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Senza dimora bruciato, la voglia di sicurezza allontana dai servizi

Presa di posizione del CNCA attraverso le dichiarazioni di Matteo Iori all’agenzia Redattore Sociale

Di seguito il lancio apparso oggi su Redattore Sociale.

Iori (Cnca Emilia Romagna): ”Ripartiamo dalla vicinanza e dall’ascolto”
Allarmante l’episodio di Rimini. Il presidente della federazione regionale del Cnca: ”Troppa voglia di sicurezza sociale allontana le persone dai servizi”

Roma – Allarmante in ogni caso, anche se solo le indagini degli inquirenti potranno rivelare se si è trattato di un episodio di intolleranza verso una persona senza fissa dimora. Matteo Iori, presidente della federazione regionale Cnca Emilia Romagna, commenta l’aggressione al senza fissa dimora di Rimini, ora in prognosi riservata al Centro grandi ustionati dell’ospedale di Padova. “Bisognerà vedere cosa emergerà dalle indagini in corso – spiega Iori. – Se venisse fuori che si è trattato di un caso legato a una situazione di intolleranza nei confronti di una persona senza fissa dimora, sarebbe una cosa gravissima e tutte le istituzioni dovrebbero interrogarsi sulla situazione che si sta generando a livello nazionale, e non solo in Emilia Romagna”. Ma anche se dovesse emergere che l’episodio di Rimini non è direttamente legato ad alcuna forma di intolleranza verso una persona marginale, ci sarebbe di che preoccuparsi, perché – prosegue il presidente del Cnca Emilia Romagna – “siamo comunque all’interno di un contesto in cui tutti i movimenti politici e sociali sono sempre più legati a forme di repressione e di controllo del territorio. E questo sicuramente non facilita né la vita di chi vive in strada né il lavoro né di chi opera con le persone che stanno in strada”.

“Per esempio il ddl Carfagna sulla prostituzione – aggiunge – non è legato soltanto alla vita delle prostitute, ma spingerà tante persone che vivono in strada in situazioni di sempre maggiore marginalità, alimentando un sentimento di paura verso le istituzioni e allontanandole, di fatto, dai servizi”. E così nei contesti dei senza fissa dimora e delle persone più deboli si crea un clima di tensione sempre più forte. “Noi vediamo già che le persone che accogliamo nei nostri servizi manifestano diffidenza e paura, perché sentono che questa voglia di sicurezza sociale su cui il governo sta lavorando alacremente comporta rischi sempre maggiori per loro. Quindi le allontana dai servizi rendendo le tensioni tra le persone stesse più esplosive e pericolose”. Insomma – conclude il presidente del Cnca Emilia Romagna – “comunque vadano le indagini penso che quello che è accaduto debba farci riflettere”, perché anche se non fosse un atto di intolleranza “ci fa pensare a quanto sarebbe opportuno non puntare solo sulla repressione e costruire, invece, i nostri servizi sulla vicinanza, sull’ascolto e sulla prossimità. E attualmente lo Stato italiano sta andando in tutt’altra direzione”.

(11-11-2008; Fonte: Redattore sociale)

CNCA
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