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Cade il Governo. Pagano i più deboli

Ora la società civile si mobiliti per favorire quella trasformazione della politica e quelle riforme sociali di cui il Paese ha bisogno.

ROMA – Il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) esprime il proprio sconcerto per la grave situazione che ha portato alla caduta del Governo Prodi e invita la società civile organizzata a mobilitarsi per sostenere quelle riforme di cui il Paese ha bisogno.

«Il Governo cade proprio ora», afferma Lucio Babolin, presidente del CNCA, «che si erano create le condizioni per avviare una redistribuzione del reddito e mettere mano a provvedimenti importanti, anche nell’ambito delle politiche sociali: la legge sull’immigrazione e la normativa sulla cittadinanza, la Conferenza nazionale sulla tossicodipendenza e una nuova legislazione in materia di droghe, il nuovo piano nazionale sull’infanzia e l’adolescenza. A pagare saranno, dunque, i più deboli

Per il presidente del CNCA «l’intera classe politica italiana sembra ispirarsi unicamente a logiche di salvaguardia delle proprie posizioni di potere. Qualsiasi richiamo al Paese con i suoi problemi, al senso dello Stato, al cosiddetto bene comune suona come patetica implorazione che può interessare solo chi di politica capisce poco o nulla.»

Per questo, «è tempo», continua Babolin, «che la società civile organizzata levi la sua voce, in modo forte, con azioni di grande impatto anche mediatico, per affermare che scelte di piccolo cabotaggio non sono più tollerabili. La politica va riformata dal basso invocando e imponendo l’esclusione di tutti quei politici che sono indagati e condannati, rivendicando il diritto ad una riforma immediata del sistema elettorale che offra garanzie di stabilità, liberando la sanità dai vincoli della politica e restituendola al governo dei cittadini attraverso le autonomie locali, imponendo politiche dei redditi capaci di ridistribuire ricchezza a favore delle famiglie e dei cittadini, rendendo realmente esigibili diritti sociali essenziali sanciti dalla legge – che vuol dire servizi di base adeguati e garantiti su tutto il territorio nazionale –, pretendendo politiche per la cittadinanza e l’integrazione sociale e culturale di tutti.»

«Invochiamo», conclude Babolin, «una mobilitazione immediata e massiccia della società civile, delle organizzazioni del volontariato e del terzo settore, del mondo del lavoro. Noi siamo disponibili fin da ora.»

Roma, 25 gennaio 2008

CNCA
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