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L’Auser prende posizione sul Libro Verde del Governo

Libro Verde del Ministro Sacconi: per Auser tante le zone d’ombra

“Volontariato e associazionismo appena sfiorati, anziani lontani dall’essere visti come una risorsa”

Roma, 14 ottobre 2008

“Un testo ideologico e ambizioso con uno svolgimento sfuggente che lascia molto a desiderare e pone diversi interrogativi, a partire dal ruolo dell’intervento pubblico e del principio di sussidiarietà”, Comincia così il commento elaborato dall’Auser Nazionale sul Libro Verde sul futuro del modello sociale del Ministro Sacconi, rispondendo all’invito di una consultazione pubblica sui contenuti del documento. Occasione colta al volo dall’Auser anche per ricordare la propria visione di Welfare e di sussidiarietà ben lontana da quella avanzata dal Libro Verde.

“Il concetto stesso di famiglia, ritenuta cellula vitale della società – sottolinea il presidente nazionale Auser Michele Mangano- è considerata in veste celebrativa. Non c’è traccia del tema della condivisione delle responsabilità fra uomini e donne, della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.”

“Su volontariato e associazionismo, inoltre, si dice poco o nulla. Nei contesti nei quali il volontariato è citato, si ricava l’impressione che sia considerato una soluzione alternativa all’offerta e la produzione dei servizi pubblici. Noi abbiamo un’idea diversa: le attività di volontariato non sono una soluzione alternativa all’offerta e alla produzione di servizi pubblici, bensì la soluzione di un altro problema, che le istituzioni pubbliche non potrebbero affrontare nemmeno se volessero. Ossia quello di dare risposte concrete ai bisogni assumendo la persona nella sua interezza, in un’ottica di integrazione con l’intervento pubblico.”

Anche per l’associazionismo di promozione sociale non si tiene conto che è una delle più limpide espressioni di quel principio di auto-organizzazione della società civile che il libro verde vuole affermare. Ma proprio perché rinvia a un principio della massima importanza sarebbe utile che si esplicitasse meglio il pensiero del governo.

“Siamo noi, a questo punto che poniamo alcuni interrogativi al Ministro del Welfare. Quali problemi si prestano ad essere affrontati per mezzo dell’arte di associarsi? Quale ruolo può giocare come modalità di soddisfazione dei bisogni alternative all’acquisto di beni e di servizi nel mercato? Qual è il campo di applicazione del principio?”

E GLI ANZIANI?

Riguardo, infine, agli anziani, nel libro verde compaiono in due modi: come responsabili dell’eccesso di spesa alla voce pensioni, nel quale si ravvisa la principale disfunzione del nostro sistema di protezione sociale, e come fonte di crescita della domanda di prestazioni socio-sanitarie.

Appare alquanto difficile comprendere, allora, in che modo sia possibile vedere “nell’invecchiamento della popolazione non un onere, ma un’opportunità”. Nel contesto in cui viene fatta, si tratta di un’affermazione puramente retorica. Si dovrebbe, invece, parlare dell’invecchiamento attivo di cui nel libro verde non c’è traccia.

Il tema ci sembra di grande attualità per non essere affrontato e, soprattutto per valorizzare le capacità che sono presenti nel mondo delle persone anziane: attività di cura rivolte a se stessi e agli altri; esperienze formative; iniziative di impegno civile. Capacità di progettare il proprio futuro.

Questi aspetti, alquanto trascurati nel libro verde, mostrano, invece, come gli anziani possono essere, con buona ragione, considerati una “risorsa della società”.

La verità è che il vero volto del libro verde è quello che intende produrre, in tempi non lontani, una riduzione della dimensione dell’intervento pubblico per costruire “un sistema privato complementare” di natura “privatistica assicurativa”. L’esatto contrario di quanto da tempo sosteniamo come associazione, cioè la necessità che i cittadini si “riappropino” delle politiche sociali nel quadro di un rapporto con le amministrazioni che assume i tratti di una partnership. In questo modo i cittadini non sono invitati a fare da sé, ma a mettere in campo le proprie forze insieme a quelle gestite dalle amministrazioni pubbliche in modo da fare interagire le risorse delle une e degli altri per soddisfare i bisogni e conseguire il ben-essere dei cittadini.

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