fbpx

”Per i minori allontanati dalla famiglia occorrono sia l’affido sia le comunità”

Oggi a Rimini il convegno “Responsabilità comuni. Chiudere gli istituti per minori non basta!”. CNCA: “Per i minori allontanati dalla famiglia occorrono sia l’affido sia le comunità”. Le proposte della Federazione per promuovere il benessere di bambini e ragazzi.

 

ROMA – Il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) ribadisce con forza che – in vista della chiusura degli istituti per minori, che dovrà avvenire entro il 31 dicembre 2006, come previsto dalla legge 149/2001 – bisognerà sostenere i bambini e i ragazzi allontanati dalle loro famiglie attraverso due strumenti distinti: l’affido familiare, da una parte, le comunità familiari ed educative, dall’altra. Ognuno dei due strumenti, infatti, è adeguato solo per alcune situazioni specifiche e appare, quindi, necessario e opportuno mantenere un ventaglio ampio di possibilità di intervento, valutando caso per caso a quale di esse è preferibile ricorrere.

Tale posizione è stata espressa oggi durante il convegno nazionale “Responsabilità comuni. Chiudere gli istituti per minori non basta!”, organizzato dal CNCA a Rimini.

Nello stesso tempo, la Federazione – coerentemente con le posizioni sempre espresse in materia di costruzione di un welfare responsabile – ritiene che, sia nell’uno sia nell’altro caso, la comunità locale non possa scaricare i problemi di bambini e ragazzi su famiglie e operatori sociali, ma che debba partecipare attivamente alla costruzione di un insieme integrato di risposte ai bisogni dei minori che né le famiglie affidatarie né le comunità sono in grado da sole di dare. «Dobbiamo creare», afferma Lucio Babolin, presidente del CNCA, «un sistema di corresponsabilità che unisca Tribunale dei minorenni, servizi sociali pubblici, comunità, famiglie affidatarie e famiglie di origine dei minori. Solo l’investimento su una tale rete di relazioni potrà permettere ai minori di perseguire con successo il loro progetto di vita.»

Inoltre, Babolin ha sottolineato il vuoto operativo grave e rilevante dato dall’assenza di un lavoro rivolto anche alla famiglia di origine del minore: «Noi crediamo che l’obiettivo fondamentale del lavoro di recupero sia il ritorno a casa del minore, il ritorno nella propria famiglia. A tal fine è necessario prevedere interventi specifici che rendano le famiglie capaci di ri-assumere al meglio la loro funzione genitoriale, coinvolgendole attivamente anche durante il periodo di allontanamento del figlio.»

Infine, Babolin ha messo in guardia dal rischio di riconversione fittizia e solo nominale che alcuni istituti potrebbero mettere in atto per restare, di fatto, in vita: «Non basta assumere il nome “casa famiglia” o “comunità”; bisogna anche rispondere a determinati requisiti (processi di vita comunitaria tra adulti e minori e tra i minori stessi, progetto individualizzato per ogni minore accolto, progetto di rete che interessi l’intero contesto locale, coinvolgimento della famiglia di origine, formazione e supervisione per gli operatori, metodologia di lavoro definita e documentabile) che vanno stabiliti a livello nazionale.»

Babolin ha anche presentato i punti su cui è necessario, ad avviso del CNCA, ripartire al più presto nell’interlocuzione con la politica in merito alle politiche per i minori:

– la ripresa della discussione sui Livelli essenziali di assistenza (Liveas) impone di fare chiarezza anche nell’ambito minori; il Forum del Terzo settore aveva, a suo tempo, presentato su tale tema una proposta interessante da cui si potrebbe ripartire;

– è assente, a livello nazionale, una azione di concertazione con le autonomie locali e le organizzazioni del privato sociale finalizzata alla individuazione di una cornice normativa condivisa per la determinazione degli standard operativi delle strutture di accoglienza e dei servizi all’infanzia;

– gli stessi organismi nazionali individuati come terminali di ricerca-elaborazione-proposta – in particolare l’Osservatorio Nazionale sull’Infanzia e l’Adolescenza e il Centro Nazionale di Documentazione e Analisi per l’Infanzia e l’Adolescenza – hanno, in questi anni, perso la loro spinta innovativa e propositiva e necessitano di un rilancio;

– occorre progettare una politica di sostegno alle famiglie che non intervenga solo in situazioni di disagio o povertà conclamati, ma in un’ottica di prevenzione, agendo sulla “normalità”.

«Su tutta questa materia», conclude Babolin, «urge la ripresa di un dialogo e di un confronto con le istituzioni – in primis i Ministeri della Solidarietà Sociale e della Famiglia – che noi sollecitiamo con forza, disponibili anche a farci promotori di una vasta rete nazionale delle organizzazioni che si occupano da anni del benessere di bambini e adolescenti.»

Rimini, 14 dicembre 2006

CNCA
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare. Inoltre, questo sito installa Google Analytics nella versione 4 (GA4) con trasmissione di dati anonimi tramite proxy. Prestando il consenso, l'invio dei dati sarà effettuato in maniera anonima, tutelando così la tua privacy.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy
X