il progetto è stata l’occasione non solo per rinforzare o avviare sinergie tra soggetti istituzionali e realtà del terzo settore e della società civile in genere, ma anche per ragionare sul nesso tra sviluppo, esclusione sociale e giovani nel Sud Italia. Avendo ben presente la realtà territoriale delle periferie, le condizioni spesso gravissime in cui si cresce in tante città meridionali.

“E io ci sto”. Ragazzi rom e giovani stranieri di seconda generazione dicono la loro sull’integrazione
Sessanta ragazzi rom e giovani stranieri di varia nazionalità si sono ritrovati a Torino, l’1 e 2 luglio, per il convegno finale del progetto “Le radici e le ali”, che mira a favorire l’integrazione di minorenni rom o stranieri di seconda generazione. Nella prima giornata i ragazzi sono stati protagonisti quasi assoluti: hanno partecipato a un open space in cui hanno discusso la condizione loro e delle loro comunità e ragionato su come favorire l’integrazione e lo scambio tra culture. Il secondo giorno, invece, loro stessi hanno posto le domande venute fuori nell’open space a rappresentanti delle istituzioni ed esperti di immigrazione. Il convegno, intitolato “E io ci sto. Politiche e pratiche per l’integrazione di giovani migranti di seconda generazione”, ha concluso un anno di lavoro portato avanti in sei città italiane: Torino, Casarsa della Delizia (Pn), Firenze, Lamezia Terme, Bari, Messina. Tutte le attività realizzate hanno voluto favorire la “presa di parola” da parte dei giovani rom e stranieri coinvolti, la loro capacità di analizzare la situazione in cui si trovano e di fare proposte per una migliore convivenza, per poi intervenire sulla scena pubblica locale con iniziative ad hoc. Protagonisti, dunque, e non meri destinatari di aiuto.

Rotatorie sociali. Pensieri ed esperienze delle reti di famiglie aperte del CNCA
È stato appena stampato il nuovo volume promosso dal Gruppo Tematico Minori del CNCA, intitolato Rotatorie sociali. Pensieri ed esperienze delle reti di famiglie aperte del CNCA. Il testo è uscito per la casa editrice della Federazione, Comunità Edizioni. Il libro raccoglie le diverse azioni e progettualità avviate in materia di affido familiare e “reti di famiglie aperte all’accoglienza” dai gruppi della Federazione e rappresenta un’importante occasione di riflessione, elaborazione e approfondimento in merito a questa complessa tematica. Nella prima parte, il testo propone nuovi approfondimenti in merito all’esperienza delle reti di famiglie aperte CNCA e al rapporto con i servizi pubblici; inoltre, presenta alcune riflessioni in riferimento ai figli delle famiglie affidatarie. Nella seconda parte, invece, il testo raccoglie e racconta le esperienze di eccellenza che i gruppi del CNCA hanno promosso e condotto in questi anni al fine di contribuire all’elaborazione e al confronto comune. In particolare, le esperienze presentate sono relative a Reti di famiglie e comunità di accoglienza, l’affido professionale, l’affido omoculturale, l’esperienza dell’educatore in famiglia affidataria, l’affido di neonati. Perché questo titolo? Rotatorie sociali è un’evocazione, una proposta e una speranza: accanto a tante rotatorie stradali pensiamo sia giunto il momento di investire sul piano nazionale per la realizzazione di “rotatorie sociali”… per realizzare progetti sociali in cui la chiave di volta è la scelta seria e convinta – teorica e operativa – di mettere in circolo le diverse risorse presenti sul territorio e accompagnare le persone (tutte, a partire dalle più fragili) a inserirsi in un flusso, in un circuito in cui possano circolare in sicurezza condividendo fatiche e risorse: le rotatorie sociali appunto!

Pubblico e privato oggi. Un seminario nazionale sui servizi ambulatoriali per le dipendenze
Il Gruppo Tematico Dipendenze della Federazione ha promosso a Milano, il 21 giugno, un seminario nazionale intitolato “Dall’esperienza del lavoro dei gruppi del CNCA sulle dipendenze una riflessione sul rapporto pubblico-privato in un contesto che cambia”. L’appuntamento ha avviato un confronto e una rielaborazione comune tra i gruppi e gli operatori della Federazione sulla tematica della “funzione pubblica”, sul rapporto di collaborazione tra enti pubblici e privato sociale nella programmazione e gestione del sistema integrato di servizi e interventi sociali. Il seminario ha preso le mosse dal caso della Regione Lombardia, che con la Dgr 5509 dell’11/10/2007 ha consentito al Servizio multidisciplinare integrato (privato), oltre che al Servizio pubblico, la certificazione dello stato di tossicodipendenza. Questa scelta ha aperto scenari nuovi che interrogano sul piano etico, ma anche strategico, la mission e l’operato dei gruppi che si riconoscono nel CNCA. Si profila all’orizzonte una pratica del concetto “sussidiarietà” che da taluni è stata definita come “debole” in contrapposizione a una “forte”, o “competitiva” in contrapposizione a quella “solidale”. La riflessione, molto complessa e delicata, continuerà con nuove occasioni di scambio e di riflessione.

Un viaggio nei mondi della Notte. Un seminario sull’outreach
L’outreach, il “lavoro di strada”, è il metodo d’elezione se non l’unico in grado di raggiungere le persone e leggerne fenomeni, bisogni e rischi dove e quando non si esprimono “richieste d’aiuto formali”. Per poter disegnare strategie di prevenzione e interventi efficaci è indispensabile dunque poter contare su “unità mobili”, capaci di una flessibilità temporale e spaziale che permetta loro di adattarsi all’altrettanto flessibile mondo del loisir giovanile, incontrandolo negli spazi più formali, come anche in quello più informale dei rave party e dei festival. Con queste finalità è nato nel settembre 2008 il Progetto Neutravel, realizzato da operatori del CNCA e da operatori dell’Asl To4. Uno degli obiettivi del Progetto Neutravel è la diffusione dei risultati e delle evidenze riscontrate sul campo. A questo scopo è stato organizzato a Torino, il 10 e 11 giugno scorso, un seminario/workshop di discussione e condivisione con i servizi del pubblico e del privato sociale e con gli organizzatori degli eventi – intitolato “Un viaggio nei mondi della Notte” – che si è proposto di divulgare le informazioni e le osservazioni rilevate durante gli interventi effettuati, portare un contributo per una migliore comprensione dei “mondi della notte”, trovare punti concreti per la collaborazione tra diversi progetti di outreach e fra loro e il sistema integrato dei servizi, valorizzare le attività di outreach nell’ottica del riconoscimento della loro importanza nel sistema dei servizi.

Indipendenze culturali 2010
“L’articolo 3 della Costituzione in tempo di crisi”, ovvero come tenere insieme le politiche di risanamento e di sostegno al lavoro – in risposta alla crisi economico-culturale che attanaglia il paese e l’intera comunità mondiale – e le politiche di inclusione sociale che mai come ora vivono un forte momento di difficoltà: è stata questa la domanda che il CNCA Umbria ha posto alle istituzioni, ai sindacati, a realtà profit e non profit all’interno di “In-dipendenze culturali 2010”, manifestazione che quest’anno si è tenuta a Perugia nei giorni del 18 e del 22 giugno. Dagli interventi del convegno che si è tenuto il 22 giugno è emerso con chiarezza che non si può che partire dall’affermazione della centralità dei diritti sociali e di cittadinanza, come sancito dalla nostra Costituzione, citata espressamente da tutti i relatori. Le forze sindacali hanno sottolineato che i diritti devono essere riconosciuti a partire dalle fasce più deboli della popolazione e che sindacati e organizzazioni non profit debbono trovare più momenti di condivisione e integrazione. Particolarmente rilevante è stato poi l’intervento di Carlo Iantorno, direttore Innovazione e Responsabile sociale di Microsoft Italia, che ha illustrato la strategia aziendale nel sociale di Microsoft, improntata sulla messa in comune delle proprie competenze e non su logiche di beneficenza. Iantorno poi, ricordando la proficua collaborazione con il CNCA per l’attuazione dei progetti di alfabetizzazione informatica in Comunità, ha sottolineato come principi etici e sociali e la responsabilità sociale di impresa siano caratteristiche determinanti di un’azienda moderna di successo.

Partono due nuovi progetti CNCA
Il 15 luglio sono partiti due nuovi progetti del CNCA finanziati con i fondi per le associazioni di promozione sociale. Il primo si intitola “Coesione sociale” e intende favorire un forte investimento sui quadri dirigenti delle Federazione nazionale e delle Federazioni regionali, al fine di costruire percorsi sostenibili di qualificazione dei propri interventi – sia sul versante politico-elaborativo, di proposta che su quello operativo e funzionale – in direzione dell’innovazione e del cambiamento. Il secondo progetto si chiama “Salus” e si propone di prevenire le diverse forme di devianza/disagio giovanile, fornendo una lettura nuova delle diverse fenomenologie del disagio diffuso, relazionale, sociale, psichico e psichiatrico. In questa logica si vuole, dunque, promuovere le condizioni della salute mentale a scuola e nella comunità, attravero l’attivazione di processi in grado di generare empowerment, sviluppo organizzativo e partnership.

Il dvd dell’assemblea nazionale di Spello
È ancora disponibile il dvd dell’assemblea nazionale della Federazione che si è tenuta a Spello dal 24 al 26 settembre 2009, realizzato da Gigi Nardetto. In esso sono contenute le registrazioni video di tutti gli interventi e le interviste fatte a un nutrito gruppo di partecipanti. Per avere il dvd, al costo di 5 euro (+ spese di spedizione), inviare un’email a segreteria.generale@cnca.it.

DAL TERZO SETTORE

“Libertà e sicurezza: ma per chi?”
Le due giornate di incontri e riflessioni sul tema “Libertà e sicurezza: ma per chi?”, promosse dal Comitato Verità e Giustizia per Aldo, si sono aperte venerdì 25 giugno, alle ore 17.00, in una Sala della Vaccara (Palazzo dei Priori, sede del Comune di Perugia) gremita di gente. Erano presenti i familiari di Aldo Bianzino, di Stefano Cucchi, di Luca Gambini e di Alberto Mercuriali, nonché il Comitato “Amici di Stefano Frapporti” e il Comitato “Amici di Alberto”, oltre, naturalmente, al Comitato “Verità e Giustizia per Aldo”. L’incontro è iniziato con la lettura della lettera inviata dai familiari di Federico Aldrovandi, che non potevano essere fisicamente presenti. Dai racconti dei familiari e degli amici sono emerse le figure di persone “normali”, assurdamente e ferocemente uccise in nome di una legge che diventa arbitrio e per conto di uno Stato che non tutela né garantisce quei diritti fondamentali (la vita, la dignità, il rispetto, l’uguaglianza, la giustizia) per i quali da sempre dovrebbe esistere. L’altro aspetto sottolineato da tutti i partecipanti è che per ottenere verità e giustizia e, prima ancora, affinché non sia coperta e insabbiata ogni cosa, c’è stato bisogno di costituire dei comitati, fornire foto “macabre”, vedere il proprio dolore stampato sui giornali, altrimenti non c’è più nemmeno “un giudice a Berlino”. Infatti, anche in questa circostanza, non è intervenuta alcuna forza né politica, né sindacale, né alcuna rappresentanza istituzionale. C’è dunque bisogno di creare una rete nazionale, altrimenti la società civile non ha interlocuzione né sui diritti, né sulla loro esigibilità. È stato infine ricordato che purtroppo queste storie, sia pure così tragiche, sono solo la punta di un iceberg fatto di violenze, soprusi e sopraffazioni che ogni giorno migliaia di persone vivono e soffrono sulla propria pelle, nelle carceri che scoppiano, nelle camere di sicurezza, vere e proprie anticamere dell’inferno, e nei reparti psichiatrici, che sempre più spesso stanno facendo velocemente piazza pulita della Riforma Basaglia. Francesco Mastrogiovanni, infatti, è morto, nell’agosto 2009, per edema polmonare sopraggiunto in seguito al fatto di essere stato legato per giorni a un letto di contenzione nella struttura psichiatrica di Vallo della Lucania.
Vai al sito di Comitato Verità e Giustizia per Aldo

Sbilanciamoci!, il documento sugli indicatori di impatto sociale e ambientale
La campagna Sbilanciamoci! ha promosso un lavoro molto importante sugli indicatori di qualità sociale e ambientale nelle politiche pubbliche. Le amministrazioni pubbliche – Ministeri, Regioni, Comuni, Province… -devono rendere conto, nella loro contabilità, anche degli effetti sociali e ambientali di ciò che fanno. La campagna ha messo a punto una prima bozza di documento, chiedendo poi ad altre organizzazioni della società civile e a diversi esperti, di vari enti e istituzioni, di condividere una proposta comune. È ora disponibile il documento finale.
Vai al sito della campagna

“L’acqua non si vende”, siamo a un milione e 400mila firme!
La campagna referendaria “L’acqua non si vende”, che si oppone ai processi di privatizzazione dell’acqua, ha superato quota un milione e 400mila firme. Nessun referendum nella storia repubblica era riuscito a raccogliere tante firme di sostegno. Il 19 luglio i promotori del referendum hanno depositato le firme raccolte in Cassazione. Si dovrebbe votare nella primavera del 2011.
Vai al sito della campagna

Campagna “Chi vince è sempre il banco!”
È questo il titolo della campagna contro la dipendenza da gioco d’azzardo promossa dall’assessorato alla Sicurezza Sociale della Provincia di Reggio Emilia in collaborazione con l’Associazione Onlus “Centro Sociale Papa Giovanni XXIII”. Una campagna di sensibilizzazione partita da qualche settimana e che fino alla fine di agosto sarà visibile attraverso quattro autobus pubblici che percorreranno le strade reggiane mostrando, sulle fiancate, dei maxi side con l’invito a prestare attenzione al gioco d’azzardo. “Questa campagna serve a sensibilizzare la cittadinanza a fronte dell’aumento vertiginoso del numero dei giocatori”, afferma l’assessore della Provincia Marco Fantini. “Solo nella nostra provincia i giocatori sono 400mila e sono stimati in oltre 12mila coloro che ormai non riescono più a gestire il gioco”. L’invito non è quello di proibire il gioco, continua l’assessore, ma di “intervenire su diversi ambiti: etico, poiché bisogna far comprendere come il guadagno sia connesso al lavoro e non al gioco; culturale, in quanto bisogna fare informazione sul fenomeno; sociale, poiché la maggior parte delle tipologie di giochi eliminano l’aggregazione, essendo “solitari”; sanitario, in quanto molti giocatori cadono in dipendenza divenendo patologici; economico, perché ridurre i soldi spesi nell’azzardo potrebbe rappresentare una piccola manovra anti-crisi”. Matteo Iori, presidente dell’Associazione Centro Sociale Papa Giovanni XXIII, che dal 2000 gestisce gruppi per i giocatori problematici, pone l’accento sulla crescita esponenziale del gioco: “Secondo i dati dei Monopoli, il primo quadrimestre del 2010 ha visto una crescita di oltre il 15% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e sono già oltre 20 i miliardi di euro giocati dagli italiani dall’inizio dell’anno. Se il trend è questo si chiuderà l’anno con un fatturato dell’industria del gioco che supererà i 60 miliardi di euro, l’ennesimo record che farà degli italiani il popolo che spende, a livello procapite, la cifra più alta al mondo. La cosa paradossale”, continua Iori, “è che nei momenti di maggiore crisi gli italiani spendono di più nell’azzardo, alla ricerca della vincita che possa cambiare la loro vita. I grandi concessionari del gioco investono milioni di euro per promuovere campagne che pubblicizzano i giochi in ogni luogo e che inducono la falsa percezione che vincere e diventare milionari sia facile e a portata di mano. Finalmente un’istituzione, una Provincia, si impegna a fare un’importante campagna sociale che informa dei rischi e che promuove, attraverso il gadget del portamonete personalizzato, l’idea che i soldi guadagnati sono quelli tenuti in tasca e non buttati alla ricerca di una vincita che, per i più, non arriverà mai”. Per maggiori informazioni, o richieste di aiuto, è possibile telefonare al 3296707296 o inviare una mail all’indirizzo di posta azzardo@mbox.provincia.re.it.

APPUNTAMENTI

3-4 settembre 2010, Impruneta (Fi)
Nuovi consumi di una droga antica
Forum Droghe/Fuoriluogo e CNCA, in collaborazione con il CESDA – Centro Studi Ricerca e
Documentazione Dipendenze e AIDS, organizzano una Summer School su letture sociali, approcci teorici e interventi sul consumo di alcol.
Scarica il programma e la scheda di iscrizione

4 settembre 2010, Cernobbio (Co)
Fuori dalla crisi con un’altra economia
Anche quest’anno la campagna Sbilanciamoci! organizza la sua Controcernobbio.
Vai al sito della campagna

27-29 ottobre 2010, Bari
Assemblea dei delegati CNCA
Importante appuntamento in vista dell’Assemblea nazionale elettiva che si terrà il 21 e 22 gennaio 2011.

NEWS ECONOMICHE E GIURIDICHE
A cura dell’Associazione Legale nel Sociale

La condanna per reati attinenti agli stupefacenti impedisce il ricongiungimento familiare
La Corte di Cassazione, Sezione I Civile, con ordinanza del 5 maggio 2010, n. 10880 ha deciso in merito al ricorso presentato da una cittadina straniera avverso il diniego di nulla osta al rientro del coniuge per il ricongiungimento familiare. Il diniego di ricongiungimento si fondava sulla circostanza che il coniuge risultava condannato con sentenza irrevocabile per un reato inerente agli stupefacenti e questo impediva il rientro in Italia, in quanto in base al Decreto Legislativo 25 luglio 1998, n. 286 (Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero) la condanna in oggetto rappresenta una condizione ostativa all’ammissione in Italia del coniuge per il quale sia stato richiesto il ricongiungimento. Al contrario, secondo la ricorrente, affinché si realizzi la condizione ostativa al rientro per il suddetto ricongiungimento, è necessario che alla condanna penale per i reati inerenti gli stupefacenti, si accompagni una minaccia concreta e attuale per l’ordine pubblico o la sicurezza dello Stato. Sul punto la Cassazione rileva che il citato Decreto Legislativo n. 286 del 1998, deve essere interpretato nel senso che la minaccia per l’ordine pubblico o la sicurezza dello Stato costituisce ragione ostativa all’ammissione dello straniero che intenda essere ammesso in Italia per ricongiungimento familiare solo se concreta ed attuale, ferma restando, anche per lo straniero che chieda il ricongiungimento familiare, l’altra ragione ostativa all’ammissione in Italia costituita dall’aver riportato condanna penale per uno dei reati previsti dalla norma, come quelli attinenti gli stupefacenti. Pertanto, continua la sentenza, si deve ritenere che le due condizioni ostative della minaccia attuale e della condanna definitiva sono tra loro alternative e non cumulative. Inoltre, sottolinea la Cassazione, la minaccia rappresentata dallo straniero non è stata riconosciuta quale conseguenza meramente automatica della riportata condanna penale, ma sulla base della peculiarità della stessa, attinente a stupefacenti e per fatti di non lieve entità. Sulla base di tali premesse, la Cassazione rigetta il ricorso della cittadina straniera e conferma il divieto di ricongiungimento familiare richiesto.

Vietata l’espulsione verso Paesi a rischio di violazione dei diritti umani
La Corte di Cassazione, Sezione VI penale, con la sentenza del 28 maggio 2010, n. 20514 è intervenuta in merito alla condanna di alcuni cittadini stranieri, tra cui tunisini, ritenuti colpevoli del reato di associazione per delinquere con l’aggravante della finalità di terrorismo. Sul punto la Corte d’assise, con conferma da parte della Corte d’assise d’appello, aveva disposto il provvedimento d’espulsione dal territorio dello Stato, una volta espiata la pena, contro il quale alcuni condannati presentavano ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo. In pendenza di tale ricorso, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha comunicato alla Rappresentanza permanente d’Italia presso il Consiglio d’Europa, un provvedimento con il quale indica al Governo italiano la necessita di non procedere all’espulsione dei ricorrenti verso la Tunisia «fino a nuovo ordine, al fine di non pregiudicare l’esito del procedimento», in quanto la Tunisia, secondo la Corte di Strasburgo, non offre garanzia di rispetto dei diritti umani fondamentali, con avvertenza che la mancata collaborazione, ovvero il mancato rispetto dell’indicazione della Corte di non procedere alla materiale espulsione degli stranieri, costituirebbe autonoma violazione della Convenzione europea. Sul punto la Cassazione rileva che, sebbene la nota della Corte europea sia stata emessa sotto forma dell’auspicio e dell’invito, «non v’è alcun dubbio che quell’invito costituisca un’inibizione obbligatoria, la cui mancata osservanza … va considerata come ostruzione alla disamina efficace da parte della Corte della rimostranza fatta dal richiedente e come ostruzione dell’esercizio efficace del suo diritto e, pertanto, come una violazione dell’articolo 34 della Convezione». Difatti, osserva la Corte Suprema, la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e il Patto Internazionale sui diritti civili e politici, tutte rese esecutive dall’Italia al proprio interno, proibiscono la tortura e i trattamenti inumani e degradanti e prescrivono il divieto di rimpatrio (refoulement), quando è a rischio di persecuzione. Tale divieto, continua la sentenza, «è assoluto e si applica ad ogni persona, senza considerazione né del suo status né del tipo d’imputazione o di condanna, ed indipendentemente dalla natura del trasferimento, comprese l’estradizione o l’espulsione». Inoltre, secondo la sentenza, gli obblighi che scaturiscono dai provvedimenti anche provvisori della Corte di Strasburgo, hanno carattere vincolante non solo per il Governo, ma anche «tutte le istituzioni della Repubblica, compresi gli organi giurisdizionali nell’ambito delle rispettive competenze, e specificamente, in materia di misure di sicurezza, il magistrato di sorveglianza». Pertanto, sottolinea la sentenza, sussiste un rischio reale che la persona sottoposta ad espulsione verso la Tunisia potrebbe subire dei trattamenti contrari all’articolo 3 della Convenzione. Sulla base di tali premesse, la Cassazione ha annullato la decisione relativa ai provvedimenti di espulsione e ha rinviato per un nuovo giudizio ad altra sezione della Corte d’Assise d’Appello.

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Newsletter a cura di Mariano Bottaccio.

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