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Il CNCA non partecipa all’incontro della Consulta sul caso Morgan

L’organismo dovrebbe occuparsi di cose più serie

COMUNICATO STAMPA

Il CNCA non partecipa all’incontro della Consulta tossicodipendenze
sul “caso Morgan”
L’organismo attivato presso il Dipartimento Politiche Antidroga
dovrebbe occuparsi delle tante difficoltà che il sistema di intervento
fatica a fronteggiare

Roma, 18 marzo 2010

Oggi il Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza (CNCA) non partecipa, per scelta, alla riunione della Consulta nazionale presso il Dipartimento per le Politiche Antidroga convocata sul “caso Morgan”, sulla valutazione delle trasmissioni televisive in cui è stato affrontato tale caso e, più in generale, il tema droghe, nonché sulle eventuali proposte di autoregolamentazione rispetto all’informazione televisiva.

Siamo, infatti, costernati per l’urgenza con cui si è stata convocata la Consulta, dopo mesi di silenzio, non per fare un’analisi seria e approfondita della grave situazione che abbiamo di fronte – le difficoltà del servizio pubblico, la chiusura di molte realtà del privato sociale, l’urgenza carcere, le sempre più scarse risorse territoriali, la necessità di rifinanziare un piano nazionale di prevenzione, l’aumento continuo dei consumi e dei bisogni – ma solo per provare a inserirsi in un dibattito mediatico inconsistente in cui nessun vero approfondimento è stato possibile, e in cui le ideologie e la voglia di cavalcare l’onda emotiva provocata dal caso hanno prevalso su tutto.

Per questo ci spiace constatare che la Consulta non sia stata convocata nei mesi passati per affrontare le questioni sopra citate o per discutere situazioni specifiche, come le morti per overdose verificatesi a Torino nel luglio 2009.

Morgan e, prima ancora, Lapo Elkann, Calissano e altri personaggi più o meno noti sono solo la faccia conosciuta, mediatica, di un fenomeno ampiamente diffuso su cui pare impossibile un’informazione seria, soprattutto in Tv, e su cui nessuna risposta organica e operativa sembra in preparazione. Preoccuparsi e voler intervenire per censurare solo la faccia più evidente di un fenomeno ben più ampio – la diffusione capillare della cocaina e dei policonsumi e l’uso auto curativo – ci sembra seguire la stessa logica delle trasmissioni televisive che si intende criticare, nelle quali continua a latitare un’informazione corretta e adeguata, come almeno il servizio pubblico dovrebbe fare.

Non partecipiamo, dunque, alla riunione della Consulta. E auspichiamo che anche gli altri esperti condividano con noi l’invito a richiedere un ben altro uso di questo organismo, di cui attendiamo a breve altre occasioni, più serie, di convocazione.

CNCA
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