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Rom a Milano, ”Attivarsi subito per fronteggiare l’emergenza”

La Federazione lancia un appello in favore delle persone sgomberate dal campo di via Rubattino

COMUNICATO STAMPA

Sgombero campo rom di via Rubattino a Milano

CNCA: “Attivarsi subito
per fronteggiare l’emergenza”

Questa mattina, per la terza volta, le persone rom
sono state sgomberate dalle forze dell’ordine

Roma, 26 novembre 2009

Il Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza (CNCA) esprime forte preoccupazione per la situazione in cui si trovano ora le persone rom sgomberate dal campo di via Rubattino a Milano, il 19 novembre scorso, su decisione del Comune di Milano. E lancia un appello per fronteggiare l’emergenza: è necessario urgentemente trovare un alloggio e un lavoro per queste persone.

Questa mattina, infatti, alcuni ex residenti nel campo sono stati nuovamente sgomberati dal luogo dove avevano allestito una sistemazione di fortuna. È la terza volta in pochi giorni.

Il CNCA ritiene che un tale modo di procedere sia contrario a ogni logica di integrazione e, quindi, del tutto inefficace anche rispetto alla tenuta della coesione sociale.

Lo sgombero del campo di via Rubattino, infatti, realizzato senza prevedere da parte delle istituzioni coinvolte alcuna chiara collocazione alternativa, ha causato una vera e propria emergenza umanitaria.

Attualmente, infatti, le persone rom sono costrette ad allestire sistemazioni precarie, in luoghi di fortuna e comunque non adeguati. Inoltre, alcuni bambini anche piccolissimi, qualcuno ammalato, sono stati ospitati temporaneamente nelle strutture delle associazioni, con il conseguente problema della separazione dei nuclei familiari.

La richiesta dei rom, appoggiata da rappresentanti delle insegnanti e dei genitori delle scuole presso le quali i minori erano inseriti, dal Naga e da un rappresentante del Tavolo Rom, costituto da tutte le organizzazioni impegnate in favore dei diritti di queste persone, è che venga messa a disposizione per loro la struttura della Protezione civile di via Barzaghi.

Tale richiesta, tuttavia, è rimasta senza risposta, eccezion fatta per l’impegno da parte del vice prefetto Tortora a:

– riconoscere come assai importanti i legami di solidarietà profonda stabiliti con gli abitanti del quartiere e con le insegnanti delle tre scuole elementari coinvolte;

– spendersi affinché il prefetto contatti immediatamente il sindaco di Milano sollecitando l’immediata apertura della struttura di via Barzaghi;

– riconoscere come un segnale importante la disponibilità dei rom a impegnarsi in prima persona nella ricerca di una soluzione abitativa;

– sottoporre al Comune di Milano le proposte messe a punto per affrontare il problema in modo organico;

– riconoscere la grave situazione di emergenza umanitaria e di pericolo per l’incolumità delle persone che si è venuta a creare.

Il CNCA sottolinea che eliminare i campi abusivi semplicemente costringendo le persone a trasferirsi in luoghi e contesti ancora più degradati e impattanti dal punto di vista della coesistenza tra i rom e i cittadini milanesi non costituisce una soluzione degna della città di Milano.

Così pure non può essere considerata una soluzione valida l’allontanamento dei rom dal territorio del comune, scaricando di fatto il problema sulle amministrazioni comunali limitrofe.

Tutto questo significa, con ogni probabilità, solo aggravare il problema rispetto al quale si vuole intervenire e costringere la società civile a sopperire all’assenza delle istituzioni con soluzioni provvisorie e temporanee, improntate comunque alla logica dell’emergenza.

CNCA
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