Lettera aperta del CNCA
I gravissimi fatti di Rosarno sono stati ormai variamente commentati.
Don Armando Zappolini, vicepresidente e coordinatore del Gruppo Internazionale del CNCA, ha scritto una “lettera aperta ai nostri fratelli neri”, che parte dall’esperienza personale di chi, impegnato in progetti di cooperazione e adozione a distanza nel Sud del mondo, ha più volte sperimentato la disposizione all’accoglienza, l’ospitalità, la cordialità spontanea e gratuita di persone, comunità, villaggi che pure vivono condizioni assai difficili per fame, epidemie, conflitti di vario genere.
Il testo verrà tradotto in francese, inglese, arabo e swahili e inviato a reti e siti come “Stranieri in Italia”.
Caro fratello nero, io ti chiedo scusa
Le scene che abbiamo visto e le parole che abbiamo udito in questi giorni a Rosarno ci hanno riempito di amarezza e di vergogna.
Cari fratelli neri, a molti di noi è capitato diverse volte in questi anni di essere accolti in villaggi e città nei paesi dai quali siete partiti per venire in Italia; progetti di volontariato e di cooperazione internazionale ci hanno dato l’occasione di apprezzare il calore della accoglienza e della generosità tipiche delle vostre culture. Il dono di un chicco di caffè, l’acqua per lavare i piedi o le mani, un po’ di frutta e tante altre cose belle ci hanno dato il benvenuto dovunque siamo arrivati.
La ricerca di dignità e di libertà vi ha costretti a lasciare la vostra terra e a mettervi nelle mani della parte peggiore del nostro paese, quella dello sfruttamento e del razzismo, della schiavitù e delle mafie.
Ci sentiamo tanto in imbarazzo e non so con quale faccia torneremo da ora in poi nei vostri paesi.
Per la verità, stiamo tentando da anni di arginare questa deriva di barbarie che sta umiliando l’Italia, ma forse finora non abbiamo fatto abbastanza. Ci vuole di più!
Ve lo promettiamo, mentre vi chiediamo scusa. Aiutateci, con il vostro coraggio, a non perdere la speranza.
Roma, 13 gennaio 2010
Armando Zappolini
CNCA Internazionale