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Il CNCA scrive a Fassino e Rutelli: ”Alleanza strategica per la questione sociale”

Inviata una lettera in coincidenza dei congressi che sanciranno la svolta. Il CNCA scrive a Fassino e a Rutelli: “Serve un’alleanza strategica per affrontare la questione sociale”. Le proposte che la Federazione avanza al futuro Partito democratico

 

ROMA – Il Partito democratico che sta per nascere deve marcare subito in maniera netta la sua anima riformatrice affrontando la questione sociale. E varando provvedimenti urgenti che tutto il mondo della solidarietà attende da tempo e che non sono più rinviabili, per il bene del paese più che per il non profit. È questo il senso della lettera che il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) ha inviato qualche giorno fa a Piero Fassino e a Francesco Rutelli, leader rispettivamente dei Democratici di sinistra e della Margherita, i due partiti che stanno per decidere il loro scioglimento per dar vita al Partito democratico. “Se la questione sociale non è posta al centro del dibattito culturale e politico del nostro paese”, si legge nella lettera, “anche il grande sforzo orientato alla costituzione di un nuovo soggetto politico rischia di uscirne ridimensionato e forse percepito come inutile.”

Il CNCA ricorda come ben dieci milioni di italiani e di italiane che vivono al di sotto della soglia di povertà attendono risposte chiare e incisive e che i diritti di cittadinanza non sono facilmente esigibili.

Sulla questione sociale la Federazione è pronto a “stringere un patto di alleanza” che si sostanzia in precise scelte politiche.

“La prima scelta non più rinviabile”, chiarisce il CNCA, “riguarda la messa a regime della legge 328 di riforma dei servizi alle persone approvando alcune misure la cui assenza l’hanno resa inagibile: i livelli essenziali di assistenza di concerto con le Regioni; la determinazione dei profili delle professioni sociali e dei relativi iter formativi; la definizione degli ambiti territoriali minimi della programmazione socio-sanitaria territoriale.”

La seconda fa riferimento alle risorse economiche: “Chiediamo che con il prossimo documento di programmazione economica e finanziaria il miliardo di euro destinato al Fondo per le politiche sociali venga raddoppiato e che il criterio assunto per il futuro nella determinazione del fondo sia quello della quota capitaria.”

La terza attiene alle risorse umane: “Chiediamo che un miliardo di euro sia destinato in quota parte ad incrementare di 15.000 unità gli operatori sociali inseriti nelle piante organiche delle aziende sanitarie e ad offrire alle cooperative sociali agevolazioni contributive e/o appalti di servizi in convenzione finalizzati alla trasformazione di rapporti di lavoro di operatori sociali occupati nei servizi e assunti con contratti a termine in rapporti a tempo indeterminato.”

La quarta riguarda i minori temporaneamente allontanati dalla loro famiglia: “Sia mantenuto e rilanciato il Fondo nazionale sulla legge 285, oggi non più rifinanziata, e si rilanci l’Osservatorio nazionale sull’infanzia e l’adolescenza e il Centro nazionale di documentazione di Firenze.”

La quinta fa riferimento alle politiche in materia di droghe: “I Servizi per le dipendenze vivono una situazione di carenza strutturale di organico con il rischio che vengano abbandonati tutti gli interventi psico-sociali e ci si limiti alla sola somministrazione di farmaci sostitutivi; le comunità chiudono a causa degli enormi ritardi nel pagamento dei corrispettivi per l’accoglienza residenziale delle persone; quasi tutti i servizi a bassa soglia e di riduzione del danno sono scomparsi e, ove ancora resistono, legati a finanziamenti a termine e, quindi, non inseriti nella rete formale dei servizi alle persone. Ma il sistema vacilla anche per un quadro legislativo prevalentemente orientato alla punizione del consumatore anziché alla intercettazione precoce attraverso valide azioni di prevenzione e di educazione alla salute.”

La lettera si chiude con un invito: “Ci piacerebbe che su queste questioni che potrebbero dare il segno del livello di civiltà del nostro paese si potesse determinare un largo consenso e che questo consenso si trasformasse in contenuti programmatici fondati su di una alleanza strategica che veda uniti i partiti che affondano le loro radici in un autentico popolarismo e sono caratterizzati da una storia di difesa dei diritti sociali e della centralità di ogni persona e le più sensibili e attente organizzazioni della società civile. Noi ci stiamo. E voi?”

CNCA
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