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Droghe, si apra subito la discussione parlamentare per una nuova legge

Conferenza stampa oggi a Roma presso la Camera dei Deputati. Il Cartello nazionale “Non incarcerate il nostro crescere” invita la politica a rispettare il programma di Governo: la legge Fini-Giovanardi va cancellata in tempi brevi

 

ROMA – Il Cartello “Non incarcerate il nostro crescere” – che riunisce oltre quaranta organizzazioni nazionali dei servizi pubblici e del privato sociale, dei sindacati, dell’associazionismo, degli operatori della giustizia – ha espresso oggi, ancora una volta, il proprio sconcerto per il fatto che il centrosinistra non sia stato in grado, finora, nemmeno di aprire una discussione parlamentare per il superamento della legge Fini-Giovanardi e la riforma del TU 309/90.

L’occasione per esprimere le proprie posizioni è stata la conferenza stampa che il Cartello ha organizzato presso la Sala stampa della Camera dei Deputati, in occasione della Giornata mondiale contro l’abuso e il traffico illecito di sostanze stupefacenti, in cui è stato presentato un documento intitolato 2007. Il Cartello “Non incarcerate il nostro crescere” chiede alla politica…

In precedenza, alle ore 9,30, gli aderenti al Cartello si erano dati appuntamento per un sit in proprio davanti alla Camera.

“Ad un anno dal cambio di direzione politica alla guida del Paese,”, si legge nel documento del Cartello, “ad un anno dall’impegno esplicito – assunto da tutte le forze politiche di centrosinistra nel loro programma di governo – di un cambiamento sostanziale in materia di politiche sulle droghe, ci ritroviamo purtroppo a fare i conti, nei nostri servizi e sulle strade, con domande e questioni che non hanno ancora trovato risposte diverse o ipotesi alternative su cui discutere se non quelle lasciateci in eredità da una politica sulle droghe punitiva, crudele e miope, che insieme abbiamo contrastato e condannato, e che però qualcuno addirittura sembra in questi giorni inseguire sulle prime pagine dei giornali, con affermazioni, prese di posizioni e proposte che riteniamo gravi e incomprensibili.”

Le organizzazioni del Cartello, dunque, si sentono “ferite da fuoco amico” e chiedono a Governo e Parlamento di porre rimedio al più presto a una situazione sempre più insostenibile. Occorre aprire immediatamente un dibattito in Parlamento incardinando una proposta di legge – quella nota come “bozza Boato” o altra che sia ispirata agli stessi principi, qualora il Governo intenda predisporre un proprio disegno di legge.

Nello stesso tempo bisogna intervenire subito per porre rimedio alla grave crisi in cui versa il sistema delle dipendenze: “il Cartello sottolinea come l’attuale sistema dei servizi e le relative garanzie economiche e organizzative siano da tempo in grave sofferenza. L’attuale organico ridotto dei servizi, la precarizzazione di molti dei rapporti di collaborazione insieme con lo strangolamento finanziario del privato sociale e la questione delle rette alle comunità – stabilite su livelli indecorosi e pagate anche 12-20 mesi dopo il tempo stabilito – ci porta ad un riflessione non rinviabile sul rapporto strettissimo fra la dignità stessa degli operatori, sia pubblici che del privato sociale, la qualità delle prestazioni erogate e la necessità di garantire i diritti delle persone coinvolte su tutto il territorio nazionale.”

“A questo scopo,” – continua il documento – “il Cartello chiede di aprire una discussione – da condurre in tempi brevi, anche in occasione della scrittura del DPEF – su come le risorse, oggi impegnate esclusivamente nell’ambito sanzionatorio, possano essere coerentemente reinvestite ed integrate nello sviluppo di un aggiornato ed efficace sistema di prevenzione e di presa in carico (che non faccia leva solo sul carcere e sulle Prefetture, ma piuttosto sugli operatori sociali nei servizi e sui territori sia pubblici che del privato sociale, affronti il tema dei veri costi economici e sociali del carcere e delle misure alternative, elabori un piano nazionale pluriennale di educazione alla salute nelle scuole e nei territori, ecc.).” Il Cartello ribadisce che, per poter disporre di un sistema delle dipendenze in grado di far fronte alla complessità e diffusione dei consumi di droghe, è necessario disporre di risorse finanziarie adeguate: a tal fine chiede alle istituzioni di impegnare l’1,5% del Fondo sanitario nazionale – contro lo 0.8% attuale – per finanziare il sistema, in linea del resto con la media europea.

Infine, appare necessario aprire tavoli di confronto tra tutti i soggetti interessati – Stato, Regioni, operatori pubblici e privati – per costruire finalmente nel nostro Paese quel sistema di intervento ad alta integrazione che appare ineludibile per rispondere alle tante domande che il fenomeno droghe ci pone. Ciò significa la costituzione di un Tavolo di coordinamento e monitoraggio nazionale, di analoghe strutture regionali e di Dipartimenti per le Dipendenze in ogni Asl.

Roma, 26 giugno 2007

CNCA
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