Si è svolta ieri e oggi a Castel Volturno l’Assemblea dei delegati della Federazione
COMUNICATO STAMPA
Immigrazione e lotta alle mafie, due priorità per il CNCA
Assemblea a Castel Volturno, ieri e oggi, per rilanciare il ruolo della Federazione
e dei gruppi aderenti su due questioni cruciali per il futuro del paese
Castel Volturno, 9 aprile 2010
Castel Volturno (Ce) – Il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) ha scelto Castel Volturno per celebrare – ieri e oggi – la sua Assemblea dei delegati 2010, importante appuntamento in vista dell’assemblea elettiva di dicembre, nella quale verranno eletti un nuovo presidente e gruppo dirigente rinnovato.
“Abbiamo scelto Castel Volturno”, spiega Lucio Babolin, presidente del CNCA, “come uno dei luoghi simboli della lotta alle mafie e della questione immigrazione nel nostro paese. Ieri i partecipanti all’assemblea hanno visitato il Centro Fernandes, luogo di accoglienza delle persone immigrate attivato a Castel Volturno dall’Arcidiocesi di Capua. Oggi siamo nella masseria confiscata a un boss della camorra che verrà gestita dalla cooperativa Le Terre di don Peppe Diana.”
“L’immigrazione richiede capacità di ascolto e di accoglienza, apertura di testa e di cuore e valorizzazione di competenze e capacità”, afferma Babolin. “Tanto più, dove la presenza delle persone straniere è decisiva per l’economia del territorio e costituisce una parte significativa della popolazione residente, come accade a Castel Volturno. Il Centro Fernandes è una delle tantissime esperienze che, in Italia, sono portatrici di questa cultura, e che non hanno la visibilità e l’appoggio che meritano.”
“La cooperativa Le terre di don Peppe Diana, invece”, continua il presidente del CNCA, “è il segno forte di un impegno concreto contro le mafie che è capace di farsi creazione di opportunità di lavoro e di sviluppo per il territorio. Che è in grado di tenere insieme azione per la legalità e innovazione sociale e produttiva. Il tentativo di Libera – che promuove la cooperativa – di coinvolgere altri produttori locali nell’investimento sull’agricoltura biologica, è indicativo della volontà e della capacità di operare in favore dell’intera comunità.”
“Queste due esperienze”, conclude Babolin, “chiamano anche le istituzioni a fare molto di più. Bisogna investire nell’integrazione degli immigrati, invece di azzerare il Fondo nazionale ad hoc creato dal precedente governo e varare provvedimenti che non favoriscono certo la convivenza pacifica e il rispetto dei diritti delle persone straniere. Inoltre, vanno velocizzate e snellite le procedure che portano all’uso effettivo dei beni confiscati e sostenute le esperienze che da essi prendono avvio. La nostra Federazione si impegnerà su questi due fronti in modo sempre più forte.”