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La valutazione del CNCA sulla Conferenza infanzia e adolescenza di Napoli

Per la Federazione “deluse tutte le aspettative”

Pubblichiamo di seguito la valutazione del CNCA sulla Conferenza nazionale sull’infanzia e l’adolescenza di Napoli.

La Conferenza nazionale sull’infanzia e l’adolescenza che si è tenuta a Napoli nei giorni 18, 19 e 20 novembre scorso cadeva a ridosso del ventesimo anniversario della Convenzione dell’Onu sui diritti dell’infanzia e l’adolescenza e a ben sette anni dall’ultima Conferenza nazionale, che aveva visto la partecipazione di oltre un migliaio di operatori del privato sociale e dei servizi pubblici che si occupano di garantire ai bambini e ragazzi del nostro paese l’esigibilità dei diritti che l’Onu ha solennemente proclamato e il nostro paese sottoscritto.

L’aspettativa maggiore era riferita al fatto che la Conferenza doveva essere l’occasione per presentare il Piano Infanzia e Adolescenza, atteso dal 2005, previsto dalla legge 285 e sul quale l’Osservatorio nazionale (l’organismo governativa che rappresenta tutte le organizzazioni pubbliche e private che si occupano d’infanzia e adolescenza) aveva lavorato per quasi due anni.

Purtroppo, la Conferenza ha deluso tutte le aspettative, sia perché non è stata preparata con il coinvolgimento degli addetti ai lavori – ma il tutto è stato gestito dal Governo che l’ha pensata come una sfilata di Ministri che, alla prova dei fatti, non si sono nemmeno degnati di partecipare (unica eccezione la Meloni) – ma soprattutto perché il Piano Infanzia e Adolescenza tanto atteso, consegnato dall’Osservatorio al Governo il 22 ottobre, non solo non è stato presentato alla Conferenza, ma addirittura è stato decisamente contestato dal sottosegretario Giovanardi e dalla sottosegretaria Roccella nelle parti che trattavano il tema della partecipazione e dell’ascolto dei bambini e dei ragazzi e della interculturalità.

Altro fatto grave: la Conferenza non ha visto la presenza e la partecipazione attiva delle Regioni oggi titolari della programmazione delle azioni a favore dell’infanzia e dell’adolescenza.

Infine, niente è stato detto sulla esigenza di accompagnare le eventuali azioni di tutela e di promozione dei diritti dei bambini e dei ragazzi con adeguati investimenti economici: sembra, anzi, che in molte regioni si stia prefigurando un deciso disinvestimento su questi temi.

Per tutti questi motivi oltre quaranta organizzazioni e più di duecento dei partecipanti alla Conferenza hanno sottoscritto un documento intitolato “Batti il cinque” che denunciava questo vuoto politico, questa decisione di ridurre al silenzio e all’invisibilità i ragazzi del nostro paese, e si sono impegnati per far passare alla Conferenza alcune richieste ritenute fondamentali:

– l’approvazione rapidissima del Piano Infanzia e Adolescenza nazionale, recependo sia le proposte dell’Osservatorio che le richieste emerse alla Conferenza di Napoli;

– l’inserimento in Finanziaria di adeguati finanziamenti a sostegno delle azioni previste dal Piano Infanzia e Adolescenza;

– l’assunzione di responsabilità e di decisioni da parte delle Regioni e degli Enti locali al fine di garantire che negli ambiti regionali si decida di premere sul Governo per ottenere le risorse necessarie a predisporre Piani infanzia e adolescenza regionali.

I promotori del documento “Batti il cinque” sono anche impegnati a promuovere nel 2010 quelli che sono stati chiamati gli Stati generali dell’infanzia e dell’adolescenza.

Si tratta ora di continuare la battaglia e la mobilitazione nei contesti territoriali con iniziative coerenti e in linea con il documento nazionale.

CNCA
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