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Dare opportunità alle persone che hanno commesso reati

La Rete O.P.E.N. – nella quale è presente anche la nostra Federazione – ha organizzato una conferenza finale a Roma nel carcere di Rebibbia

Pubblichiamo un articolo scritto da Maria Grazia Mastrangelo e Carmen Bertolazzi, ambedue componenti della Rete O.P.E.N.

Il 14 Febbraio 2008 si è svolto a Roma, presso la sala teatro-conferenze della Casa Circondariale di Rebibbia Nuovo Complesso, la conferenza finale della cordata IT-S2-MDL 826 “O.P.E.N.: Offenders Pathways to Employment National Network”, intitolata “Percorsi di inclusione sociale e lavorativi per autori di reato: confronti e proposte”.

L’evento – dal titolo “Percorsi di inclusione sociale e lavorativa per autori di reato: confronti e proposte” – è stato il momento conclusivo di quello che a noi piace chiamare “viaggio in Italia”, nato dalla collaborazione di nove partenariati di sviluppo dell’Iniziativa Comunitaria EQUAL in Azione 3.

Un viaggio raccontato dalla voce dei protagonisti nel cortometraggio presentato all’inizio dei lavori.

In una società complessa come quella nella quale viviamo, parlare di lavoro vuol dire affrontare una delle tematiche più rilevanti nella vita di una persona. È indubbio che per ognuno di noi l’attività lavorativa contribuisce a determinare il nostro status sociale. Lavorare per vivere è la considerazione più ovvia per la maggioranza delle persone e nessuno pensa di metterla in discussione.

Risulta, invece, più complicato pensare al lavoro per coloro che, privati della libertà, si trovano all’interno degli istituti penitenziari, o scontano una condanna attraverso una misura alternativa alla detenzione, o escono dal carcere al termine dell’esecuzione penale. Per loro c’è spazio nel mondo del lavoro? E se sì, che ruolo occupa nelle loro vite presenti e future? Ed il lavoro gode delle stesse opportunità su tutto il territorio nazionale?

Sono queste le questioni che la rete O.P.E.N., attraverso un confronto condotto dal giornalista RAI Giovanni Anversa, ha posto agli interlocutori intervenuti alla giornata di lavoro aprendo un confronto che ha messo in evidenze esperienze positive, criticità e diversità.

Al dibattito hanno partecipato gli attori protagonisti ed interlocutori chiave di EQUAL, rappresentativi di tutti i territori in cui la rete O.P.E.N. si è sviluppata: Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, Ministero della Giustizia (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria e Dipartimento della Giustizia Minorile), Regioni, Province, Comuni, imprese profit, cooperazione sociale, terzo settore, persone detenute ed ex-detenute.

La sfida lanciata da O.P.E.N. è rappresentata dal fatto che la definizione di un percorso di inserimento socio-lavorativo per gli autori di reato richiede, da un lato, l’integrazione tra politiche sociali, formative e del lavoro, e contemporaneamente deve tener conto di aspetti diversi e ampi che comprendono la complessità di un tragitto che parte dal carcere per terminare all’interno della collettività. Il che significa affrontare grandi questioni quali le risposte in ambito sociale ai bisogni, spesso primari, delle persone, il tema del lavoro e la garanzia dei diritti nella loro totalità.

Non casuale la scelta del luogo di svolgimento dell’evento: un istituto penitenziario, per dimostrare che un carcere, se gestito in maniera aperta e innovativa, può essere non solo luogo di reclusione ma anche luogo di confronto e di lavoro. A testimoniarlo l’organizzazione, prima dell’inizio della conferenza, di una visita guidata, voluta dalla Direzione dell’istituto, alle attività lavorative intra murarie comprese quelle in svolgimento nel reparto “alta sicurezza”, la partecipazione di un gruppo di persone detenute all’intero evento, il pranzo preparato dalle cooperative di catering Men At Work e E Team nate all’interno dell’Istituto in applicazione della legge Smuraglia, che prevede sgravi fiscali a chi assume detenuti, e il concerto musicale del laboratorio interno Jesce Fora.

Insomma parafrasando il commento di uno dei destinatari bisogna essere fortunati anche nel carcere dove uno va.

Clliccate QUI per scaricare il dépliant dell’evento.

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